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Alcohol: necessari maggiori interventi per combattere l'alcolismo

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Per combattere l’alcolismo in Gran Bretagna sono necessari maggiori interventi

Uno studio retrospettivo svolto nel Regno Unito cerca di rilevare, valutare e gestire , sulla base delle più recenti evidenze scientifiche, quali possano essere  i margini di miglioramento sugli interventi di prevenzione e cura primaria volti a contrastare la mortalità alcol-correlata. Per comprendere ancora meglio la dimensione del fenomeno sono citati studi che quantificano in 3 miliardi di sterline il costo per il servizio sanitario nazionale del Regno Unito nel biennio 2005-2006. Lo studio trasversale è stato condotto su pazienti deceduti per cause alcol-correlate nell'anno 2003 nell'area di Greater Glasgow Health Board, Scozia (popolazione 920.000). I decessi campionati sono stati 501, con un'età media alla morte di 57,5 anni di cui il 72% uomini. Le cause più comuni di morte, registrate secondo la ICD-10 (classificazione internazionale delle malattie, revisione 10), escludendo quindi gli incidenti, sono state  per la gran parte malattie epatiche dovute all’alcol ( 57,9%) seguita da disturbi mentali e comportamentali a causa di alcool (14%). Tutti gli individui deceduti avevano almeno un indicatore biochimico o fisico che indicasse abuso di alcool, al 21% di essi non era mai stato consigliato di astenersi dall’alcol, il 23% avevano ricevuto almeno una volta nella vita interventi brevi , il 58% era entrato a contatto con programmi gestiti dai servizi specialistici ma un terzo di essi non vi ha mai partecipato. E’ stato riferito dalla maggior parte dei pazienti (83%) la totale assenza di sinergia tra i servizi sanitari e quelli di reinserimento lavorativo. In conclusione, gli individui esaminati erano di solito a contatto con i vari servizi ma con una gestione non coordinata e dispersiva sia in termini di interventi che di economicità, le linee guida prodotte nel 2003 e non hanno avuto un impatto significativo sul fenomeno e gli interventi, specialmente brevi, sono stati quantitativamente pochi e di efficacia inferiore alle attese.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)