Adolescenti, alcol e droga: i genitori bypassano il problema
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Droga e alcol sono un problema per gli adolescenti. Lo dicono le statistiche oltre che le cronache dei giornali. Un anno fa un'indagine del Servizio per le tossicodipendenze dell'Asl di Bergamo segnalava che nella nostra città la situazione era preoccupante. Ragazzi che a 15 anni hanno già provato la prima sbronza (5 su 10), abbassamento dell'età del consumo di alcol, tra gli 11 e i 15 anni. Aumento della diffusione della cocaina, mentre si abbassa anche l'età del primo spinello, che arriva già alle scuole medie.
Sono dati abbastanza noti, non nuovi. Così da far pensare che per i genitori degli adolescenti alcol e droga siano «nemici» ben individuati, spauracchi tali da allarmare e far muovere. O forse no. Così almeno potrebbe sembrare dalla «denuncia» accorata del preside della Scuola d'arte Fantoni, di Bergamo. Corrado Spreafico, in una lettera spedita al nostro giornale spiega infatti che una apposita iniziativa dedicata ai genitori su «Come parlare ai figli di alcol e droga», proposta già due anni fa e ripresentata quest'anno è andata pressocché deserta sia la prima che la seconda volta.
In realtà due anni fa, ad ascoltare don Chino Pezzoli, esperto e operatore sul campo per quanto riguarda i temi delle dipendenze e la prevenzione, c'erano 4 coppie di genitori, quest'anno 7. L'iniziativa, spiega il preside, rientra in una programmazione consolidata rivolta alle classi prime e seconde, con la proposizione, ogni due anni, di incontri mirati per allievi e genitori in collaborazione con l'associazione «Compagni di strada» e don Chino Pezzoli. Un'attività di prevenzione, ben seguita, che però «mostra la corda» proprio all'ultimo incontro, con i genitori. Eppure la serata è stata organizzata - scrive il preside - «avvisando per tempo le famiglie sull'importanza dell'incontro ed invitandole ad essere presenti». Niente da fare: «Sette famiglie presenti su un totale di 220 famiglie», annota Spreafico. Che poi considera, con amarezza che traspare dalle righe della lettera: «E poi, quanto continuano a stupire i dati che indicano nel solo 3-4% il numero di giovani che affermano di non aver mai fatto uso di stupefacenti! Poi quanto stupisce il fatto che la maggior parte dei giovani fa uso di sostanze alcoliche sin dall'età della scuola dell'obbligo! Colpa della scuola! Qualcuno inneggia. Colpa di questo o di quel Ministro di turno! Qualcun altro inveisce. Ma qualcuno si chiederà mai che cosa possano fare una ventina di insegnanti, pur volenterosi, di fronte alla stragrande maggioranza e forza rappresentata dalle 213 coppie di genitori assenti, i quali, con la loro assenza (senza dubbio giustificata), nei fatti dimostrano, ancora una volta, l'oblio imperante nel presente nonché futuro dei nostri giovani?».
Interpellato al telefono il preside non si si piega l'andamento delle cose. Certo - dice - le famiglie hanno davvero tanti problemi ma forse - aggiunge - «nessuno pensa che possa capitare a lui», si crede che alcol e droga riguardino solo i figli degli altri.