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Alcol e adolescenza: come il cervello modifica il suo funzionamento

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Alcol e adolescenza: come il cervello modifica il suo funzionamento

Fonte: Addictive Behaviors

Titolo originale e autori: Adriene M. Beltz, Kathleen M. Gates, Anna S. Engels, et al. Changes in alcohol-related brain networks across the first year of college: A prospective pilot study using fMRI effective connectivity mapping.-Addictive Behaviors, 2013; 38 (4): 2052


Un elevato numero di ricerche evidenzia gli effetti negativi che derivano dal cosiddetto "binge drinking", ovvero il bere molti alcolici in poco tempo, una pratica sempre più diffusa tra gli adolescenti, soprattutto durante i primi anni di college e di università. Queste grandi quantità di alcol, sono spesso accompagnate da cambiamenti comportamentali nei ragazzi, che sono indicativi di alterazioni che avvengono a livello cerebrale e che sono stati studiati ancora relativamente poco. Una recente ricerca longitudinale, condotta presso la Penn State University, ha utilizzato la Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) e innovative tecniche statistiche che consentono di creare mappe di connettività effettiva tra le varie aree cerebrali, per indagare le risposte del cervello agli stimoli correlati all'alcol, in un gruppo di 11 studenti tra i 18 ed i 19 anni. I ricercatori hanno registrato l'attività dei loro circuiti cerebrali mentre eseguivano un compito in cui dovevano spingere il più velocemente possibile un pulsante, in risposta a stimoli visivi legati all'alcol oppure neutri. L'esame è stato effettuato sugli stessi studenti per 3 volte: prima dell'inizio del primo anno di college, durante il primo semestre e verso la fine del secondo semestre. Analizzando i risultati finali i ricercatori hanno trovato segni di abituazione agli stimoli alcol-correlati nelle aree cerebrali che processano le emozioni, le quali mostravano una minore connettività (e tempi di reazione più lenti) quando gli studenti dovevano rispondere ad immagini legate all'alcol rispetto a quelle neutre. L'alterazione più rilevante è stata osservata nei circuiti che mediano il controllo cognitivo, in cui è stata misurata la maggiore connettività durante il primo semestre di università, quando aumentavano gli effetti dell'uso di alcol. Questo significa che gli studenti necessitavano di un maggiore sforzo per reclutare le regioni cerebrali coinvolte nel controllo cognitivo per frenare l'impulso verso gli stimoli associati all'alcol, quando avevano l'istruzione di rispondere solo agli stimoli neutri.
Questi risultati indicano, secondo i ricercatori, che le connessioni cerebrali coinvolte nella gestione delle emozioni e del controllo cognitivo vengono alterate dall'aumentata esposizione all'alcol, possono influenzare molte parti del cervello ancora in via di sviluppo negli adolescenti e possono potenzialmente perdurare per molto tempo, anche nella fase adulta.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)