In un articolo di opinione per la rivista Addiction, un ricercatore neozelandese ha esaminato il corpus di prove sul consumo di alcol e il suo legame con il cancro. Ha concluso che l’alcol probabilmente causa più di una mezza dozzina di tipi di cancro.

"Vi è una forte evidenza che l’alcol provoca il cancro in sette siti [nel corpo], e probabilmente in altri," scrive la dott.ssa Jennie Connor, una dottoressa in medicina preventiva all’Università di Otago in Nuova Zelanda e autrice dello studio. Dice che l’evidenza sostiene che l’alcol provoca il cancro dell’orofaringe, della laringe, dell’esofago (tumori della testa e del collo), fegato, colon, retto e seno.

E le sue scoperte non sono nuove, dice a MNN Susan Gapstur, MPH, PhD e vice presidente dell’epidemiologia per l’American Cancer Society.

"Fondamentalmente, sta citando e ribadendo che in effetti ci sono collegamenti causali tra il consumo di bevande alcoliche e il cancro," Dice Gapstur. "Ha esaminato la scienza esistente e inquadrato le prove in un modo per aiutare le persone a capire come sono arrivate le conclusioni che l’alcol e il bere causano il cancro."

Gapstur afferma che la nuova recensione conferma i risultati raggiunti dai precedenti gruppi di esperti che hanno determinato la connessione causale tra l’alcool e quei sette tumori. Sebbene il materiale non sia nuovo, il promemoria di Connor è ancora una buona idea, afferma Gapstur.

"Le persone hanno bisogno di essere ricordate quando cercano un drink che limitare il loro consumo è ancora importante," Dice Gapstur.

L’American Cancer Society raccomanda alle donne di limitarsi a un solo drink al giorno e che gli uomini si limitino a due al giorno.

Nella sua recensione, Connor afferma anche che c’è una crescente ricerca che altri tumori – come pelle, prostata e pancreas – potrebbero anche avere un forte legame con il consumo di alcol.

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copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://it.askmeproject.com/salute/fitness-e-benessere/il-ricercatore-trova-prove-forti-che-l-alcol.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)