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Alcol, droga, nuovi modelli di consumo: le riflessioni del dr. Gatti

Alcol, droga, nuovi modelli di consumo: le riflessioni del dr. Gatti

La lista delle vittime della droga si allunga. Dall'ospedale di Niguarda a Milano i medici fanno sapere che gli organi del

ragazzo, in coma dopo un mix letale di alcol e droga, sono tutti gravemente compromessi e che il trapianto di fegato non sarà

effettuato. Un quadro clinico estremo e grave quanto la diffusione ormai dilagante di uso di alcolici e sostanze stupefacenti

tra i ragazzi. Il dottor Riccardo Gatti, medico psichiatra esperto di problemi connessi all'uso di droghe, lancia un allarme

attraverso Tgcom. Le nuove droghe sono pericolose e giustamente criminalizzate. Ma lo stesso deve avvenire per l'abuso

dell'alcol. Invece le imprese ci marciano sopra.
Dottor Gatti, nuove vittime e nuove droghe. Quali sono queste nuove minacce e che effetti hanno?
"La distinzione tra droghe classiche e nuove è un metodo di classificazione che ci siamo inventati noi. Il papavero d'oppio e

la pianta di canapa sono i precursori di eroina, cocaina, marjuana e hashish. Poi, a seconda della lavorazione, diventano

droghe con principi attivi e producono effetti che variano da sostanza a sostanza. Le nuove droghe sono quelle di origine

sintetica e il problema della loro identificazione è molto complicato perché sono tante e in continua evoluzione. Le

metanfetamine, per esempio, sono della famiglia in cui è compresa anche l'ecstasy. Sul mercato ce ne sono almeno 200 tipi che

hanno effetti allucinogeni. Poi ci sono quelle empatogene che danno una sensazione di maggior socializzazione, oltre a quelle

più propriamente anfetaminiche che danno un senso di maggior carica aggressiva. Il nuovo, quindi, è più che altro riferito

alle droghe chimiche, sintetiche e al loro modo di utilizzo"
E' possibile tracciare un profilo del consumatore di oggi?
"Nel tempo il profilo del consumatore di droga è cambiato, come anche il metodo e la situazione d'uso sono cambiate. Possiamo

definire tre fasi. Droga 1.0 : era la droga dei diversi. Perché c'era la cocaina per la mala, l'eroina per gli emarginati,

oppure le droghe che giravano in determinati ambienti come quello artistico o dello spettacolo. Poi dagli anni '90 in poi è

iniziato il periodo della droga 2.0, come droga della prestazione. L'emblema è la cocaina che serviva per essere performanti,

sul lavoro, sulle relazioni o nel sesso. Le droghe da discoteca nascevano perché ti permettevano di avere dei ritmi notturni

estremi. Oggi la droga 3.0 è un momento di allontanamento mentale dalla routine per poi tornare ad una vita assolutamente

normale"
Chi rientra nel modello di consumo odierno?
"Chiunque. E' cambiato l'atteggiamento rispetto al consumo delle droghe. In questo salto rientrano le generazioni più giovani

perché le modalità nuove di consumo sono nate proprio con i nuovi media. Prima i media suggerivano chi si poteva essere o

cosa si poteva consumare, poi ognuno sceglieva. Si ricalcavano stili di vita già esistenti. Quello che sta succedendo adesso

nel mercato della droga, come in tutti i mercati, è che si inseguono i desideri dei consumatori. Quindi i produttori non

condizionano più i consumatori, ma sono questi ultimi a condizionare chi produce.
Anche i luoghi d'acquisto sono cambiati. C'è un mercato della Rete che sfugge sempre di più alle maglie della legge...
"Internet sta proponendo nuovi tipi di droga e nuovi tipi di utilizzo perché attraverso la realtà virtuale si riesce ad avere

un rapporto molto più veloce e diretto con i consumatori. I produttori realizzano direttamente e vendono direttamente. Oltre

agli smart shop esistono anche delle farmacie virtuali con prodotti che a loro volta possono anche essere usati come droghe"
Come si sta impegnando lo Stato per bloccare questo traffico?
"C'è una forte difficoltà da parte delle forze dell'ordine nell'intercettare un certo tipo di droghe che devono essere

inserite in un preciso elenco. La chimica permette di produrre molecole che hanno lo stesso effetto delle droghe già in

elenco. Per cui ogni volta che esce qualcosa di nuovo sul mercato si deve analizzare la sostanza per capire se rientra o no

nell'elenco delle droghe. Ma questa rischia di essere una corsa senza fine. Ci sono inoltre una serie di altri prodotti che

possono essere utilizzati come droghe, ma sono in vendita nei comuni negozi. Polizia e carabinieri fanno tutto quello che

devono fare e leggi ci sono, ma il problema è da affrontare a livello culturale. A partire dalla criminalità organizzata ci

sarà sempre qualcuno in grado di proporre qualcosa di diverso e ancora sconosciuto. Quindi bisogna fare in modo che la gente

non finisca vittima della propria stupidità.
Il recente studio inglese della rivista Lancet definisce l'alcol molto più dannoso di crac ed eroina. Lei cosa ne pensa?
"Questo studio scientifico ha una sua validità ma rappresenta il pensiero di alcuni studiosi. Nel momento in cui questa tesi

viene divulgata diventa un discorso pericoloso e fraintendibile. Invece l'alcol provoca dei danni che sono seri almeno quanto

altre droghe e in questo momento lo stiamo sottovalutando. Così si finisce per produrre danni sociali maggiori di quelli

provocati da altre droghe e noi perdiamo il polso della situazione"
In Italia il problema dell'abuso di alcol viene sottovalutato?
"Il problema di fondo è che se diverse persone si aggregano e vendono droga diventano un'organizzazione criminale. Se la

stessa cosa avviene per vendere alcol, allora è un' impresa. Ci sono degli imprenditori fieri che puntano al vino di qualità,

che cercano di non promuovere il bere in maniera esagerata, presentando un buon prodotto per essere gustato. Ma questi

vengono seppelliti da un modo di fare impresa sull'alcol che mira soltanto a far sì che la gente beva il più possibile.

Questa cosa uccide la produzione di qualità e promuove una situazione che si avvicina molto al consumo di droga"
Cinzia Petito