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Alcol: il consumo eccessivo provoca accumulo di grasso nelle ossa e perdita di densità

L'osteoporosi viene in genere considerata una patologia che riguarda solo le donne in età avanzata. Tuttavia, si tratta di una malattia presente anche negli uomini, la cui causa sarebbe da attribuire principalmente ad eccessiva assunzione di alcol, prolungata terapia glucocorticoide e ipogonadismo. Il consumo eccessivo e cronico di alcol produce diversi tipi di radicali liberi e stress ossidativo, causando l'apoptosi cellulare e, in ultima analisi, la morte delle cellule stesse. Studi sui roditori hanno riportato l'accumulo di trigliceridi nelle ossa in caso di assunzione di elevate quantità di alcol.
Sebbene molte ricerche abbiano già riportato l'impatto dell'assunzione di alcol sulla densità minerale ossea, sul contenuto minerale delle ossa, sulla loro micro-architettura, sulla loro resistenza e il rischio di fratture, nessuno studio ha mai tentato di stabilire l'esatta relazione tra l'apoptosi osteocitica e i depositi di grasso nei tessuti ossei. Un team di ricercatori francesi ha dunque voluto stabilire il rapporto causale tra l'aumento del tessuto adiposo nel midollo, la comparsa di gocce lipidiche negli osteociti e l'apoptosi osteocitica, in caso di perdita ossea indotta dal consumo di alcol. Nella sperimentazione, su un campione di ratti trattati con alcol, il numero di osteociti apoptotici è risultato aumentato e sono state osservate gocce di grasso accumulate negli osteociti, nel midollo e nei microvasi della corteccia ossea. Infine, è stata individuata una correlazione inversa tra la densità minerale ossea e l'apoptosi osteocitica e una forte correlazione tra il numero di osteociti apoptotici e l'accumulo del grasso.
Questi dati mostrano che la perdita ossea indotta dall'alcol è associata con l'apoptosi osteocitica e con l'accumulo di grasso nei tessuti ossei. Questa "intossicazione lipidica", definita dagli autori "steatosi ossea", sarebbe dunque correlata all'accumulo di grasso nel midollo e nei microvasi

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)