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News di Alcologia

Alcol, droghe e guida: primi risultati emersi dalla Conferenza nazionale

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Nell'ambito della 5ª Conferenza Nazionale sulle politiche antidroga e sui problemi connessi alla diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope, organizzata dal Dipartimento delle politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e tenutasi a Trieste nei giorni 12, 13 e 14 marzo 2009, una sessione specifica di lavoro è stata dedicata al problema dell'alcol,  delle droghe e dei loro riflessi sulla guida di un veicolo stradale. La sessione è stata moderata dal sottoscritto ed ha visto come relatori: Piero Caramelli (Polizia di Stato), Daniele Giocondi (Polizia di Stato), Diana Candio (ASL Verona), Emanuele Scafato (ISS), Luigi Nardetto (CNCA-ONLUS). La sala gremita di gente - come d'altronde l'intera Conferenza - ha dimostrato l'importanza del tema trattato, come del resto assai importanti sono stati i risultati emersi dalla sessione di lavoro che mi accingo a sintetizzare. Il problema della guida sotto l'effetto di alcol e di sostanze stupefacenti è un tema di assoluto rilievo per la sicurezza della circolazione stradale, e gli ultimi fatti di cronaca ne sono un esempio, superficiale, ma concreto. Per dare un'idea del fenomeno, si pensi che in Italia si stima esistano oltre un milione di alcolisti e cinque milioni di bevitori eccessivi, ovvero, sei milioni di soggetti a rischio nel sistema della circolazione stradale (e i dati sono in aumento). E non abbiamo inserito nel calcolo i bevitori occasionali, moderati e meno moderati. Per quanto attiene le droghe, invece, cito solo un dato, di cui, trall'altro, sono venuto a conoscenza proprio a Trieste nei giorni della Conferenza: in Italia, nel 2008, sono state sequestrate 47 tonnellate (avete letto bene, tonnellate!) di sostanze stupefacenti, in gran parte cocaina. Bene, se ora si considera il fatto che quanto sequestrato pare rappresenti il 25-30% di quanto realmente entra nel Paese, non si sbaglia di molto se parliamo di circa 150 tonnellate (centocinquantamila kilogrammi!) che ogni anno, più o meno, circolano sul territorio italiano. A questo punto, ogni ulteriore considerazione sulla gravità del fenomeno mi sembra superflua. Ma entriamo nel merito dei contenuti della sessione.
La situazione attuale: Nel 2007 abbiamo avuto in Italia 5131 morti per incidente stradale e 325.000 feriti conseguenti a circa 230.000 incidenti. L'Istituto Superiore di Sanità stima, ormai da anni, che almeno il 30% di questi sia causato dall'uso di alcol e/o da sostanze stupefacenti. Le criticità: Ad oggi, le problematiche relative all'uso di bevande alcoliche alla guida appare un problema abbastanza noto al grande pubblico. Non altrettanto è possibile affermare per l'uso delle sostanze psicotrope o stupefacenti, dove il problema è in forte espansione ed ancora troppo sottostimato. Nel 2006 i controlli su strada di Polizia e Carabinieri erano circa 200.000/anno, sono diventati  800.000 nel 2007 e quasi 1,4 milioni nel 2008, ma purtroppo, per i motivi che vedremo avanti, la maggior parte di questi sono stati controlli solo sull'alcol (con precursore o con etilometro omologato). Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha fornito negli ultimi mesi oltre 800 etilometri omologati e 2.200 precursori alle forze di Polizia, contribuendo al contenimento del fenomeno. Molto rimane ancora da fare nel settore delle sostanze d'abuso. I motivi di questa criticità sono fondamentalmente due. Il primo, un'articolazione piuttosto complessa dell'art. 187 del Codice della strada (CdS) che prevede l'accompagno dell'utente presso una struttura sanitaria del SSN al fine della certificazione medica dello stato di "alterazione psico-fisica da uso di sostanze psicoattive" (certificazione che, ovviamente, non può essere emessa dall'agente di Polizia che effettua il controllo su strada: trattasi infatti di "atto medico"). Questo processo, quindi, risulta talmente lungo, da far diventare questi controlli, oltre che molto onerosi in termini di tempo e di personale, anche poco "convenienti" in termini di efficacia, efficienza ed economicità, tenendo conto, inoltre, del gran numero di ricorsi giudiziali che i soggetti controllati effettuano subito dopo l'emissione dei provvedimenti dell'autorità competente. Il secondo motivo è rinvenibile nella mancanza sul mercato di uno strumento "omologato" che, come avviene per il caso dell'alcol, possa certificare su strada l'infrazione alla norma, ovvero, la guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Infine, un'ulteriore criticità emersa nel corso della sessione è relativa all'esistenza del fenomeno delle poli-assunzioni di sostanze, ovvero, all'assunzione contemporanea di alcol e droghe, rappresentando, di fatto, un micidiale cocktail con immaginabili effetti sulla sicurezza della circolazione stradale.
Possibili soluzioni: Nella Provincia di Verona, negli ultimi anni, sono state effettuate delle valide operazioni congiunte tra Polizia Stradale e ASL (Progetto Drugs on street), determinando un innalzamento non solo del numero dei controlli su strada sullo stato psicofisico dei conducenti, ma anche - e soprattutto - dell'efficacia stessa dei controlli sulle sostanze d'abuso.  In pratica, i soggetti fermati dalla Polizia sono stati successivamente visitati da una intera equipe medica composta, tra l'altro, da tossicologi, alcologi, psichiatri ecc. al fine di certificare "su strada" lo stato di alterazione psicofisica del soggetto controllato. Una tale procedura ha consentito di adempiere pienamente ai dettati dell'articolo 187 CdS con il vantaggio di accelerare le procedure e di poter comminare le sanzioni definitive subito dopo la fase del controllo e della certificazione medica. Tale metodologia ha consentito il sanzionamento degli utenti colpevoli del reato di guida in stato di alterazione psicofisica derivante da assunzione di sostanze, senza ingenerare ricorsi giudiziali da parte dei soggetti controllati. Si segnala, infine, che le analisi effettuate durante il progetto veronese hanno evidenziato che il 47% dei conducenti controllati aveva fatto uso di alcol o di sostanze d'abuso ovvero di entrambe. In definitiva, tra le varie soluzioni possibili, al fine della lotta alla guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, si propone l'esportazione del "modello Verona" in tutte le altre Province d'Italia. Tale modello, quindi, che ha dimostrato la propria validità in tale Provincia, dovrebbe passare da "Modello virtuoso provinciale" a "Paradigma nazionale di riferimento". In parallelo, al fine di rendere sempre più intensiva la fase di verifica e di controllo su strada, si propongono, inoltre, altre valide iniziative quali:
1 - fornitura alla Forze dell'ordine (in primis a Polizia stradale, Carabinieri e Polizie municipali) di idonei strumenti per la verifica dell'assunzione di alcol e sostanze d'abuso (etilometri omologati, precursori etilometrici, test di screening per le principali sostanze stupefacenti);
2 - semplificazione delle procedure attualmente previste dall'art. 187 CdS (es. con l'abolizione dell'obbligo di accompagno presso la struttura sanitaria ed introduzione di nuovi protocolli operativi che prevedano l'invio, da parte degli agenti di Polizia, di campioni di liquidi biologici in contenitori sigillati e catena di custodia certificata e certificabile;  identificazione della migliore matrice biologica al fine di ridurre le possibilità di ricorso giudiziale in base all'assunto dei tempi di permanenza della sostanza nel campione biologico prelevato,  identificazione delle strutture pubbliche o private dove è possibile l'analisi spettrografica di massa del campione, attivazione di convenzioni con laboratori pubblici e privati).
3 - aumento dei controlli specifici su strada, da parte delle Forze dell'ordine, sull'uso delle droghe durante la guida, anche solo a mezzo di strumenti precursori (ma di caratteristiche ben definite), con sanzioni modulate in funzione della possibile confessione del reo, tese a limitare il ricorso al laboratorio di analisi ed alla certificazione medica.
Naturalmente, le azioni di contrasto all'uso di sostanze (sia alcol che droghe), non potranno prescindere da una forte azione di informazione degli utenti (es. campagne di comunicazione mirate, con caratteristiche di continuità) nonché da un rinnovato dinamismo nel campo della educazione alla sicurezza stradale in tutte le scuole di ogni ordine e grado.