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Alcol e droghe, una revisione degli effetti sui trapiantati d'organo

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Alcol e droghe, una revisione degli effetti sui trapiantati d’organo

 
Fonte: Transplantation


Titolo originale e autori: Parker R, Armstrong MJ, Corbett C et al (2013). Alcohol and Substance Abuse in Solid-Organ Transplant Recipients Transplantation-2013 Sep 9. [Epub ahead of print] PMID: 24025323 


L’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti può compromettere gravemente la funzionalità di alcuni organi tanto da rendere necessario, nei casi più gravi, il trapianto. Alcuni studi, inoltre, mettono in evidenza gli effetti che l’abuso di alcol e il consumo di sostanze stupefacenti hanno su pazienti già trapiantati o in attesa di trapianto e che vanno dallo sviluppo di infezioni gravi fino al rigetto. I risultati di questi studi sono stati raccolti, sintetizzati e recensiti da un gruppo di ricercatori della Biomedical Research Unit del National Institute for Health in collaborazione con il Centre for Liver Research, dell’Università di Birmingham, in attesa di essere pubblicati sulla rivista Transplantation.
In generale, il rischio che si verifichi una perdita di trapianto causata da abuso di alcol o da uso di sostanze stupefacenti è legato allo scarso adeguamento del paziente alla terapia immunosoppressiva prescritta.
Nello specifico, invece, uno studio condotto dallo stesso Center for Liver Research mette in evidenza che il 50% di chi ha subito un trapianto al fegato per intossicazione da alcol, ritorna a consumare bevande alcoliche in quantità variabili. Inoltre è stato osservato che le aspettative di vita a 10 anni di coloro che si astengono dall’uso di alcol dopo il trapianto, sarebbero più alte rispetto a quelle di coloro che hanno continuato ad abusarne (86% nel primo caso e 49% nel secondo.) In aggiunta, i fattori che aumentano la predisposizione al rigetto in questa categoria di trapiantati al fegato, sarebbero l’abuso giornaliero di bevande alcoliche prima del trapianto o un periodo più breve di astinenza da alcolici nella fase pre-trapianto, rispetto ai 6 mesi normalmente indicati dai protocolli standard.
Per quanto riguarda il trapianto renale, uno studio statunitense condotto su oltre 60mila pazienti in vari ospedali americani ha evidenziato che lo 0,7% abusa di alcol prima di subire il trapianto e tra questi, è stato osservato un notevole numero di casi di rigetto o di decesso post-trapianto. Sono al momento scarsi, invece, i dati relativi ai pazienti trapiantati al cuore o ad altri organi solidi, ma i risultati complessivi finora noti, portano i ricercatori a sottolineare l’importanza di uno screening periodico di questi soggetti, affiancato da adeguate terapie farmacologiche e psicologiche, quando necessarie, in modo da scongiurare ogni forma di ricaduta nella dipendenza da alcol e/o droga e, quindi, l’insorgenza di ulteriori complicazioni per la loro salute.
 


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(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)