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Addiction: studio sulla Sindrome da Astinenza Neonatale

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L’Irlanda studia la Sindrome da Astinenza Neonatale

La dipendenza da oppiacei è un importante problema di salute pubblica. In alcuni casi sono le donne ad avere una forte dipendenza da tali sostanze. Questo grave problema durante il periodo gestazionale può avere serie conseguenze sul feto. Il mantenimento con metadone è un importante opzione di trattamento per tale dipendenza nelle donne in gravidanza. Importanti risultati di studi precedenti sull’uso di metadone in gravidanza, sono quelli che hanno evidenziato la frequente presenza della Sindrome da Astinenza Neonatale (NAS) , una malattia  che colpisce il sistema nervoso centrale e  che porta ad avere seri disturbi a livello gastrointestinale e a livello respiratorio. Questo studio di coorte prospettico, condotto da un gruppo di ricercatori irlandesi, ha esaminato proprio gli esiti perinatali e la Sindrome da Astinenza Neonatale in relazione al concomitante uso di droghe e alla dose di metadone assunta. Per questa ricerca sono state prese in esame 117 donne incinta in trattamento con metadone, reclutate tra luglio 2009 e luglio 2010. Le informazioni sono state registrate  con l’Addiction Severity Index.
Dai risultati è emerso  che dei 114 bambini nati vivi, 11 sono nati pretermine, 49 erano piccoli rispetto alla loro età gestazionale, 56 hanno subito un ricovero in una unità neonatale e 29 sono stati trattati per la NAS. I neonati esposti solo al metadone hanno richiesto tempi di ospedalizzazione inferiori e minore gravità NAS rispetto a quelli nati da madri che facevano uso concomitante con altre droghe. Solo nel caso di dose superiore o uguale a 80 mg di metadone hanno richiesto trattamenti con dosi superiori di morfina per la NAS.  Dunque l’incidenza e la durata della sindrome di astinenza neonatale, concludono i ricercatori, non sembra associata all’uso di metadone mentre gli oppiacei materni, le benzodiazepine e il consumo di cocaina risultano essere  associate ad un ricovero neonatale più lungo.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)