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Adolescenti e trasgressione, il Moige: "Per essere veramente liberi i giovani d'oggi hanno bisogno di regole"

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Per essere veramente liberi i giovani d'oggi hanno bisogno di regole
di Elisabetta Leslie
I minorenni in Italia violano più di un divieto, bevono, fumano, guardano film porno e videogames e giocano d'azzardo. E' quanto risulta

dall'indagine presentata il 19 gennaio al senato dal titolo "Vietato Non Vietato". L'iniziativa promossa dal Moige, movimento genitori, è

stata realizzata dal Centro Interuniversitario per la Ricerca sulla Genesi e sullo sviluppo delle Motivazioni Prosociali e Antisociali dell'

università Sapienza di Roma. Scopo della ricerca: indagare e capire in modo rigoroso e scientifico, l'entità del fenomeno dei comportamenti a rischio tra i minori adolescenti. L'indagine nazionale è stata fatta su oltre 2000 minori e pubblicata in un volume edito da edizioni Magi.
Cinque le aree indagate nei mesi scorsi su un campione di 2075 studenti di età compresa tra gli undici e i diciotto anni: alcool, fumo,

videogiochi non adatti ai minori, giochi con vincita in denaro e pornografia.
I dati che emergono sono i seguenti: alcool; cinque ragazzi su dieci tra gli undici e i tredici e otto ragazzi su dieci tra i quattordici e i

diciotto hanno bevuto alcolici almeno una volta nella loro vita. Fumo: cinque ragazzi su dieci tra i quattordici e i diciotto sono fumatori

abituali. Videogiochi: quattro ragazzi su dieci alle medie e cinque ragazzi su dieci alle superiori dichiarano di aver giocato a videogiochi

non adatti ai minori. Giochi con vincita in denaro: due ragazzi su dieci alle medie e tre ragazzi su dieci alle superiori giocano a giochi

vietati. Internet apre le porte della pornografia ai minori; la disponibilità sul web di materiale a contenuto pornografico ha annullato le

barriere che potevano ostacolare l'accesso dei minori a tale materiale. Con l'avvento di internet tutto può essere scaricato o essere visto

in streaming sul web dal computer o dallo smartphone.
Dalla ricerca è emerso che molto raramente viene chiesta l'età dei ragazzi quando acquistano alcool, fumo, videogames, o giocano. Il

persistere di questi comportamenti pone la necessità di fare delle riflessioni a diversi livelli.
Infatti anche se la prima ad essere chiamata in causa sulla responsabilità delle trasgressioni dei minori è giustamente la famiglia, è pur

vero che oggi la famiglia ha molta più difficoltà di una volta a trasmettere i propri valori, non solo per mancanza di tempo, ma anche per

l'influenza dei media, che nell'interazione educativa tra genitori e ragazzi ha un ruolo sempre più preponderante. Oggi è più difficile

contrapporre alternative ai modelli di vita proposti dalla società.
Sicuramente ci sono anche molti genitori che hanno rinunciato ad educare i propri figli in quanto essi stessi non hanno acquisito quella

dimensione da adulti nei confronti dei figli, necessaria ad attuare comportamenti coerenti e non disorientanti e ad accettare lo sforzo che

l' educazione comporta. Spesso la conseguenza è un'incapacità a dire no e ad approvare comportamenti distruttivi per i ragazzi. Altri

genitori danno regole poco chiare, confuse. Spesso sono genitori che vietano e poi si pentono e magari chiedono al figlio cosa fa l'amico. In

questo modo i ragazzi decidono fra loro e conducono per mano i genitori a ottenere ciò che vogliono.
Sicuramente in questo scenario che emerge dalla ricerca si evince che la famiglia va aiutata anche dalle istituzioni, dalla società, dai

fornitori. Si deve realizzare un lavoro di squadra se vogliamo aiutare i nostri figli.
Devono esserci azioni concrete, suggeriscono i genitori del moige. Un adeguamento della normativa su alcool e fumo con l'innalzamento del

divieto all' accesso per i minori ai diciotto anni. Come pure sarebbe auspicabile una regolamentazione normativa del settore dei videogiochi

inadatti ai minori. Inoltre aggiungono c'è la necessità di migliorare il sistema dei controlli nei punti vendita di questi prodotti.
Bisogna credere nel valore pedagogico della regola. Essa serve anche per essere trasgredita, nel misurarsi con le regole si cresce e si

impara il senso di responsabilità, si sperimenta la paura, si cerca il coraggio e si sperimenta il pensiero critico.
Chi pensa che per crescere le regole non servono lascia i ragazzi in balia dell'ansia che arriva quando non sei stato contenuto e non hai

sperimentato il limite. Solo se hai conosciuto le regole puoi sapere cosa è la libertà. Essa implica sempre una scelta consapevole, una

mediazione continua tra desiderio e realtà, tra rispetto di sé e riconoscimento dell'altro. Sennò è solo agito di impulsi che nulla hanno a

che fare con la libertà.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)