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Alcol e giovani: binomio ad alto rischio

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Alcol e giovani: binomio ad alto rischio

L'abuso di alcolici uccide in Italia 20mila persone all'anno ed è causa di oltre 60 malattie. È come la droga e miete molte vittime fra i giovani, dagli 11 anni in poi


MILANO - Sono circa ventimila i morti provocati ogni anno in Italia dall'alcol, più di quelli causati da droga (quasi mille decessi l'anno) e incidenti stradali (5mila circa). E il consumo eccessivo di alcolici va oggi considerato un importante e molto diffuso fattore di rischio per la salute: è legato a ben 60 malattie diverse, incluso il cancro; è una delle principali cause di cirrosi epatica e il secondo responsabile di morte prematura e causa di malattia in Europa. Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol dell'Istituto superiore di sanità lancia l'allarme in occasione dell'Alcohol Prevention Day: «Sono oltre 8 milioni gli italiani che consumano alcolici a rischio e oltre 4 milioni i binge drinkers, quelli che almeno una volta nel corso dell'ultimo anno hanno consumato più di 6 bevande alcoliche in un'unica occasione» dice, sottolineando le pessime abitudini che sempre più dilagano specie fra giovani e giovanissimi.

 

SOS PER OLTRE UN MILIONE DI 11-25ENNI - I dati diffusi giovedì a Roma in occasione della giornata analizzano il dettaglio della cultura del bere a rischio e dimostrano che, tra gli 11 e i 25 anni, andare ai concerti, in discoteca, agli eventi sportivi, al cinema, nelle associazioni culturali aumenta la probabilità di consumi a rischio. Anche incontrarsi sui social network, la dimensione virtuale della socialità delle giovani generazioni, è un ulteriore fattore che incrementa la probabilità di orientare verso un consumo alcolico a rischio. La pubblicità non manca, come dimostrato da 65 milioni di euro annui di investimenti in promozione sul web e nei social network delle bevande alcoliche attraverso i cosiddetti pop-up, subìti e inevitabili, e la mancanza di qualunque filtro comunicativo espone all'acquisizione di standard comportamentali spesso non salutari specie per i giovanissimi.

 

MIX LETALE: FUMO, ALCOL E ANORESSIA - Sono numerose e consolidate le evidenze di una crescente cultura del bere sino all'intossicazione, da parte di un numero rilevante di giovani, di minori al di sotto e sopra l'età legale in Italia. Tra gli 11 e i 25 anni oltre 1 milione e 300mila, ragazzi e di ragazze, bevono in maniera sporadica, occasionale o quotidiana secondo modalità a rischio per la salute e la sicurezza e che richiedono iniziative di intercettazione precoce del rischio e interventi mirati. Quel che è peggio, molti giovanissimi associano fumo e alcol, abusando di entrambi. «Anche il peso è una variabile da tenere in considerazione, e non per il sovrappeso ma per il rischio contrario: il sottopeso - continua Scafato -. Emerge dai dati, la tendenza da parte delle ragazze sottopeso a bere prevalentemente secondo modalità a rischio. Il rischio è quello della cosiddetta drunkoressia, condizione in via di diffusione tra le teenager che acquisiscono le calorie di cui hanno necessità esclusivamente dall'alcol sommando così una doppia condizione patologica: l'anoressia e l'alcol-dipendenza».

 

L'ALCOL COME UNA DROGA - Gli effetti dell'alcol, ha spiegato l'esperto, sono assimilabili a quelli delle altre droghe: induce alla dipendenza fisica e psichica, provoca assuefazione e disturbi comportamentali. È inoltre causa di circa 60 tipi diversi di malattie e responsabile di danni alla salute, tra cui lesioni, disordine psichico e comportamentale, tumori, patologie gastrointestinali, malattie cardiovascolari, immunologiche, dell'apparato scheletrico, infertilità e problemi prenatali. Tutto ciò con costi pesanti per il Servizio sanitario: nel nostro Paese, precisa Scafato, «la collettività paga ogni anno oltre 11mila milioni di euro per gli effetti sulla salute e sulla sicurezza, costi riferibili anche ai 4 milioni di ubriachi e binge drinker». Nell'anno 2010, il 78,9 per cento degli uomini italiani e il 53,4 per cento delle donne di età superiore ad 11 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica. Oltre la metà dei connazionali ha bevuto vino (il 67,2 per cento dei maschi, il 40,4 delle femmine) e quasi altrettanti (60,6 e 32,3 per cento) hanno bevuto birra, mentre circa un terzo (29,8 per cento) ha partecipato ad aperitivi alcolici. L'Italia, insieme alla Norvegia, ha comunque un consumo pro capite di alcol puro inferiore agli altri paesi europei, presenta con la Francia un elevato consumo di vino, ma vedo meno diffuso l'uso di superalcolici (0,4 litri pro capite) e di birra rispetto al resto dell'Europa. Va comunque sottolineato che il consumo di alcol nelle regioni europee è il più elevato del mondo.

Vera Martinella
(Fondazione Veronesi)


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)