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Alcol-dipendenza, farmaci GABAergici possibile terapia nei pazienti con malattia epatica avanzata

Alcol-dipendenza, farmaci GABAergici possibile terapia nei pazienti con malattia epatica avanzata

 

ALCO-DIPENDENZA, FARMACI GABAERGICI POSSIBILE TERAPIA NEI PAZIENTI CON MALATTIA EPATICA AVANZATA

 

I farmaci GABAergici non benzodiazepinici, in particolare quelli che agiscono, direttamente o indirettamente, sui recettori GABAB sembrano essere utili nella gestione di pazienti alcol-dipendenti, dalla sindrome di astinenza alla prevenzione delle ricadute. Questo è quanto riportato in una revisione sistematica della letteratura che ha coinvolti ricercatori di diversi centri ospedalieri e universitari italiani tra cui l’ospedale Gemelli di Roma.

 

 

Nella review gli autori passano in rassegna alcuni di questi farmaci che sono stati di recente valutati in studi clinici, con risultati interessanti in termini di sicurezza, efficacia e popolazione target (es. ossibato di sodio, baclofene, gabapentin).

 

 

Tuttavia, precisano gli stessi autori, sono necessari ulteriori studi multicentrici di grandi dimensioni prima dell’utilizzo diffuso di questi farmaci nella pratica clinica.

I disordini da abuso di alcol (AUD) rappresentano uno stato di malattia multifasico che richiede una gestione ottimale.

Nel caso dell’alcol, il craving svolge un ruolo chiave nell'indurre le ricadute.

 

 

Gravità del problema

Circa 2 miliardi di persone in tutto il mondo consumano bevande alcoliche. Il consumo di alcol è responsabile di circa il 3,8% di tutte le morti considerando che quasi il 10% della popolazione mondiale è affetto da AUD. Questi numeri mostrano chiaramente la gravità del problema e la necessità urgente di trattamenti efficaci.

Il trattamento degli AUD rimane ancora una sfida e l'obiettivo primario è la prevenzione totale delle recidive e l’astinenza dal consumo di alcol o, in alternativa, la riduzione del consumo.

Secondo gli autori della review, è necessario un intervento multiprofessionale per raggiungere questi obiettivi; infatti, il trattamento più comune per promuovere l'astinenza, riducendo l'assunzione di alcol e prevenendo le ricadute è la combinazione tra interventi psicosociali e terapia farmacologica.

 

 

Vari farmaci sono stati valutati per il trattamento degli AUD, e alcuni sono stati approvati, come disulfiram (DF), naltrexone (NTX), acamprosato e, di recente in Europa, il nalmefene.

Altri farmaci, tra cui farmaci GABAergici, sono stati saggiati in pazienti con AUD con risultati incoraggianti.

Il trattamento ideale sarebbe ridurre dipendenza, craving dopo la cessazione e sindrome di astinenza (AWS).

 

 

In tale ottica, i farmaci GABAergici si mostrano promettenti per l’utilizzo nel trattamento delle varie fasi che attraversa il paziente, durante e dopo il trattamento.

La presente review si concentra sui farmaci GABAergici e sulla possibile efficacia di questi farmaci su diverse tipologie di pazienti AUD.

 

 

Classificazione dei pazienti

Tali soggetti, infatti, possono avere caratteristiche differenti che vanno dall’età dell’inizio dell’alcolismo, il tipo di bere (continuo o meno), percentuale di metabolizzano dell’alcol, rapidità della progressione della patologia e concomitanti altri problemi, soprattutto psichiatrici.

Per tale motivo è utile dividerli in gruppi e sottotipi; ciò migliora la diagnosi, aiuta a predire la prognosi e a fornire un trattamento adeguato.

Come ha dichiarato il prof. Giovanni Addolorato dell’Istituto di Medicina Interna-Policlinico Gemelli Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma , autore dello studio: «Il paziente a seconda delle singole caratteristiche e della gravità della sua malattia puo’ essere classificato in una delle diverse tipologie a seconda che si usi la tipologia di Lesch o di Schuckit, Babor ecc».

 

 

«I pazienti-ha proseguito il prof. Addolorato-possono anche essere classificati in base al craving a secondo che questo sia di tipo “reward” (bere per ottenere una ricompensa), “relief” (bere per ottenere la riduzione dei livelli di tensione), obsessive (bere per la presenza di pensieri ossessivi correlati alle sostanze) o compulsive (bere in relazione alla compulsione per le sostanze)».

Un recente strumento il “Craving Typology Questionnaire” sembra stia dando ottimi risultati nel selezionare i pazienti in base alla tipologia di craving.

 

 

Questo questionario ha bisogno ancora di finire la sua validazione ma potrà essere d’aiuto per i medici nella scelta di un trattamento con il farmaco anti-craving più appropriato.

«Tuttavia-ha continuato il prof. Addolorato- è da sottolineare che al momento attuale diversi strumenti permettono di individuare le diverse tipologie di craving incluso l’OCDS (Obsessive Compulsive Drinking Scale validato da Raymond F. Anton) o la scala di Penn, l’ACS (Alcohol craving scale) e altri».

 

 

Emilia Vaccaro

 

 

(...omissis...)

 

 

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.pharmastar.it/?cat=30&id=18953