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Adolescenti e droghe: l’importanza della motivazione per smettere

È stata da poco pubblicata sulla rivista Addictive Behaviors una revisione della letteratura sull’importanza del colloquio motivazionale per aiutare gli adolescenti a vincere le dipendenze. Il colloquio motivazionale è una tecnica sviluppata negli anni ‘80 dagli psicologi William Miller e Stephen Rollnick. Si tratta di un approccio ampiamente utilizzato e centrato sul paziente, volto ad incoraggiarlo a cambiare comportamento aiutandolo ad accrescere la propria motivazione. Differisce dagli altri trattamenti perché il suo obiettivo non è la trasmissione di informazioni o di capacità, ma piuttosto l’esplorazione ed il rinforzo della motivazione intrinseca dei giovani verso uno stile di vita sano, sostenendo la loro autonomia. Molti studi scientifici hanno descritto l’utilizzo di questo tipo di approccio nelle tossicodipendenze con risultati spesso contrastanti.
Gli autori di questa revisione hanno preso in esame tutti gli articoli pubblicati in cui fosse stato utilizzato il colloquio motivazionale con adolescenti con problemi di sostanze, al fine di valutarne l’efficacia, dopo aver esaminato tutte le possibili variabili confondenti. Barnett e colleghi hanno così raccolto 39 studi che descrivevano interventi motivazionali su adolescenti con problemi di alcol, tabacco, marijuana ed altre droghe. Il 67% degli articoli indagati presentavano, dopo l’analisi statistica, un risultato significativamente positivo nel percorso verso l’astinenza. I diversi tipi d’intervento motivazionale non hanno inoltre presentato differenze nei risultati, sia che utilizzassero tecniche diverse o che venissero associati ad altri tipi di trattamento. Secondo gli autori questi dati dimostrerebbero l’efficacia del colloquio motivazionale e l’importanza della motivazione al cambiamento per gli adolescenti con problemi droga correlati, ma anche la necessità di approfondirne i meccanismi teorici di base.
 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)