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Alcol a 12 anni, la prima canna a 16: la fotografia dei giovani d'oggi

Alcol a 12 anni, la prima canna a 16: la fotografia dei giovani d'oggi

Alcol a 12 anni, la prima «canna» a 16

Ecco di cosa abusano i giovani bolognesi
La fotografia degli esperti del Comune sul consumo di droga e alcolici: «Fenomeno preoccupante e in crescita»

 È l’alcol la sostanza più abusata dai giovani bolognesi: il primo approccio arriva sempre prima, tra i 12 e i 13 anni. «Negli ultimi due anni abbiamo registrato una crescita esponenziale dell’abuso di superalcolici e birre. Oltre che di energy drink, bevanda che viene assunta senza cognizione da buona parte dei ragazzi intercettati». A raccontarlo è Maria Cristina Zambon, La responsabile dell’unità intermedia Salute e città sane dell’area benessere di comunità del Comune di Bologna.

LA RICERCA - Cannabis, cocaina, ecstasy e anfetamine sono le sostanze più abusate dopo l’alcol soprattutto dai ragazzi tra i 18 e i 24 anni, ma spesso capita che si scenda anche a 16: «Nessuna differenza tra maschi e femmine o tra italiani e stranieri, Erasmus inclusi: questi dati sono trasversali». L’unità intermedia gestita da Zambon ha cominciato a operare nel 2010: «In questi cinque anni abbiamo registrato un consumo sempre crescente di alcol, aggravato dal policonsumo, che invece non è una novità». Due gli ambiti in cui il team di Zambon opera: scuola e locali notturni, per un bacino d’utenza che va dai 12 ai 30 anni. «Facciamo prevenzione sia nelle scuole secondarie di primo grado sia nelle secondarie di secondo grado. Abbiamo appena messo in piedi progetti per il prossimo biennio: è una novità ragionare così sul lungo periodo, ma è indispensabile. Serve a dare continuità, a guadagnarsi la fiducia dei ragazzi». Ammontano a 56.000 euro i fondi investiti nei progetti per le scuole medie (per un totale di 840 ore), 75.000 quelli per le superiori (per un totale di 1.148 ore), risorse stanziate in gran parte dal Comune di Bologna.

LO SPAZIO - È poi attiva da settembre 2012 «Area15», uno spazio nel cuore dell’area universitaria per la prevenzione, riduzione del rischio e riduzione del danno: «Lì ascoltiamo i ragazzi che hanno un consumo problematico di sostanze psicotrope ma non sono ancora dipendenti, e che magari rifiutano il SerT». Per quello che riguarda le attività notturne, l’unita’ di Zambon conta su un fondo di 65.000 euro annui: «Andiamo nei locali a fare riduzione del rischio e del danno». Ventiquattro uscite annuali, in pratica due al mese, anche se in luglio e agosto la squadra (quattro operatori) si sposta sui grandi eventi in riviera. Una zona dedicata per la distribuzione di materiale informativo e preservativi (su volontà del ragazzo anche etilometri e cartucce salivari), una coppia di operatori che durante tutta la serata si muove nel locale, e quando individua ragazzi a rischio li accompagna (su base volontaria) in un’area di decompressione, chill out, dove vengono distribuiti acqua, frutta e biscotti. «Tutti i nostri interventi sono organizzati con i gestori e le sigle sindacali: la collaborazione in questi casi è tutto. Se è buona, le serate hanno tutta un’altra faccia: è quello il segreto. Abbiamo rapporti consolidati che vanno avanti da 5 anni».

(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2015/5-agosto-2015/alcol-12-anni-prima-canna-16-ecco-cosa-abusano-giovani-bolognesi-2301749926570.shtml?refresh_ce-cp


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)