Alcol e droga sul lavoro, un problema in espansione
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Alcol e droga sul lavoro, un problema in espansione. Basti solo pensare che secondo alcuni studi dell'Istituto superiore di sanità, il 15 per cento degli infortuni è dovuto al fatto di alzare il gomito mentre il 4 per cento dei lavoratori infortunatisi presenta un tasso alcolemico elevato. Di questa, che sta diventando un'emergenza, si è parlato ieri nell'auditorium dell'ospedale "dell'Angelo" nel corso di un convegno durato l'intera giornata promosso dal Dipartimento di Prevenzione dell'azienda sanitaria veneziana, diretto da Rocco Sciarrone, in collaborazione con lo Spisal e con il patrocinio della Regione Veneto. Punto di riferimento della discussione è stato il quadro normativo, con le novità introdotte dal decreto legislativo 81/08 in materia di salute e sicurezza con riguardo all'uso e all'abuso delle sostanze. Il datore di lavoro è infatti obbligato a svolgere degli accertamenti sulle condizioni dei suoi addetti adibiti alle mansioni pericolose, intendendosi per queste quelle che comportano dei rischi per l'incolumità: in sostanza si tratta del trasporto persone e del trasporto di materiali e merci delicati. La valutazione spetterà al Laboratorio d'indagine criminalistiche, prossimo all'avvio (dal 3 giugno) presso lo stesso Dipartimento di Prevenzione dell'Asl 12 d'intesa con la Regione Veneto e la procura della Repubblica di Venezia, dove non solo verranno identificate le sostanze tossiche sequestrate nel corso delle operazioni investigative, ma appunto sarà misurato il dosaggio di alcol o di droga presenti anche in quantità infinitesimali nel sangue o nei capelli (il finanziamento ammonta a 350 mila euro). D'altronde, i numeri ufficiali danno la dimensione del fenomeno: a livello nazionale dei 940 mila infortuni denunciati ogni anno allo Inail, con inabilità superiore alle tre giornate, tra i 37 mila e i 188 mila hanno come causa il consumo eccessivo d'alcol. La questione, poi, si allarga anche all'uso e all'abuso di stupefacenti e psicofarmaci, che magari migliorano le prestazioni però espongono il soggetto e i terzi a pericolo. Gli esperti si sono confrontati sull'importanza della prevenzione, sulla necessità e sull'opportunità di compiere i controlli a tutela della salute e dell'idoneità lavorativa e sulla gestione dei casi problematici. I test prescritti, per le cui procedure è stata firmata una intesa tra Stato e Regioni che dà le linee guida alla cornice normativa, sono espletati dal medico competente scelto tra gli specialisti di settore e gli igienisti, e con il coinvolgimento del Sert nel caso di positività. Il datore è tenuto a comunicare all'interessato la data e il luogo prescelti per gli esami, effettuati in orario di lavoro, con un preavviso che non deve superare un giorno garantendone la non prevedibilità e a rifonderne le spese. Il lavoratore, dal canto suo, può chiedere controanalisi e può anche rifiutarsene ma in questo caso incappa nella sanzione del cambio di mansione. Quello sugli accertamenti clinici sul posto di lavoro rimane comunque una disciplina ancora in evoluzione specialmente per quanto attiene alle sue modalità di attuazione, di modo che non risultino invasive e siano, sempre, rispettose della privacy personale.