Alcol e droga, due nemici per il cuore
Alcol e droga, due nemici per il cuore
Esperti ne hanno discusso in un convegno al distretto di via del Capitel a Verona. Più del 50% di chi fa uso di cocaina ha problemi
cardiovascolari. Medici divisi sul bicchiere di vino
Che il fumo sia un grande nemico del cuore e dei polmoni è ormai cosa assodata nella mentalità comune (il 60% dei fumatori
presenta problemi cardiovascolari). Non lo è altrettanto per l'abuso di alcol e per l'uso di sostanze stupefacenti. Non lo
sanno coloro che alzano il gomito e sniffano cocaina, ma non ne sono molto consapevoli nemmeno gli stessi medici, che
raramente di fronte a un paziente con il muscolo cardiaco in disordine pongono la fatidica domanda: fa uso di droghe? Il
problema è emerso eri mattina nel corso di aggiornamento «Sostanze d'abuso, dipendenze e malattie cardiovascolari» promosso
dal Dipartimento delle Dipendenze dell'Ulss 20 e dall'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri in collaborazione
con l'Associazione Gardacuore Onlus, e ospitato nel terzo Distretto socio-sanitario di via del Capitel.
Un dato su tutti: più del 50% di coloro che consumano cocaina ha complicanze cardiovascolari e, precisa Corrado Vassanelli,
ordinario di cardiologia all'Università di Verona, il 99% degli infarti al miocardio in persone al di sotto dei 35 anni sono
provocati dalla polvere bianca. Senza contare che chi fa uso di cocaina di solito non si limita a questa sostanza: «Il fine
settimana inizia con l'assunzione di cannabinoidi - ha spiegato Maurizio Gomma, del Dipartimento delle Dipendenze dell'Ulss
20 -. Si passa poi alla cocaina e all'ecstasy, e alla domenica è la volta delle droghe sedative, come l'eroina, per
presentarsi, almeno si crede, in maniera normale a scuola o al lavoro». Perché è ormai difficile da scalfire la leggenda
metropolitana che eccitanti, come la cocaina o le anfetamine, assunte occasionalmente non comportano nessun danno: le
neuroscienze stanno dimostrando il contrario per il cervello e lo stesso vale per il cuore, assicura la cardiologa dell'Ulss
20, Cristina Castello. «Anche in bassissime dosi sono sostanze dannose che possono dare esiti letali, come la morte
improvvisa o l'infarto miocardico».
La domanda: «Lei fa uso di droghe», deve quindi entrare sistematicamente nel processo di anamnesi del paziente perché il
consumo di sostanze è trasversale a tutte le età.
Se sui danni provocati dalle droghe, leggere o non leggere, non esistono dubbi, le opinioni invece divergono sull'alcol.
Conseguenze gravi sul cuore si vedono dopo un alcolismo protratto per anni, ma mentre i cardiologi sostengono che un terzo di
calice di vino a pasto ha effetti benefici sul cuore (e ci sono studi prestigiosi che lo dimostrano), per Gian Paolo
Brunetto, responsabile dell'Unità operativa di Medicina delle Dipendenze e Alcologia dell'Ulss 20, «la dose minima non
esiste».
«E' vero: il vino ha delle componenti salutari, ma per averne riscontro bisognerebbe berne a litri. Purtroppo esiste una
forte pressione economica e culturale che fa credere il contrario».
Elena Zuppini