338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Alcol, droga e giovani: Perugia capofila del progetto europeo "Share my european city"

cufrad news alcologia alcol alcolismo alcol, droga e giovani: Perugia capofila del progetto europeo "Share my european city"

Alcol, droga e giovani: Perugia capofila di progetto europeo. Arrivano bar e clienti «consapevoli»
Di «Share my european city» faranno parte anche Londra e Valladolid: due anni e una ventina di locali coinvolti insieme a utenti,


di Daniele Bovi


Mettere in rete i luoghi del divertimento di tre città coinvolgendo centinaia di persone tra clienti, in special modo adolescenti, gestori dei locali e forze dell'ordine per prevenire fenomeni come vandalismo, bullismo, reati ambientali, disturbo della quiete pubblica, risse, atti osceni e così via e rendere maggiormente consapevoli i giovani sulle conseguenze dell'uso (e abuso) di alcol e droghe, spesso origine di quei fenomeni. Sono questi gli obiettivi di Sme-city (Share my European city), il progetto europeo che vede il Comune di Perugia capofila volto a dare maggiore consapevolezza agli adolescenti a proposito dell'uso di alcol e droga, prevenendo così la criminalità legata al loro abuso. Oltre al capoluogo umbro le altre città coinvolte, per un periodo di due anni, sono Valladolid e Londra, insieme alla società cooperativa Borgorete (Perugia), Arcola Research (Londra), Fundacion Intras (Valladolid), University of Business and Health Science (Lodz, Polonia) e Forum italiano per la sicurezza urbana (Bologna).


Due anni In questi 24 mesi, secondo quanto spiegato martedì, faranno parte del progetto (finanziato con 377 mila euro di fondi europei) almeno 20 locali per ogni città, ognuno dei quali dovrà coinvolgere circa 50 tra clienti (in special modo, come detto, gli adolescenti), i gestori e il loro personale, la cittadinanza che vive in quelle zone e le forze dell'ordine. Quattro le linee di azione: «Mediazione, recupero degli offender, ricerca, disseminazione». La mediazione consiste nella «creazione della rete dei bar consapevoli», con la formazione dei gestori e del personale dei bar che aderiranno, nonché la promozione di azioni di condivisione attraverso il web.


Giovani alla pari Con recupero degli offender si intende invece il coinvolgimento dei giovani a rischio all'interno delle azioni di mediazione come «educatori tra pari» retribuiti dal progetto. Insomma accanto al momento repressivo ce ne sarà uno in cui gli adolescenti consumatori svolgeranno un ruolo attivo. La ricerca permetterà poi di definire gli indicatori pertinenti per valutare l'efficacia delle attività di prevenzione della criminalità, ed alla fine del progetto saranno elaborati un documento e un marchio della «Rete europea dei bar consapevoli». Infine, con la «disseminazione» verrà elaborato il documento sopra citato, diffuso a tutti i soggetti europei interessati mentre sarà inoltre realizzato un video sui «bar consapevoli» e si darà vita ad una conferenza finale internazionale. Alla fine, lo scopo è quello di dare vita ad un modello di intervento replicabile anche in altre realtà.


Boccali: allargare il dibattito «Per quanto riguarda Perugia - ha detto il sindaco Wladimiro Boccali - non si tratta di un progetto isolato ma si inserisce in un contesto più ampio di azioni in diverse aree del centro storico. Un qualcosa di strutturato sul nostro territorio che dovrebbe anche permetterci di allargare gli orizzonti di un dibattito spesso troppo chiuso, che avviene sotto una campana di vetro. Questi sono fenomeni che non riguardano solo Perugia e spero che con ciò si riesca a far fare un passo in avanti anche al dibattito». «Nel complesso - osserva Gianluca Mannucci di Borgorete - si tratta di coinvolgere in rete i luoghi del divertimento notturno , dove spesso avvengono i conflitti sociali o episodi di microcriminalità». «E' un progetto importate per le nostre città - spiega un rappresentante della Fondazione Intras: spesso l'abuso di alcol e droghe porta anche a problemi mentali». L'Università di Lodz si occuperà invece della ricerca, dell'elaborazione degli indicatori e poi della diffusione dei risultati.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)