Alcol, droghe, piloti e comune buon senso: un'osservazione
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Avete presente l'accusa che, con sempre maggiore frequenza, viene rivolta alla medicina tradizionale occidentale?Essa sarebbe responsabile di curare il sintomo, ma di non indagare abbastanza sulla causa che ha provocato il sintomo.
Le conseguenze non sono affatto trascurabili: eliminando - chirurgicamente o con medicinali - il sintomo, non si è risolto il problema e pertanto non si può escludere che esso non si ripresenti nuovamente.
Abbiamo voluto servirci di questa considerazione per introdurre un argomento il quale, secondo noi, presenta non poche analogie con l'accusa rivolta alla medicina tradizionale, ovvero di avere un approccio sbagliato alla soluzione del problema.
Sull'onda emotiva di gravi fatti di cronaca che hanno riguardato autisti di mezzi pubblici che guidavano i mezzi loro affidati sotto l'influenza di droghe e alcol, si è varata una corposa norma (trecento e oltre pagine) la quale in pratica obbliga i datori di lavoro a farsi carico di controlli periodici per appurare se il dipendente abbia fatto uso di alcol o droghe.
In tal senso, è di questi giorni la notizia che la procura di Torino ha avviato indagini per appurare se quanto previsto dalla legge 81/2008, per la parte riguardante il personale di volo, sia stato messo in pratica dagli operatori aerei, in particolare da Alitalia.
È cosa notoria che il nostro Paese è famoso per le tante, troppe leggi che in pratica dovrebbero ultratutelare i cittadini le quali tuttavia, vuoi per la loro complessità, vuoi per la loro difficile applicazione pratica, se dovessero venir pedissequamente osservate, a dir poco finirebbero di certo per paralizzare le normali attività di una impresa.
È nostra opinione che il legislatore si dovrebbe occupare di fattispecie che nel concreto eccedono la norma comune dell'ovvio modo di comportamento, ma dovrebbe astenersi dal regolamentare tutto ciò che è dettato dal comune buon senso.
Detto più esplicitamente, si può legiferare su quale pena dare a un padre che maltratta un figlio, ma sarebbe paradossale se si legiferasse su come i padri debbono trattare i figli.
Tutti sappiamo quando l'alcol è troppo, e a maggior ragione un pilota dovrebbe ben sapere quanto assumerne se mancano poche ore ad entrare in servizio, non c'è bisogno di una legge per spiegare una norma così ovvia. Non parliamo poi di chi si droga, perché in tal caso il datore di lavoro dovrebbe essere assolutamente libero di cessare il rapporto di lavoro, in tronco.
Ora, per quanto riguarda i piloti di aerolinee, questi periodicamente debbono sottoporsi a visite mediche di controllo e per loro, invece di fare riferimento alle nuove norme della 81/2008, si poteva più semplicemente aggiungere ai controlli periodici di check-up già obbligatori, l'obbligo di ulteriori controlli mirati relativi all'uso di alcol e droghe.
Invece si è preferito puntare per nuovi adempimenti aggiuntivi salvo poi leggere sui giornali che, dal momento che si sono incontrate obiettive difficoltà a tradurre in pratica quanto previsto dalla legge, la procura di Torino si è mossa nei confronti dei vertici Alitalia.
Oggi la tendenza è quella di voler considerare i genitori responsabili del comportamento dei figli; i datori di lavori responsabili del comportamento dei loro dipendenti... mentre lo Stato si ritira sempre più, scrollandosi di dosso gran parte delle responsabilità.
Il lettore ad esempio deve sapere che se un passeggero di un aereo scende su un aeroporto italiano e non ha passaporto o visti in regola, il vettore che lo ha trasportato in Italia deve pagare una sonora multa per immigrazione illegale (!).
Anche in questo caso siamo di fronte ad una evidente, palese auto-assoluzione da parte degli organi competenti degli Stati con relativa ri-girata di responsabilità su altri soggetti: è risaputo infatti che gli organi di polizia di frontiera sono coloro che sono chiamati a controllare la validità dei documenti presentati al momento in cui si esce da un paese.
Decisamente troppo comodo, troppo facile. Lo Stato ha sue precisa responsabilità, le quali eccedono e vanno oltre quelle del singolo imprenditore o del singolo genitore.
Il 22 luglio dello scorso anno a proposito di vittime della strada e di vittime degli incidenti aerei (Masterviaggi, editoriale) annotavamo le seguenti considerazioni.
Quando un automobilista o un motociclista, ubriaco o non, viola più volte, ripetutamente, le norme del codice stradale senza che nessun vigile lo fermi per contestargli le infrazioni, il giorno che egli avrà causato un incidente con morti o feriti, la responsabilità sarà solo sua, o non vi è piuttosto da ravvedere per lo meno un concorso di colpa da parte di chi, istituzionalmente parlando, era preposto al controllo della circolazione stradale?
E che dire poi del fatto che magari una volta condannato per l'incidente, dopo pochi giorni chi ha provocato l'incidente è nuovamente alla guida di un automezzo'
Anche per quest'ultimi casi, dei quali con sempre maggior frequenza si viene a conoscenza, non è forse colpa di leggi e regolamenti non applicati da parte delle autorità che debbono farli rispettare'
Sappiamo tutti, e sarebbe il caso di smetterla di fingere di ignorare, che qui non si tratta di varare ulteriori leggi che vietano comportamenti o che vorrebbero imporre filtri a monte di dubbia utilità, quanto invece di mettere in pratica controlli e sanzioni, allorché si prende atto di un comportamento scorretto, potenzialmente pericoloso.
Ed è qui su questo fronte che gli organismi pubblici sono carenti, è qui che si continuano a dettare norme teoriche, non agendo con sufficiente incisività nella pratica quotidiana.
Il pilota si droga, il pilota beve troppo?Bene, prima della partenza, al momento in cui gli equipaggi si presentano allo scalo, le autorità aeronautiche preposte alla sicurezza del volo avvalendosi di propri ispettori effettuino controlli random, senza preavviso, e se qualcuno viene sorpreso con valori eccedenti la norma, venga bloccata la licenza di volo e si proceda a sanzioni..
Sarebbe il caso di smetterla di giocare allo scarica barile; lo Stato si faccia carico di quelle responsabilità che con troppa disinvoltura tenta di rigirare a chi esercita una attività imprenditoriale garantendo un impiego e un salario.