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Alcol alla guida: più controlli meno positività

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Alcol alla guida: più controlli meno positività
In calo le patenti ritirate durante i fine settimana Giovanissimi e terza età nuove categorie a rischio

Gli incidenti stradali correlati alla guida in stato di ebrezza sono ancora tanti a Brescia, come in Lombardia, in Italia, e tutto sommato in Europa. Da noi per rieducare chi ha subito il ritiro di patente si potrebbe fare di tutto e di più, ma le norme continuano ad assomigliare alle grida manzoniane, e in realtà pochi, tra quelli che potrebbero, fanno formazione. Così «il 70% di chi ha avuto la patente sospesa continua a guidare confidando nella scarsità di controlli». Perchè in Italia se ne fanno «solo» un milione e mezzo all'anno contro i 10 della Francia. I numeri vengono da Andrea Noventa responsabile del Sert Bergamo 1, ed è rimbalzato ieri nell'auditorium Ubi Banca durante i lavori di «Alcologia moderna», convegno organizzato dall'Asl bresciana per fare il punto sugli attuali trend di consumo e sui percorsi terapeutico riabilitativi. Tuttavia, a Brescia il binomio guida e alcol arretra visibilmente. Secondo i dati di Barbara Barra, dirigente della Polizia stradale di Brescia, a controlli in crescita corrisponde un dimezzamento dei «positivi» all'alcoltest. Dal primo gennaio al 31 dicembre 2010 la Polstrada aveva eseguito 10.817 controlli (su 7.096 uomini e 3.725 donne al volante) solo per contrastare le stragi del sabato sera e ha scovato 696 «positivi» (604 uomini e 89 donne). Dal primo gennaio al 30 settembre di quest'anno i controlli sono saliti a 11.151 (7.227 uomini, 3.924 donne), i positivi si sono ridotti a 388 (340 più 48).


SONO NUMERI confortanti che fanno il paio con la riduzione del 52 per cento degli incidenti stradali complessivi in 10 anni. D'altronde «i sinistri sulla strada restano la prima causa di morte tra i giovani - ricorda Barra -, ma la mortalità connessa ad alcol e droghe ha un' incidenza che va dal 5 a un massimo del 7 per cento».
Gran merito, nel calo di incidentalità è da attribuire al lavoro della Polstrada, che ha cambiato cultura, si avvicina ai giovani con approccio dialogante . precisa la dirigente -, va nelle scuole di ogni ordine e grado, davanti alle discoteche e ai pub prima che i ragazzi entrino. Il primo effetto è che il ritiro di patenti nei fine settimana si è ridotto. «Sempre più spesso i ragazzi utilizzano il guidatore designato - dice Barra -, ricorrono al taxi, al noleggio con conducente, alle navette messe a disposizione da discoteche... E sempre più spesso accade che all'abbassarsi del finestrino dell'auto fermata, di sabato sera, l'agente della Polstrada venga invaso da una zaffata d'alcol, per poi scoprire tasso zero nel conducente». In ogni caso, non solo di fine settimana si tratta. La Polstrada effettua controlli ogni giorno e a tutte le ore. E qui i ritiri sono ancora tanti. Non a caso Domenica Sottini, responsabile dell'unità operativa Psal (Servizio prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro) dell'Asl di Brescia, precisa che dal 10 al 30 per cento degli infortuni sul lavoro sono alcol-correlati. Significa che 1.800 infortuni all'anno nelle aziende bresciane sono causati dall'alzare il gomito prima di recarsi al lavoro. O durante.


I GIOVANI SONO notoriamente considerati i più a rischio, ma sono anche più sensibili al cambiamento. Al contrario di chi ha età più avanzata. Una prova ulteriore viene dalla Commissione medico legale per patenti. Il direttore del servizio di medicina legale Angelo Lucchini spiega che nel 2012 la Commissione ha esaminato circa 1.600 casi sanzionati per guida in stato di ebrezza inviati dalla Prefettura per verificare l'effettivo grado di rischio alla guida. Erano 556 tra i 18 e i 30 anni e 895 tra i 30 e i 50. Fra i primi 57 sono risultati «non idonei», fra gli altri 133.


Il convegno di ieri è venuto a 20 anni dall'istituzione del primo Nucleo operativo di alcologia (Noa). Oggi sono quattro, del tutto sganciati dai Sert e affiancati dalla struttura residenziale Richiedei di Palazzolo - spiega il direttore generale Asl Carmelo Scarcella -,che si occupa anche di tabagismo, posta la connessione tra fumo e alcol. E il direttore del Servizio Fabio Roda sottolinea che il consumo di alcolici (soprattutto di vino) è in calo anche a livello nazionale. Crescono, però, anche a Brescia, gli over 65 che alzano troppo (e sistematicamente) il gomito a tavola, insieme ai giovani dello sballo occasionale. Per questa seconda pratica sono particolarmente a rischio i 18-24enni, ma ci sono anche un 20 per cento di ragazzi e un 9 per cento di ragazze 14enni, un 12 più 6 per cento di 16-17enni, persino un 8 per cento di «bambini» e un 4 di femmine tra gli 11 e i 14 anni. Sono i futuri conducenti, e le premesse sono tutt'altro che rosee.


CHE FARE? Il direttore dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Iss, Emanuele Scafato, lascia intendere che la lotta è impari. In Italia si consumano in media 6 litri di alcol (puro) a testa ogni anno, e ci sono 200 forme di patologie correlate (comprese 14 forme di cancro), mentre il fegato è in grado di distruggerne 6 grammi all'ora (due ore per un bicchiere). «A fronte di un milione di euro messi a disposizione dallo Stato per contrastare il fenomeno - dice Scafato -, ci sono 310 milioni di pubblicità di bevande alcoliche».


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.bresciaoggi.it/stories/Home/596568_alcol_alla_guida_pi_controlli_meno_positivit/


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)