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Albenga: dipendenze giovanili, problema trasversale

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Albenga, Ciangherotti: "Se già dall'adolescenza ... tossici per evadere"
"Chi si droga lo fa perché, in molti casi, fondamentalmente ha una personalità immatura in cerca di risposte". È questo lo sfogo di una mamma  che ai Servizi Sociali di Albenga ha raccontato la storia di suo figlio, da qualche anno prigioniero nel mondo della droga. Da qui, da un racconto di vita vissuta, fatto anche di lacrime e di dolore, è partita una piccola indagine. Sì, perché ad Albenga, città di quasi 25.000 abitanti, statistiche alla mano, si droga non solo chi, nella povertà economica, sembra invidiare il benessere e il successo altrui, ma anche chi è ricco.
Le classi abbienti, infatti, non sono esonerate dal problema. Addirittura, anche ad Albenga, negli ultimi anni i superalcolici stanno

diventando una delle "droghe" dell'età dello sviluppo che va per la maggiore, proprio tra i tredicenni e i quattordicenni. E con effetti così

devastanti che si registrano già nell'età adolescenziale. "Insicurezza, mancanza di autocontrollo, suggestionabilità e bassa autostima

formano l'identikit del soggetto drogato". Così descrivono alcuni genitori il target dei propri figli, al momento dell'ingresso nel mondo

della tossicodipendenza.
Ai problemi della vita, anziché una risoluzione attiva, i tossicomani hanno preferito la fuga illusoria dalla realtà nella dipendenza passiva

dalla droga. Molti di loro, secondo anche gli specialisti del settore, dichiarano di essere tipi ansiosi e depressi che nella sostanza

stupefacente hanno visto la magica soluzione al loro disagio. Solo in pochi casi, più sporadici, il contesto precedente alla dipendenza era

"normale". Non bastano gli studi della letteratura scientifica per conoscere il mondo della droga. Occorre andare alla fonte. Serve fare l'

infiltrato, magari nella sala d'attesa di un ambulatorio per la cura delle tossicodipendenza, per ascoltare e osservare i diretti interessati

e fare luce anche nei sistemi di cura e prevenzione messi in atto in questi anni attraverso il SSN.
Le droghe, di fatto, agiscono sul Sistema nervoso. Riducono l'ansia e la tensione. Provocano eccitamento ed euforia. I diretti interessati, i

consumatori, raccontano, nella quotidianità, di sentire forte il bisogno di assumere dosi sempre maggiori e con più frequenza, per riottenere

l'effetto piacevole della prima volta. E arriverebbero a fare di tutto, anche a maltrattare la madre e a rubare in famiglia, pur di farsi una

dose ed evitare i sintomi spiacevoli legati all'astinenza, in caso di sospensione. Oltre alla dipendenza fisica, c'è quindi la dipendenza

psicologica. Chi si droga dice di non riuscire a fare a meno della droga e, se anche ne conosce le conseguenze dannose, è certo, senza droga, di non poter più sopravvivere.
Oltre alle vecchie droghe utilizzate con nuove modalità, sono l'ecstasy e gli analoghi amfetamino-derivati le sostanze più diffuse, oggi

giorno, tra i giovani consumatori di droghe, proprio perché, in uno stato di ansioso maladattamento sociale, queste inizialmente rispondono

meglio al desiderio di un "viaggio"... seppure confuso, ambiguo, pericoloso e spesso mortale. "La dose serve per fare la serata", racconta un

diciassettenne in cura al Servizio, che aggiunge "per essere meno timido con le ragazze, per rimorchiare di più, fino a poter vivere una

libertà sessuale senza limite".
Questo genere di droghe, per molti, rappresenta, in notturna, il farmaco salvavita contro il "male di vivere" in un mondo troppo stretto, che

li rinchiude, li imprigiona, li soffoca. Spesso il tutto in associazione prima con birra e canne e poi con qualche pasticca di benzodiazepine

o una sniffata di eroina assunta per diminuire gli effetti eccitanti prima di arrivare a casa la mattina. Ovvero per "scendere e smaltire

sennò i miei mi beccano" come ha raccontato un diciannovenne, già due volte accompagnato in Pronto Soccorso per overdose.
Eraldo Ciangherotti - Assessore Servizi Sociali Comune di Albenga


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)