Alcol e fumo possono cambiare i colori del mondo
Alcol e fumo possono cambiare i colori del mondo. Il daltonismo spiegato dal Professor Troiano (SOI)
Forse non tutti sanno che vedere i colori alterati non dipende solo dalla genetica. Quello che generalmente, ed erroneamente, viene definito daltonismo, in realtà non comprende tutte le anomalie della visione cromatica. Alcune, in gergo “discromatopsie acquisite”, possono essere causate da malattie del nervo ottico o dall’eccessivo uso di alcol o di sigarette. Ed è proprio l’anomalia alcolica-tabagica la forma più classica. Bere e fumare smodatamente possono quindi, letteralmente, cambiare i colori del mondo che vediamo. In particolare, possono alterare la visione dell’asse blu-giallo.
«La visione dei colori – ci spiega Pasquale Troiano, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica dell’Ospedale Fatebenefratelli “Sacra Famiglia” di Erba (CO) e Presidente del Comitato Tecnico Scientifico SOI (Società Oftalmologica Italiana) – si basa sui tre colori fondamentali: il rosso, il verde e il blu, che si mescolano dando luogo alle infinite sfumature che vediamo. Questi tre colori si distribuiscono su due assi cromatici, l’asse rosso-verde e l’asse blu-giallo. Le alterazioni sull’asse blu-giallo sono causate da fattori esterni, mentre le alterazioni sull’asse rosso-verde sono causate da un difetto congenito e sono il vero e proprio daltonismo».
Il daltonismo è quindi una malattia genetica causata da un’anomalia del cromosoma X. Colpisce quindi molto più frequentemente i maschi, mentre le femmine possono trasmettere il carattere ma normalmente non hanno la manifestazione clinica. Le persone che vedono i colori in modo anomalo potrebbero rappresentare l’8-10% della popolazione. Una stima al ribasso perché non tutti ne sono consapevoli: «La diagnosi non è semplicissima – spiega Troiano – perché il test non viene eseguito nel corso di una visita oculistica classica. O si ha una visione alterata molto pesante di un colore, di cui il paziente si rende conto da solo, oppure, se riguarda delle sfumature evidenziabili solo ai test, sfugge integralmente».
Un giorno potremmo quindi scoprire di aver sempre visto alcuni colori in modo diverso rispetto agli altri, oppure non accorgercene mai. Perché l’oculista non propone il test a tutti i pazienti, allora, e non solo a chi sospetta di vedere i colori male? «Se il paziente non lamenta sintomi – risponde il Professore – vuol dire che l’alterazione è così sfumata che nemmeno se ne accorge. E comunque sul piano terapeutico non si può far nulla, visto che non c’è una terapia disponibile».
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.sanitainformazione.it/salute/alcol-fumo-daltonismo-troiano/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)