Alcol e Cocaina: un mix micidiale
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Lo si potrebbe definire delirio di onnipotenza, è l'effetto, in generale, delle sostanze stimolanti-eccitanti, e in particolare della cocaina. A parlarne Edoardo Polidori, direttore del Sert, il Servizio per le tossicodipendenze, di Forlì.
Dottor Polidori, che cosa accade a chi guida sotto gli effetti della cocaina?
"Quello che succede a chiunque assuma un potente stimolante: si è colti da un eccesso di sicurezza, di controllo, accoppiato al sono io che gestisco la velocità, che tengo la macchina. Quindi, sopravvalutazione di sé, e simultaneamente sottovalutazione del pericolo. Ma quel che è peggio è che raramente queste sostanze quasi mai entrano nell'organismo da sole..."
"Chi prende cocaina frequentemente beve alcolici e il mix genera nell'organismo una sostanza intermedia, il coca-etilene, che prolunga gli effetti della droga, i cui effetti, normalmente, svaniscono molto prima rispetto all'etanolo (siamo nell'ordine della mezz'ora-due ore, a seconda che la coca venga fumata e iniettata anziché sniffata, contro le diverse ore dell'alcol).
Inoltre, si ha una sovrapposizione di effetti, perché l'eccitazione tipica della sostanza stimolante, una volta svanita, lascia la sonnolenza tipica dell'etanolo. L'effetto dei mix di sostanze è devastante, molto più della somma di quelli delle singole, prese una ad una: se la cocaina ha un effetto pari a uno, e l'alcol anche, uno più uno fa cinque".
Che fare, allora, contro le "stragi del sabato sera"?
"Da un lato bisogna sicuramente aumentare i controlli, tuttora relativamente pochi - basta confrontare con altri Paesi europei"
Come si può evitare, prevenire tutto questo?
"Serve più cultura. Si pensa che prevenzione si possa tradurre banalmente in informazione. Non cosi, è vero che l'informazione deve esserci, ma non basta. Occorre trasmettere una cultura sociale, una cultura di responsabilità nei confronti del rischio, sia tra i giovani che tra gli adulti, sia tra i frequentatori che tra gli organizzatori del mondo della notte. E magari rivedere la politica dei trasporti pubblici notturni. Ma è una sfida anche per noi dei Sert, che dovremmo ripensare la nostra presenza nei luoghi ad alta frequentazione giovanile.
E infine i genitori che hanno in mente l'equazione droga uguale disagio. In realtà l'equivalenza è tra disagio e tossicodipendenza: ma alla droga ci si accosta per provare piacere. Occorre educare alla responsabilità".
Come si può ottenere questo risultato?
"Tra i giovani, penso ad esempio alla campagna inglese sul guidatore responsabile: si va in gruppo in discoteca, a turno uno non beve e porta gli altri a casa. Una bella iniziativa. Ma in generale, è il singolo che va educato a non salire in auto con l'amico o con il fidanzato che hanno bevuto. La cultura dominante spinge a dire ma sì, tanto non succede nulla".
Che cosa pensa sull'attendibilità dei test sull'uso di sostanze stupefacenti rispetto alla guida?
"C'è la nota controversia per cui gli esami attuali non consentono di appurare se la sostanza sia stata assunta un'ora o una settimana prima dell'incidente.
In assenza di esami che diano un'indicazione certa sulle conseguenze sulla guida, nel medio e lungo termine, dell'assunzione di droghe, è ragionevole adottare la soluzione più prudente".
E sull'imminente abbassamento della soglia del tasso alcolemico massimo ammesso alla guida, da 0,5 a 0,2 grammi per litro (che qualcuno addirittura dice di abbattere a zero)?
"Mi trova favorevole. In assoluto andrebbe portato a zero, diciamo che lo 0,2 è corretto per evitare quel falsi positivi, tipo quello del cioccolatino al liquore. Entrambe le soluzioni ottengono l'effetto positivo di modificare il modo di ragionare: con lo 0,5, si è portati a pensare in termini di quanto posso bere per non essere beccato, con valori più bassi si è costretti a mettersi nell'ordine di idee del meglio che non beva. Torniamo al discorso dell'educazione alla responsabilità".