Alcol a 11 anni, crescono le ragazze che amano il bicchiere
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Alcol a 11 anni, crescono le ragazze che amano il bicchiere. Anche i geni hanno un ruolo
Scende il numero di chi beve almeno una volta l'anno, tutti i giorni o occasionalmente, mentre sale quello di chi lo fa
lontano dai pasti: così l'Istat «fotografa» il rapporto degli italiani con l'alcol nel 2010, nella sua statistica "L'uso e
l'abuso di alcol in Italia".
Nel 2010 la quota di popolazione di 11 anni e più che ha consumato almeno una bevanda alcolica durante l'anno è pari al
65,7%, in diminuzione rispetto al 2009 (68,5%); il 26,3% della popolazione (14 milioni 126 mila persone) beve alcolici
quotidianamente, mentre il 38,4% ha consumato alcol almeno una volta fuori dai pasti. La quota di persone di 14 anni e più
che bevono alcolici, stabile intorno al 70% negli ultimi 10 anni, nel 2010 è scesa al 67,6%, soprattutto per il calo dei
consumatori occasionali (dal 42,5% del 2009 al 40,5% del 2010). Nel complesso i comportamenti a rischio (consumo giornaliero
non moderato), "binge drinking" (sei o più bicchieri di bevande alcoliche in un'unica occasione) e consumo di alcol da parte
dei ragazzi di 11-15 anni riguardano 8 milioni e 624 mila persone, il 16,1% della popolazione di 11 anni e più. Una quota che
appare stabile nel tempo.
I ragazzi iniziano a bere a 11 anni.
Anche se l'Organizzazione Mondiale per la Sanità raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni, in
Italia il 13,6% dei ragazzi di 11-15 anni (392 mila persone) consuma alcol, comportamento già a rischio in sé, ma ancora più
grave perché‚ pone le basi per possibili consumi non moderati nel corso della vita. Negli ultimi 10 anni, dice l'Istat, tra i
giovani sono aumentati i consumatori occasionali, quelli che bevono fuori pasto e di chi consuma altri alcolici oltre a vino
e birra, mentre si sono ridotti i consumatori giornalieri e quelli che bevono solo vino e birra: gli adolescenti che
consumano alcolici fuori pasto sono passati dal 14,5% del 2000 aòl 16,9% del 2010.
I giovani (18-24 anni) sono anche la popolazione più a rischio di "binge drinking": si tratta di 698 mila persone, il 16,6%
dei giovani, con un rapporto tra maschi e femmine pari a tre. Tuttavia, il consumo di alcol fuori pasto per le ragazze cresce
maggiormente (dal 12,2% al 14,6%) rispetto a quello dei maschi (dal 16,8% al 19,1%). In ogni caso, questi comportamenti
spesso si verificano durante momenti di socializzazione: infatti, tra i giovani che frequentano assiduamente le discoteche i
comportamenti di consumo di alcol a rischio sono più diffusi (33,9%) rispetto ai coetanei che non vanno in discoteca (7,2%).
Ma sono gli anziani la popolazione più a rischio
La popolazione più a rischio di consumo non moderato di alcol è quella anziana: si tratta di 2 milioni e 915 mila persone di
65 anni e più (il 43,5% dei maschi e il 10,6% delle femmine). Si tratta, sottolinea l'istituto di statistica, di persone che
bevono quotidianamente eccedendo le raccomandazioni, spesso mantenendo comportamenti acquisiti nel corso della vita, non
consapevoli degli aumentati rischi per la salute dovuti all'avanzare dell'età.
È comunque diminuita, in 10 anni (2000-2010), la percentuale degli over 65 che bevono tutti i giorni (dal 39,4% al 37,8%) e
quella di chi beve almeno una volta all'anno (dal 62,1% al 61,1%), mentre è aumentata quella dei bevitori occasionali (dal
22,7% al 23,3%) ed è rimasta sostanzialmente stabile quella degli anziani che bevono fuori dai pasti (dal 12,7% al 12,4%).
Bere è ancora un affare «da uomini»
In Italia consumano alcol 8 uomini su 10, il 78,9%, mentre le donne sono il 53,4%, poco più di una ogni due. In cima alle
preferenze di tutti, comunque, è sempre il vino, seguito dalla birra e da altri tipi di bevande alcoliche. Beve vino infatti
il 53,3% delle persone di 11 anni e più, birra il 45,9% e aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori il 39,9%; beve
vino tutti i giorni il 24,1% e birra il 4,3% della popolazione di riferimento.
Il gene AUTS2 potrebbe determinare l'alcolismo
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità l'abuso di alcol ogni anno determina la morte di 2,5 milioni di persone nel
mondo. Ma la scoperta di un team internazionale di scienziati potrebbe aiutare a capire meglio le basi biologiche
dell'alcolismo e per questo contribuire a debellarlo: la scoperta riguarda il gene chiamato AUTS2, che ricopre un ruolo
fondamentale per determinare la quantità di alcol assunta da un individuo. Lo studio, pubblicato sul magazine della National
Academy of Sciences degli Stati Uniti, ha riguardato circa 47mila persone, di cui è stato analizzato il Dna: gli scienziati
hanno scoperto che chi possiede una versione più rara del gene AUTS2 beve in media il 5% in meno di chi ha la versione più
comune. Lo stesso gene, il cui nome è un acronimo di "autism susceptibility candidate 2", era stato precedentemente collegato
all'autismo. (Ch. B.)