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Alcol e giovani: l'influenza dei messaggi pubblicitari sui consumi dei ragazzi

Alcol e giovani: l'influenza dei messaggi pubblicitari sui consumi dei ragazzi

TROPPO ALCOL UNDER 18

Nessuno vuole volontariamente avvelenare proprio figlio. Però troppo spesso consentiamo che i minori vengano esposti ad immagini e situazioni che, confermano numerosi studi, portano direttamente alla terza causa mondiale di morte prematura: l'alcol.


Bere alcol infatti è sul triste podio che l'OMS dedica alle cause che uccidono anzitempo (al primo posto è il basso peso alla nascita, al secondo il sesso non sicuro). L'alcol è teratogeno, neurotossico, cancerogeno, immunosoppressore, aumenta il rischio di malattie trasmissibili e di quelle cardiovascolari. Danneggia altre persone oltre al bevitore e, sempre secondo l'OMS, i giovani registrano il più alto rischio relativo di incidenti dopo avere bevuto. In Italia l'alcol è la prima causa di mortalità, morbilità e disabilità evitabile per i consumatori tra gli 11 e i 29 anni.


E' stato dimostrato che vedere bere – e vederlo raccontato in modo positivo – aumenta tra i giovani la probabilità che si inizi ad assumere alcol. Il marketing di chi produce bevande alcoliche è subdolo e difficile da controllare, ma può capitare anche che il bere venga rappresentato positivamente per motivi culturali, come accade per esempio in molti video musicali.


Bere alcol arriva troppo spesso al cinema (leggi anche Pellicole fumose) ed anche in TV. Uno studio appena uscito sulla rivista Journal of Studies on Alcohol and Drugs conferma che negli USA tra il 2005 ed il 2012, soprattutto sulle TV via cavo, i minori sono stati esposti a 15 miliardi di pubblicità di bevande alcoliche. In Italia per fortuna esiste una normativa precisa: dalle 16 alle 19, periodo in cui si presume che bambini e ragazzi guardino la TV senza adulti nelle vicinanze, e nei programmi per ragazzi (compresi i minuti che precedono e seguono tali programmi) è proibita la pubblicità di bevande alcoliche e superalcoliche. In generale bisogna evitare immagini in cui i minori bevono o l'atto del bere sia positivo: una regolamentazione che i consumatori possono impugnare quando viene disattesa. Cosa che accade: nel 2001 l'Istituto superiore di sanità ha calcolato nella TV italiana un “atto-alcol” ogni 13 minuti, legato spesso all'idea di successo e di convivialità.


La nuova frontiera con cui l'alcol viene bevuto dal cervello dei teen-ager sono però pc, tablet e smartphone. Nei device infatti la capacità di controllo rimane molto bassa. Ricercatori americani della Texas A&M University hanno creato appositamente dei finti profili di minori su Twitter e Instagram (che non ha filtri per età) e li hanno tenuti sotto controllo per 30 giorni. I risultati, appena pubblicati su Alcohol and Alcoholism, parlano chiaro: ogni profilo ha ricevuto, in media, 362 pubblicità di prodotti alcolici in un mese.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.legatumoribologna.it/news/troppo-alcol-under


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)