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News di Alcologia

Alcol e droga: a Milano si fa prevenzione anche in discoteca

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«Boom Boom, mi scoppia la testa, Boom boom è una guerra la vita, boom boom il modo più veloce per finirla è perderla». Sugli

schermi della discoteca «Old Fashion café» scorrono le immagini del video di Squalo e Mitch, la musica pulsa, le parole

riempiono l'aria e fanno pensare che affrontare temi molto seri può essere anche divertente e, perché no, «fare tendenza». Un

modo efficace e piacevole per catturare l'attenzione dei giovani quello escogitato dal «Centro studi parlamento della

legalità» che ieri mattina, nel locale di viale Alemagna - uno dei più amati e «puliti» della città - ha riunito gli studenti

delle scuole superiori per affrontare appunto il tema della legalità, intesa come coraggio di non farsi fregare da alcol e

stupefacenti che alterano la realtà, condizionano e alterano negativamente l'esistenza.
Così, nell'ottica d'individuare tutti insieme una strategia educativa e di crescita in una scuola intesa come palestra della

legalità e di locali più a misura di persone che di «fighi e sfigati», gli studenti dell'istituto Hensenberger di Monza hanno

incontrato il titolare del locale, nonchè presidente provinciale dell'Associazione locali da ballo, Roberto Cominardi, il

cappellano universitario don Francesco Romano, il capo dipartimento della gioventù presso la Presidenza del Consiglio dei

ministri Andrea Fantoma, i consiglieri comunali del Pdl Marco Osnato e Barbara Ciabò e Dounia Ettaib, presidente

dell'Associazione donne arabe d'Italia. Assente il questore Alessandro Marangoni anche se l'appoggio della polizia di stato

permea tutta l'iniziativa, soprattutto con gli interventi nelle scuole dove si affrontano tematiche come quelle delle bande

giovanili e delle tifoserie di calcio.
«Non creiamo allarmismo: a Milano ci sono circa 6.400 locali di pubblico divertimento frequentati nel fine settimana da 300-

400mila persone: chi viola la legge e si rovina la vita è ancora una minoranza» ha voluto sottolineare Cominardi. Convinto

che i giovani di oggi siano migliori di quelli di un tempo. E vogliano imparare. Anche in discoteca.