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Alcol e giovani: l'Italia è in "stato d'ebbrezza"

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Alcol e giovani: l'Italia è in "Stato d'ebbrezza"


Fabio Buffa

Il fenomeno dell'abuso di alcol da parte dei giovani è uno dei problemi presi in esame dall'Unione Europea nel recente report denominato «Alcohol in Europe», indagine che ha evidenziato (prendendo in esame i ragazzi delle scuole) che l'alcol è la sostanza psicoattiva più adottata dai giovani dell'Unione Europea.


L'approccio dei giovani nei confronti del «bere» è caratterizzato sempre più dal così detto «binge-drinking» cioè bere per ubriacarsi, concentrando l'abuso dell'alcol in fenomeni acuti e saltuari. La cultura mediterranea ci aveva abituati invece al consumo di sostanze alcoliche, soprattutto il vino, in concomitanza con i pasti. Invece, anche In Italia, si evidenza il fenomeno secondo cui un ragazzo su otto tra i 15 e i 16 anni si è ubriacato più di venti volte nel corso della propria breve esistenza.


Il consumo e l'abuso di alcol tra i giovani è un fenomeno che deve preoccupare, se si considera che l'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda totale astensione del consumo di alcol sotto i 16 anni. L'organismo dell'adolescente è in fase di evoluzione e lo shock psicofisico causato da uno sbronza può arrecare danni alla salute ben più gravi di ciò che potrebbe far pensare una analisi superficiale del fenomeno. Per non parlare dei pericoli relativi all'alcoldipendenza, con ripercussioni negative di ordine psicosociale.


Secondo l'indagine del gruppo Hbsc (Health Behaviours in Schoolaged Children) sui comportamenti dei ragazzi in età scolare, quelli italiani sono ai primi posti per il consumo settimanale di alcol, tra i quaranta paesi presi in considerazione.


Secondo l'indagine Istat emerge inoltre che nel 2011 il 66% della popolazione italiana di 14 anni e più ha consumato almeno una bevanda alcolica nell'anno. Se dal 2001 al 2011 è diminuita la percentuale dei consumatori giornalieri di bevande alcoliche (del 18,4%), aumenta il numero di quanti affermano di bere alcolici fuori dai pasti, passando da circa il 24% di undici anni fa al 27 dello scorso anno. Aumenta anche la percentuale dei consumatori occasionali di alcol.


I comportamenti a rischio derivanti dall'uso di sostanze alcoliche riguardano soprattutto i giovani, per l'abitudine al «binge drinking», e gli anziani, che dall'abuso di vino e superalcolici possono vedere sensibilmente aggravarsi le proprie patologie.


Per concludere si può affermare che, malgrado le campagne di sensibilizzazione contro l'abuso di alcol, soprattutto legate ai rischi di incidenti stradali, rimane assai difficile scendere oltre certe soglie per quanto riguarda l'abuso tra giovani. Anche perché esiste una sostanziale contraddizione tra la cultura dello sballo proveniente da più parti sotto il profilo dei mass media e la riflessione troppo spesso breve, quanto un fuoco di paglia, nel momento in cui si commentano i drammi legati all' alcol sopratutto tra i più giovani.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)