Alcol e giovani: di cosa si discute sui media
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Alcol e giovani: di cosa si discute sui media
Sul tema delle possibili conseguenze dell'esposizione mediatica ai messaggi commerciali c'è una vasta letteratura. Meno
studiata è invece la questione di come sono contestualizzate le notizie che riguardano l'alcol sulla stampa, in televisione,
sulla radio, su Internet, ecc.. In altre parole ci sono pochi studi sul ruolo giocato dall'informazione mediatica nella
costruzione del discorso pubblico, dei valori pubblici, del clima d'opinione, nonché dell'agenda politica sui problemi
sociali legati al consumo di alcolici, in particolare tra le fasce giovanili di popolazione.
Come scrivono i due studiosi Anders Hansen e Barrie Gunter in questo articolo pubblicato su Alcohol & Alcoholism qualche anno
fa, l'obiettivo degli studi orientati a comprendere come i media contribuiscono al discorso pubblico e politico sull'alcol è
spostare l'attenzione "dalle dimensioni del comportamento e degli atteggiamenti individuali, caratteristici di molta della
ricerca sull'influenza della pubblicità", per concentrarsi su "come particolari questioni sono eleborate, contestate,
ridefinite ed eventualmente rimosse dall'agenda pubblica. [...] Questi approcci si focalizzano sulla competizione tra diversi
attori (agenzie, politici, organizzazioni, corporazioni, esperti, ecc.) che cercano di indirizzare l'attenzione pubblica e di
guadagnare legittimità per le loro particolari definizioni di ciò che costituisce un problema sociale, quali sono le sue
cause e come andrebbe risolto (p. 150)."
Quasi tutti gli studi che s'interrogano su come i media "coprono" gli argomenti più disparati sfruttano una tecnica chiamata
"analisi del contenuto". Si tratta di uno strumento di decodifica che permette, attraverso una griglia di domande ad ogni
singolo testo selezionato per l'indagine, di estrarre informazioni di vario tipo, sia formali che sostanziali, dalla sezione
del giornale in cui appare "il pezzo", fino al tono, positivo o negativo, con cui viene presentato. Più numerosi sono gli
interrogativi del coding frame (schema di decodifica), maggiori informazioni abbiamo a disposizione, con più difficoltà nella
gestione del materiale. Se ci accontentiamo di meno domande possiamo viceversa analizzare più fonti, ma perdiamo in
profondità.
L'analisi del contenuto è molto utile per ricavare informazioni quantitative attendibili rispetto alle quali confrontare i
discorsi generici e le opinioni sui media. La tecnica non aiuta però a comprendere le ragioni per le quali un determinato
contenuto trova uno sbocco mediatico (contesto di produzione) e quali effetti determina (contesto di recezione).
Riguardo a giovani, alcol e informazione, mi soffermo su uno studio del 2009, condotto da James Nicholls dell'Università di
Bath in Inghilterra, il quale con la tecnica descritta ha cercato di comprendere come diverse testate della carta stampata e
differenti trasmissioni televisive hanno contestualizzato l'argomento, privilegiato alcune fonti rispetto ad altro, scelto
immagini di diverso tipo a corredo del testo, ecc.
Sulla base di 186 articoli e di 19 servizi televisivi realizzati in due periodi di poche settimane ciascuno, la ricerca ha
raggiunto una serie di conclusioni di cui riporto quelle che mi sembrano più interessanti per le finalità del corso:
1. L'informazione riguardante le storie legate all'alcol si concentra prevalentemente sugli effetti negativi del bere, ma
anche su personaggi famosi ubriachi.
2. Le conseguenze a lungo termine del bere sulla salute sono una cornice di presentazione prevalente. I professionisti
sanitari, in particolari gli specialisti del fegato, sono utilizzati dai giornalisti stabilmente come fonti attendibili. Meno
spazio viene dato agli aspetti della dipendenza e dell'alcolismo.
3. La responsabilità dei consumi eccessivi è attribuita molto di più all'alcol a basso costo e alle vendite nei supermercati
che le licenze per poter servire alcolici 24 ore su 24.
4. Gli opinionisti e gli editoriali criticano negativamente le politiche dei prezzi fissati dai legislatori. La televisione
le descrive come impopolari tra il grande pubblico.
5. Ci sono differenze di genere nella rappresentazione visiva dell'ubriachezza, specialmente sui giornali.
6. Ubriacarsi è considerato una sorta di tratto nazionale in Gran Bretagna che agisce al di fuori di influenze legislative o
culturali.
È chiaro che questa ricerca è un caso di studio specifico che richiede ulteriori indagini in contesti mediatici e geografici
differenti per comprendere ulteriormente, ad esempio, la natura della relazione tra il modo in cui vengono costruite e
presentate le notizie e la percezione pubblica dei problemi legati al consumo di alcol tra i giovani.
Nonostante ciò emerge un dato importante, da leggere con attenzione per future campagne pubbliche attraverso i media: il
ruolo centrale rivestito dagli operatori e dai professionisti di discipline sanitarie come fonti autorevoli del del
"racconto" proposto da carta stampata e televisione sul rapporto tra alcol e giovani.
Nico Pitrelli
Corso di formazione regionale 2011 - ASS1 Trieste