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Aicat: lettera aperta al mondo del volontariato

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Lettera aperta al mondo del volontariato


«È etico finanziare o sostenere la solidarietà con risorse provenienti da attività che possono causare sofferenze o mettere a rischio la salute e il benessere?» E' la domanda che Associazione Italiana dei Club Alcologici Territoriali e Associazione Provinciale del Club Alcologici Territoriali di Cremona pongono in una lettera aperta che vi proponiamo per intero.


«La domanda nasce spontanea di fronte al proliferare di iniziative in cui molte campagne di raccolta fondi in favore di organizzazioni del volontariato o del terzo settore avvengono attraverso la vendita a scopo benefico di bevande alcoliche.
 


La ricerca scientifica e l’osservazione sul campo a livello internazionale documentano in modo inoppugnabile come l’alcol sia riconosciuto come sostanza tossica, coinvolta nella genesi di 60 malattie e 14 tipi di tumore; responsabile di una vasta gamma di malformazioni del feto durante la gravidanza, riconosciuta come FASD; capace di indurre dipendenza, con un impatto sanitario e sociale della salute della popolazione di gran lunga maggiore rispetto alle sostanze illegali.


È ormai accertato come l’incremento dei consumi di bevande alcoliche si associ alla moltiplicazione dei problemi e dei danni indotti da essi. Maggiore è il consumo di alcol, più grande è il rischio di esiti negativi per la salute. Mediamente il rischio di decesso per cause alcol-correlate è proporzionale alla quantità di alcol consumato per entrambe i sessi e quindi non esiste per nessun individuo un consumo di alcol esente da rischi.
 


Si consideri che il rischio di morte per una causa alcol-correlata è di circo 1 a 100 quando si beve un bicchiere grande di vino (175 ml) al giorno. Questo rischio aumenta di 14 volte, di circa 1 a 7, quando si beve una bottiglia da 750 ml.
 


Oltre al tributo di ventimila morti all’anno, l’Italia paga elevatissimi costi sociali e sanitari ed economici (22 miliardi di Euro), legati alle sofferenze e ai disagi che compromettono in vario modo e a vari livelli la qualità della vita di circa 8 milioni di concittadini di ogni età, con particolare rischio per i giovani e gli anziani over 65. L’alcol è la causa di quasi la metà delle morti sulla strada, in seguito a incidente stradale, prima causa di morte per gli uomini sotto i 40 anni.
 


Condividiamo e facciamo nostre le dichiarazioni del Manifesto AMPHORA sottoscritto da 71 scienziati e 14 nazioni europee: “Non possiamo ritenere di vivere in una società giusta e consapevole se permettiamo che una morte su otto registrata negli anni economicamente produttivi di un individuo (15-64) sia dovuta all’alcol, o che costi a ciascuno di noi 311 euro in termini di produttività persa, in costi sanitari, sociali e di sicurezza.
 


Non possiamo ritenere di vivere in una società giusta quando i danni causati dall’alcol colpiscono in maniera sproporzionata le persone svantaggiate: per ogni grammo di alcol consumato, le persone svantaggiate – non importa quanto – hanno maggiore probabilità di morire rispetto a quelle che stanno bene”.


(...omissis...)

 
Aniello Baselice
Presidente AICAT


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.cisvol.it/module-News-display-sid-9807-theme-Printer.phtml


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)