Alcol e fumo: allarme bambini
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Il fenomeno è emerso ieri durante la presentazione di un libro sulla promozione della salute. I pediatri dell'Azienda ospedaliera: «Vengono da noi anche a 10-12 anni»
IL GAZZETTINO18 Aprile 2009
Ragazzi di 10 o 12 anni, poco più che bambini, con un bicchiere in mano e una sigaretta in bocca. E' un'immagine che, purtroppo, fotografa sempre più la realtà giovanile, anche a Udine; con un numero crescente di ragazzi sempre più giovani che si avvicinano all'alcol, al fumo e, magari solo un paio di anni più tardi, anche alla droga.
A testimoniare questa pericolosa deriva sono i casi relativi ai ragazzi che, vittime delle patologie correlate all'uso di queste sostanze, si rivolgono alla clinica pediatrica dell'azienda ospedaliero-universitaria di Udine. «C'è stato negli anni un notevole incremento di questi casi, anche se quantificarli è praticamente impossibile - conferma il direttore della clinica, il dottor Alfred Tenore -. Il fatto preoccupante è che quello che noi osserviamo qui è solo la punta dell'iceberg di un problema ben più diffuso, ma non sappiamo ancora quanto. Lo si potrà capire solo quando sarà ormai troppo tardi, ovvero quando agli ospedali si rivolgeranno i ragazzi, magari diventati adulti, che hanno sviluppato patologie correlate».
Ecco allora che diventa fondamentale cominciare a fare un nuovo tipo di promozione della salute, diffuso per il tramite di pediatri e medici di base. E proprio in quest'ottica si inserisce il nuovo libro, "La promozione della salute", curato dal dottor Pierluigi Struzzo, medico di medicina generale e docente di promozione della salute, insieme ad altri medici di base e alla clinica pediatrica, con i finanziamenti dell'Istituto superiore di sanità, il Comune di Martignacco e il centro di ricerca di comunità "Feruglio". «Non basta svolgere azioni di informazione o di educazione sanitaria. Le lezioni frontali non servono, se non sono inserite in un progetto più ampio. Tutti sanno che bere e fumare fa male, ma continuano a bere e a fumare - aggiunge Pierluigi Struzzo -. Bisogna avvicinare nel modo giusto i pazienti per non perderli, capire, ad esempio, perché uno beve e quindi applicare un metodo psicologico di empowerment, riconosciuto dall'Oms, per potenziare le capacità dei singoli, agendo sui determinanti della salute». Un po' come sta facendo proprio il Comune di Martignacco con il progetto Salute, mirato a migliorare le condizioni di benessere dei cittadini, per cui è già cominciata la prima fase di screening di circa 200 soggetti "a rischio" cardiovascolare. «Ad esempio - conclude Struzzo - per risolvere il problema dell'alcolismo giovanile bisogna incrementare le reti sociali, fornendo appositi spazi di aggregazione e divertimento sul territorio, dove possano esprimersi magari attraverso la musica».
Elena Viotto