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News di Alcologia

Alcol e giovani: il punto della situazione

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ALCOL E GIOVANI
di Torresani Andrea
Che cosa vuol dire «bere consapevolmente». Sorseggiare senza esagerare? Bere una volta ogni tanto? Ciò che conquista i giovani è,

soprattutto, l'effetto inebriante, quello che, d'improvviso, fa cedere i freni inibitori e la timidezza. Non a caso per i Greci e i Romani il

vino era associato all'estasi e si celebravano delle feste a carattere orgiastico (i "baccanali") che avevano proprio questa finalità. Basta

scorrere le pagine di cronaca dei giornali per rendersi conto di un dato estremamente preoccupante, e cioè che sempre di più e sempre prima gli adolescenti si avvicinano all'alcool in maniera distruttiva. Ma si può realizzare una guida al bere consapevole, magari indirizzata ad aiutare proprio quella parte del mondo giovanile che beve unicamente per il piacere di farlo e non per un mero fine nichilista? Che cosa si potrebbe scrivere all'interno di questa sorta di vademecum? Basterebbe dire l'alcool fa male, divertitevi in maniera più sana? A nostro sommesso avviso sarebbe difficile ottenere ascolto con un semplice slogan: la generazione di oggi è questa; si perde inseguendo la moda del momento. Il rapporto tra i giovani e alcool è diventato man mano sempre più preoccupante.
I DATI DELL'ISTAT SULLA DIFFUSIONE DEL FENOMENO
Sono a dir poco allarmanti i dati rivelati l'Istat che danno la misura della diffusione del problema e della necessità che venga affrontato

in maniera seria. Su ben 392 mila individui presi in esame il 13,6 per cento dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni consuma alcolici. Un

comportamento a rischio di per sé, ma ancora più grave in quanto pone le basi per possibili consumi non moderati nel corso della vita e che,

se iniziato in così tenera età, non può fare altro che portare alla distruzione, sia dal punto di vista fisico (è risaputo che, con il tempo,

può provocare dei disturbi come, ad esempio, la cirrosi epatica, il cancro all'apparato digerente, malattie cardiocircolatorie, tubercolosi e

ipertensione, l'aggravamento dell'osteoporosi) ma anche a livello mentale o comportamentale, nel senso che il bere quando ancora si è

adolescenti innesca sicuramente dei meccanismi mentali che portano il teenager ad associare il bere al divertimento.
IL "BINGE DRINKING'
La fascia d'età compresa tra i 18-24 anni racchiude, invece, la popolazione più a rischio di "binge drinking", ovvero il bere in modo

compulsivo con l'intenzione di arrivare a perdere il controllo. Si tratta di 698 mila persone, il 16,6 per cento dei giovani, con un rapporto

tra maschi e femmine pari a 3. Il comportamento in questione, è sempre più diffuso, soprattutto al sabato sera e nei momenti di socializzazione tra i giovani. Infatti, tra quanti frequentano assiduamente le discoteche i comportamenti di consumo di alcol a rischio sono più diffusi (33,9 per cento) rispetto ai coetanei che non vanno in discoteca (7,2 per cento). In generale, il rapporto Istat su "Uso e abusodi Alcol" in Italia rileva che i comportamenti a rischio riguardano 8 milioni e 624 mila persone, il 16,1 per cento della popolazione di 11 anni e più. Una quota che appare stabile nel tempo. Se il binge drinking è il comportamento a rischio in ambito giovanile, il consumo non moderato riguarda soprattutto la popolazione anziana. Si tratta di 2 milioni e 915 mila persone di 65 anni e più (il 43,5 per cento dei maschi e il 10,6 per cento delle femmine). Un altro dato abbastanza importante è il calo nel numero di quanti bevono almeno una volta l'anno, tutti i giorni o occasionalmente, mentre sale quello di chi lo fa lontano dai pasti. Uno dei fattori chiave che spinge gli adolescenti all'iniziazione dell'alcool è lo spirito di emulazione *** che hanno nei confronti degli adulti. Dal loro punto di vista avere tra le mani una sigaretta o una bottiglia li farebbe apparire agli occhi degli altri più grandi e, quindi, più sicuri di sé. In fondo è l'insicurezza o il non avere delle sane passioni che spinge questi ragazzi a bere così presto.
LA LEGGE 125/2001 E LA RELAZIONE DEL MINISTRO DELLA SALUTE FERRUCCIO FAZIO
Un importante strumento di orientamento per le politiche alcologiche del nostro Paese a livello nazionale e regionale è rappresentato dalla recente legge 125/2001 che contiene, tra l'altro, misure per il contenimento dei danni derivanti dal consumo dannoso di alcol e per l'accrescimento della consapevolezza sui rischi correlati. Il tutto parte da una considerazione ovvia che, in realtà, non lo è affatto: sempre più nei diversi contesti istituzionali e sociali si sta prendendo atto che l'alcol è un importante fattore di rischio per la salute e che le conseguenze del consumo dannoso hanno pesanti ripercussioni non solo di ambito sanitario ma anche sociale ed economico, con gravissime conseguenze in termini di perdita di anni di vita e di lavoro, di sofferenza individuale e familiare, di disadattamento,violenza, incidenti.

Per il ministro della Salute Ferruccio Fazio, che in base alla legge deve presentare ogni anno una relazione al Parlamento, c'è una consapevolezza sempre maggiore sulla responsabilità sociale di tutti coloro che in qualsiasi modo svolgono un ruolo nel consumo di alcol da  parte di adulti e giovani e settori sempre più ampi della società sono chiamati a dare un contributo alla prevenzione dei danni alcolcorrelati. Particolarmente preoccupante - si legge nella relazione - appare anche il crescente coinvolgimento nel consumo di bevande alcoliche della popolazione femminile, soprattutto di giovane età, che fino a qualche anno fa appariva poco esposta. Secondo il ministero della Salute abbiamo un tasso di mortalità per cirrosi epatica ancora superiore alla media europea e le diagnosi di ricovero ospedaliero per cirrosi alcolica negli ultimi anni sono in aumento in rapporto alle altre diagnosi; fino al 2006 si è registrato un costante aumento degli alcoldipendenti in trattamento presso i servizi algologici territoriali e fra essi appare ancora in crescita la percentuale dei giovani di età inferiore ai 20 anni. Abbiamo inoltre un tasso di mortalità per incidente stradale superiore a quello dei Paesi europei con le migliori per-formances, con un alto coinvolgimento di morti e feriti nelle fasce di età più giovane. Gli incidenti stradali causati da abuso di alcol hanno registrato quasi 2000 casi in più tra il 2006 e il 2007, nonostante la diminuzione del totale degli incidenti.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)