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News di Alcologia

Alcol e comportamenti a rischio

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COMPORTAMENTI A RISCHIO
Il consumo di un bicchiere di vino a tavola,
contestualmente ai pasti, può essere considerato in Italia, come in molti Paesi occidentali, parte integrante dell'alimentazione e in generale della vita sociale. Nel corso degli anni, tuttavia, a fronte di una internazionalizzazione dei consumi e di una forte spinta commerciale, sostenuta da modalità pervasive, e di fortissimi investimenti relativi al marketing delle pubblicità di alcolici, al tradizionale consumo moderato si sono affiancati modelli di consumo quali il consumo eccessivo episodico e/o persistente di alcol.
Questo nuovo modello di consumo, spesso caratterizzato da poli-consumo indiscriminato di vecchie e nuove bevande alcoliche e superalcoliche, ha modificato radicalmente le tradizioni mediterranee del bere sociale, creando notevoli problemi sociali e sanitari conseguenti ai danni acuti conseguenti allo stato di intossicazione etilica, quali quelli nelle sempre più frequenti condizioni di ubriachezza occasionale, oppure cronici, conseguenti ad un uso persistente e frequente di quantità non moderate di alcol con lo sviluppo di danni alcol-correlati per il soggetto stesso e a livello sociale. Ogni generazione ha la sua bevanda prevalente di riferimento di rischio alcol-correlato: il vino per gli anziani e gli adulti, la birra e gli aperitivi alcolici per i giovanissimi e i meno giovani. Tra le abitudini emergenti e consolidate, il consumo fuori pasto caratterizza una scelta e un modello del bere prevalente soprattutto tra le giovani generazioni; queste ultime sono spinte al consumo nei luoghi di aggregazione giovanile grazie ad una maggiore disponibilità e convenienza di acquisto delle bevande alcoliche garantite da fenomeni di promozione dei prodotti commercializzati, meccanismi ignoti sino a qualche anno fa, oggi ampiamente tollerati come forme prevalenti di mercato.


Consumatori fuori pasto
I consumatori di vino o alcolici fuori pasto sono stati nel 2010 il 25,% della popolazione di età superiore a 11 anni con una marcata differenza di genere (M: 36,6%; F: 14,2%). L'analisi per classi di età mostra che la prevalenza aumenta dalla classe di età 11-15 anni fino a raggiungere i valori massimi in quella 18-24 e 25-44 anni negli uomini (48,5% e 46,9% rispettivamente) e 18-24 anni nelle donne (35%), per poi diminuire nuovamente fino a raggiungere i valori più bassi tra gli ultra 75enni (M: 17,9%; F: 3,3%).
Le percentuali di consumatori fuori pasto di sesso maschile risultano superiori a quelle delle consumatrici in tutte le classi di età considerate ad eccezione di quella al di sotto dell'età legale (11-15 anni) dove è minimo il gap tra maschi e femmine, e 16-17 anni, età in cui le differenze non raggiungono la significatività statistica (Figura 5).
Per quanto riguarda l'analisi del trend dei consumatori di vino o alcolici fuori pasto, si segnala che tale indagine è stata condotta, separatamente per i due sessi, sulla popolazione di età superiore a 14 anni, in quanto prima dell'anno 2003 il quesito sul consumo di alcol non veniva posto alla popolazione di età compresa tra 11 e 13 anni. Nel corso degli ultimi 10 anni la prevalenza dei consumatori fuori pasto è rimasta significativamente aumentata sia tra gli uomini (+2,7 punti percentuali) che tra le donne (+2,2 punti percentuali), anche se nel corso degli ultimi anni i valori sono rimasti pressoché stabili tra gli uomini, diminuiti di 1,1 punti percentuali tra le donne rispetto alla precedente rilevazione.


Consumatori binge drinking
Il consumo anche episodico di oltre 6 bicchieri di bevande alcoliche di qualsiasi tipo in modo consecutivo e concentrato in un arco ristretto di tempo
è una tipologia del bere sviluppatasi nei paesi del Nord Europa e conosciuta con il termine binge drinking, modalità trasversale all'intera popolazione e ormai consolidata anche in Italia, in particolare nella popolazione giovanile.
Il binge drinking è una problematica sociale e sanitaria emergente che si è affermata nel tempo, attraverso la diffusione di un comportamento (quasi sempre di gruppo) legato al bere fino ad ubriacarsi, alla volontà di usare la sostanza alcol in quantità tali da condurre, attraverso euforia e disinibizione, all'intossicazione alcolica e, soprattutto tra i giovanissimi, ai sempre più frequenti episodi di coma etilico.
Un consumo di tipo binge drinking espone a seri pericoli la salute dell'individuo nell'immediato minacciando oltre alla persona che beve, le sfere relazionali e interpersonali, lavorative, familiari, affettive, accompagnandosi a gravissimi rischi quali ad esempio quello di un incidente stradale (fatale o meno) alla guida di un autoveicolo o di un motoveicolo. Nel medio termine, tale tipologia di consumo conduce ad alterazioni delle capacità cognitive e di orientamento conseguenti a danni irreversibili di una zona specializzata del cervello, l'ippocampo.
Nel 2010 il 13,4% degli uomini e il 3,5% delle donne di età superiore a 11 anni hanno dichiarato di aver consumato, almeno una volta negli ultimi 12 mesi, 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un'unica occasione con percentuali che variano a seconda del genere e della classe di età della popolazione (Figura 7). Le percentuali di binge drinker di entrambe i sessi risultano minime al di sotto dell'età legale (M:1,6%; F:1,5%) e crescono rapidamente fino a raggiungere i valori massimi tra i giovani 18-24enni (M: 23,3%; F: 9,7%); oltre questa fascia
di età le percentuali diminuiscono nuovamente, pur rimanendo su valori ragguardevoli per raggiungere di nuovo i valori minimi negli ultra 75enni (M: 3,3%; F: 1,1%). La percentuale di binge drinker di sesso maschile è statisticamente superiore al sesso femminile in ogni classe di età ad eccezione di quella al di sotto dell'età legale.
L'analisi del trend dei consumatori binge drinking è stata condotta, separatamente per i due sessi, sulla popolazione di età superiore a 11 anni a partire dall'anno 2003, anno in cui è stata introdotta per la prima volta la domanda specifica nell'indagine Multiscopo sulle famiglie.
Rispetto all'anno 2003 la prevalenza dei binge drinker è significativamente aumentata sia tra gli uomini (+1,6 punti percentuali) che tra le donne (+0,7 punti percentuali). Tra gli uomini a partire dal 2005 si è registrata una diminuzione delle percentuali fino all'anno 2008, anno in cui la prevalenza è tornata ad aumentare con un incremento nel corso dell'ultimo anno pari ad 1 punto percentuale; tra le donne si è registrata una riduzione tra il 2005 e il 2008, un nuovo incremento negli ultimi due anni.


Consumatori a rischio (criterio ISS)
Il rischio connesso all'assunzione di bevande alcoliche deve tener conto di parametri quali le quantità assunte, la frequenza del consumo, la concomitanza del consumo di alcol con i pasti, la capacità di smaltire l'alcol in relazione al sesso e all'età, la controindicazione dell'assunzione di alcol in relazione alle condizioni di salute, l'assunzione di farmaci e altre situazioni, quali la valutazione del contesto in cui avviene il consumo di bevande alcoliche.
L'ONA dell'ISS da anni utilizza per il monitoraggio dei consumatori un indicatore in grado di analizzare il fenomeno del consumo a rischio tenendo conto delle differenze legate al sesso e all'età dell'individuo. L'indicatore di sintesi recepisce le indicazioni delle linee guida nazionali per una sana alimentazione dell'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) (7), che tengono conto, a loro volta, delle indicazioni della WHO e della Società Italiana di Alcologia (SIA). Sulla base di tali considerazioni, sono consumatori a rischio i maschi che superano un consumo quotidiano di 40 g di alcol contenuti in una qualsiasi bevanda alcolica (2-3 UA standard) e le femmine che superano un consumo quotidiano di 20 g (1-2 UA standard). Alle suddette categorie di popolazione a rischio ne vanno peraltro aggiunte altre, e cioè gli anziani e i giovani 16-18enni, ai quali si raccomanda di non superare 1 UA al giorno, e gli adolescenti al di sotto dell'età legale (16 anni) ai quali si consiglia l'astensione da qualsiasi tipo di consumo. Per tutti inoltre si raccomanda di evitare il consumo di grandi quantità di alcol in un arco di tempo limitato (binge drinking).
La prevalenza dei consumatori a rischio elaborata attraverso questo indicatore nel 2010 è pari al 25,4% degli uomini e al 7,3% delle donne di età superiore a 11 anni, per un totale di oltre 8.600.000 individui che non si attengono alle indicazioni di sanità pubblica.
L'analisi per genere e classi di età mostra che sono a rischio il 15,2% dei ragazzi e il 12% delle ragazze di sotto dell'età legale (16 anni), valori che pertanto dovrebbero essere pari a zero, mentre invece identificano oltre 220.000 ragazzi e 170.000 ragazze di età inferiore a 16 anni a rischio alcol-correlato senza differenze di genere statisticamente significative.
Come nella precedente rilevazione, le percentuali più elevate di consumatori a rischio di sesso maschile si registrano, nelle classi di età anziane (65-74: 47,4%; 75+: 40,3%) per un totale di circa 2.200.000 di uomini anziani che necessiterebbero di un intervento di identificazione precoce e di sensibilizzazione al problema. Per questo indicatore di sintesi l'unica classe d'età in cui non si registrano differenze di genere statisticamente significative è quella al di sotto dell'età legale (11-15 anni).
L'analisi del trend dei consumatori a rischio è stata condotta, separatamente per i due sessi, sulla popolazione di età superiore a 11 anni a partire dall'anno 2007, anno in cui è stata introdotta per la prima volta, nell'indagine Multiscopo sulle famiglie dell'ISTAT, la domanda sulle quantità consumate giornalmente di vino, birra e altre bevande alcoliche.


Tratto da: "Epidemiologia e monitoraggio alcol-correlato in Italia. Valutazione dell'Osservatorio Nazionale Alcol-CNESPS sull'impatto del consumo di alcol ai fini dell'implementazione delle attività del Piano Nazionale Alcol e Salute"
Rapporto 2012 Rapporti ISTISAN 12/3


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)