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Alcol e droga fra gli adolescenti: preoccupano i dati del Dipartimento Politiche Antidroga

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Alcol e droga la deriva degli adolescenti

Il dato è allarmante: nel 2011 un ragazzo su 5 tra i 15 e i 19 anni ha fumato spinelli spesso associati a "bevute".
A leggere i dati del Dipartimento politiche antidroga c'è da rabbrividire. Lo scorso anno il 18,2% (praticamente uno su cinque) dei ragazzi tra 15 e 19 anni ha fumato almeno una volta uno spinello. Nella stessa fascia di età uno su 33 ha sniffato cocaina almeno una volta nella sua (giovane) vita, 1 su 47 nell'ultimo anno. I consumatori di eroina scendono a 1 su 100. Se non bastassero i numeri, c'è un aspetto che va considerato nella sua pericolosità: la diffusione, in età adolescenziale, di droghe considerate a torto «leggere». A questo si aggiunge il fenomeno del cosiddetto «policonsumo», cioè l'associazione contemporanea di droghe e alcol. Quanto all'abuso di bevande alcoliche, circa 330.000 ragazzi tra 11 e 15 anni sono a rischio e il 13,4% dei ricoveri per intossicazioni alcoliche riguarda ragazzi sotto i 14 anni. Va infine ricordato che alcol e droga rappresentano una delle principali cause di incidenti stradali, spesso mortali, tra i giovani in Italia.

 

Una situazione che ha spinto lo stesso Dipartimento politiche antidroga, l'Istituto superiore di sanità e il Moige a promuovere una campagna informativa («Elementare, ma non troppo...») per sensibilizzare giovani, genitori e insegnanti delle scuole primarie sui rischi connessi all'uso di cannabis e alcol e sui fattori che favoriscono l'avvio al consumo di sostanze psicoattive. Il progetto ha durata biennale e prevede un target di 50 scuole elementari su tutto il territorio nazionale con la partecipazione di circa 15.000 bambini, 30.000 genitori e 2.000 insegnanti. In ciascuna scuola verrà realizzato un «open day» che consentirà ai bambini di essere coinvolti, attraverso un «format» originale, in attività ludiche ed emozionali proposte dagli esperti del Moige. Per genitori e insegnanti sono invece previsti incontri serali. Ciascun bambino realizzerà un disegno sul tema e i migliori 12 verranno inseriti in un calendario che sarà poi inviato alle scuole. Il disegno più rappresentativo in assoluto consentirà alla scuola vincitrice di ricevere un premio. «Abbiamo supportato questo progetto perché crediamo nell'efficacia delle campagne di prevenzione che, grazie ai loro contenuti e all'etica superiore che le ispira, possono salvare delle vite».

 

Il capo del Dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri, Giovanni Serpelloni, non usa mezzi termini nell'indicare la strada da seguire e il ruolo delle istituzioni: «Dobbiamo intenderci sul significato della parola "istituzioni" - afferma - In prima linea ci sono la famiglia e la scuola e questo va detto in maniera molto chiara. Non si può pensare che il compito educativo venga delegato allo Stato. Le assicuro che quello che sto dicendo può sembrare scontato ma purtroppo non lo è. È ovvio che famiglie e insegnanti vanno supportati». Ad esempio con interventi come quello ideato dal Moige? «Senza dubbio, sono assolutamente necessari perché permettono di entrare in contatto con genitori e bambini esposti al rischio di problemi comportamentali e con adolescenti che abbiano già avuto le prime esperienze con le droghe. Ricordiamoci che stiamo parlando di ragazzini. Bisogna rendere consapevoli gli educatori - aggiunge il prof. Serpelloni - che l'uso di alcol a questa età, che di solito precede il consumo di droghe, è un comportamento altamente a rischio». Per quali motivi? «Il primo è di ordine fisiologico - spiega Serpelloni - Gli adolescenti semplicemente non metabolizzano l'alcol perché fino a 18-19 anni manca un enzima specifico. Questo comporta, soprattutto nelle bambine, che l'alcol rimane in circolo ed essendo tossico, provoca danni. Non è insolito che in caso di abusi (il cosiddetto "binge drinking", cioè il bere per ubriacarsi) si arrivi facilmente al coma etilico. Il secondo motivo è di ordine comportamentale. Le famiglie devono capire che anche permettere il semplice brindisi genera un atteggiamento di tolleranza che induce ad accettare l'uso di sostanze psicoattive. Bisogna tener presente - sottolinea il capo del DPA - che l'alcol diventa una sostanza "gateway": i ripetuti stimoli spingono il cervello a "cercare" sensazioni più forti. E purtroppo, non è difficile trovare chi gliele offre. Alla droga si arriva per gradi». Tuttavia il consumo è in calo. «Registriamo una generale contrazione dei consumi di stupefacenti, nella popolazione generale così come in quella giovanile - conferma Serpelloni - ma non si può abbassare la guardia. Persone vulnerabili che incappano nei percorsi che ho indicato rovinano loro e le loro famiglie. In questo contesto la diagnosi precoce dell'uso di sostanze da parte dei giovanissimi, diventa un elemento di efficacia fondamentale per evitare l'insorgere e l'evolversi negativo della tossicodipendenza». «Esiste una tendenza al consumo di droghe e alcol in particolare nella popolazione giovanile e l'aspetto più preoccupante è rappresentato dalla "normalizzazione sociale" del fenomeno. Da questa premessa è emersa come necessaria la sinergia con i nostri partner e l'idea della campagna - conclude il presidente del Moige Maria Rita Munizzi - È necessario che l'attenzione sia sempre viva proprio perché gli effetti sono spesso sottovalutati».


Andrea Acali


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)