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Alcol, droga e guida: vince la prevenzione

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Una giornata di studio dedicata ai giovani e con i giovani, 250 studenti delle classi quarte dell'Itis di Parma, che si sono confrontati con esperti sul tema della guida in stato d'ebrezza.
Un'iniziativa che per la prima volta considerato diversi aspetti: quello della sicurezza stradale, con Maurizio Marchi, responsabile del Sulpm, quello psicologico, con la dottoressa Cristina Giuffredi e quello della dipendenza da sostanza, con Andrea Branchini, ex studente dell'Itis, ora operatore nella comunità di Betania.
«Abbiamo organizzato questo seminario su sollecitazione di alcuni genitori - spiega il preside Nicola Nucci -, per capire, insieme ai ragazzi, cosa li spinge ad abusare di queste sostanze e spiegare loro le conseguenze che ne derivano».
La prevenzione prima di tutto. «Non abbiamo incontrato i ragazzi per dire loro "non bevete, non fate uso di droga", perché non ci avrebbero ascoltati - racconta Marchi, che è nella Polizia Municipale di Rimini e le stragi del sabato sera le ha vissute sul campo -. Ci siamo limitati ad informarli sui rischi che corrono, che fanno correre agli altri  e a chiedere loro di non mettersi al volante se hanno assunto alcol o droghe».
Per Sara, la mamma, vigilessa, promotrice del seminario «è necessario ristabilire un clima di fiducia e collaborazione tra cittadini e forze dell'ordine»; per lo stesso motivo, Marchi, che si è presentato in abiti civili, ha ricordato due episodi, quello di Emmanuel Bonsu, «un fatto avvenuto a pochi metri da qui» e l'accoltellamento di un professore da parte di uno studente, a Gorizia: «Le responsabilità personali non devono minare la vostra fiducia, così come non minano la nostra nei vostri confronti. Il corpo dei vigili urbani è sano e chi ha sbagliato pagherà».
I ragazzi hanno seguito con attenzione tutti gli interventi e hanno fatto domande sulle sanzioni, sul percorso di recupero da una dipendenza, sulle motivazioni che spingono i giovani a cercare lo sballo. «La mancanza di una coscienza di sé - ha spiegato la dottoressa Giuffredi - vi fa sentire invincibili, è normale alla vostra età, ma dovete imparare a razionalizzare e capire che dalla vostra responsabilità dipendono la vostra sicurezza e quella degli altri».
E mentre i ragazzi dicono di apprezzare l'iniziativa Discobus e chiedono di aumentare il servizio - anche a fronte di un eventuale biglietto - Maurizio Marchi lancia una proposta agli amministratori locali: «Chiedere ai volontari delle associazioni la disponibilità per riaccompagnare a casa chi non è in grado di guidare; ai ragazzi basterebbe una telefonata per arrivare a casa sani e salvi».
di Laura Ugonotti