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Alcol, consumo consapevole o eccesso? La dipendenza spiegata in 7 semplici punti

Alcol, consumo consapevole o eccesso? La dipendenza spiegata in 7 semplici punti

ALCOL, CONSUMO CONSAPEVOLE O ECCESSO? LA DIPENDENZA SPIEGATA IN 7 SEMPLICI PUNTI

L’Alcol è, da sempre, una realtà controversa e, ancora per molti, quasi sconosciuta. Sebbene, assunte nella maniera corretta, le bevande alcoliche possono rappresentare un momento di convivialità e di socialità, talvolta costituiscono però un’arma a doppio taglio, la cui linea di confine tra consumo consapevole ed eccesso è molto più labile di quanto possa sembrare.


La dottoressa Giulia Gobbo, specialista in Medicina Interna e Malattie Epatiche all’IRCCS Policlinico San Donato e referente della sezione dedicata all’Alcol nel progetto E.A.T., ha espletato in 7 punti gli aspetti che caratterizzano un soggetto dipendente da bevande alcoliche.
“L’alcol può essere considerato una droga legale a tutti gli effetti: in caso di abuso, può creare dipendenza e assuefazione sfociando in vere e proprie patologie come, ad esempio, l’alcolismo. Questo si caratterizza nei seguenti 7 punti:


- Dipendenza e assuefazione: l’alcool è a tutti gli effetti una droga ‘legale’ che crea appunto dipendenza e assuefazione nel soggetto portandolo a bere sempre di più per soddisfare o per arrivare a certi obiettivi, come ad esempio l’ubriachezza. Il più delle volte, non si ha la percezione di aver superato la soglia di bevitore occasionale a bevitore assiduo.


- Astinenza: se il paziente interrompe bruscamente l’assunzione di alcolici, comincia a manifestare una serie di sintomi tra cui insonnia, irrequietezza, nausea e vomito, fino ad arrivare al delirium tremens con tremori e allucinazioni.


- Vani tentativi di smettere di bere: un’altra delle caratteristiche di questi pazienti è che, nel corso della propria vita, provano più volte a smettere di bere, senza mai riuscirci. In questi casi, la probabilità di recidiva è altissima e la tentazione è sempre dietro l’angolo, l’ideale sarebbe affidarsi in maniera definitiva alla competenza di strutture specializzate.


- Spreco di tempo nel cercare di procurarsi alcolici: molto spesso questi soggetti trascorrono la maggior parte delle proprie giornate a reperire e assumere alcol e soprattutto a riprendersi da un precedente abuso alcolico.


- Il paziente alcolista tende ad avere più problemi in ambito lavorativo, in ambito familiare e in ambito sociale creando una sorta di circolo vizioso. Si è registrata tra gli alcolisti la più alta incidenza di separazioni, reati, incidenti automobilistici e assenteismo dal lavoro.


- Nonostante venga messo a conoscenza dei rischi dell’alcol dal punto di vista fisico e psichico, il paziente non riesce in ogni caso a smettere con la sola forza di volontà.


- Perdita di controllo: il paziente alcolista tende a porsi dei limiti di assunzione di alcolici che, puntualmente, vengono oltrepassati in modo inconsapevole. Anche se dovesse mai rendersi conto di stare eccedendo, la perdita di controllo del suo Io gli impedirebbe di fare la cosa giusta.


Se un paziente mantiene per almeno 12 mesi tre di questi punti, viene definito alcolista a tutti gli effetti.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.sandonato-gsd.it/news.php?ne_id=2279


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)