Alcol e giovani, un dramma per i preadolescenti: considerazioni del dr. Sciutteri
alcol alcolici alcolismo giovani
di Alessio De Giuseppe
Ormai è risaputo: l'Italia detiene un primato avvilente,ovvero è il paese europeo nel quale i giovani si avvicinano all'alcol ad un'età inferiore rispetto alla media europea; questa infatti si attesta attorno ai 14-15 anni mentre gli adolescenti italiani bevono il primo "bicchiere" all'età di 12-13 anni. Per avere delucidazioni in merito, abbiamo intervistato il dottor Bruno Sciutteri, medico referente del dipartimento dipendenze 1 di Torino, della ASL TO2.
Dottor Sciutteri potrebbe dirci da che figure è composta la vostra equipe?
«Qui al servizio di alcologia vi sono un medico,uno psicologo, un educatore professionale ed un infermiere: abbiamo la necessità di specialisti diversi perché il programma di disintossicazione dall'alcol, implica un riabilitazione su molteplici fronti, dal sociale al lavorativo»
Quanti pazienti seguite?Avete registrato un incremento di prese in carico nel susseguirsi degli anni?
«La nostra struttura è aperta da circa sei anni e le richieste di prese in carico dei pazienti sono in costante aumento, nel 2009 i pazienti seguiti sono stati 205 e nello stesso anno i nuovi utenti sono stati 83».
A suo avviso qual è il significato del bere, tra i giovani?
«L'alcol in adolescenza può acquisire un significato omologante nel gruppo, specie se in esso è presente un leader al quale bisogna dimostrare la propria forza, inoltre i giovani amano sperimentare i propri limiti e la sbornia è in grado di soddisfare, nel bene e nel male, questa loro necessità. Possiamo inoltre dire che le bevande alcoliche sono il primo tipo di "droga" con cui i giovani vengono a contatto e il desiderio di trasgredire fornisce un senso di appagamento».
Quindi la trasgressione è il motivo principale del desiderio di alcol?
«Sì, ma non è l'unico,la società odierna prevede alcuni target sociali che bisogna raggiungere, oggi il fallimento non è contemplato dall'ottica delle persone così come il rifiuto del malessere, quindi se si incontrano delle difficoltà si ricorre alle sostanze alcoliche per evadere dai problemi».
Come mai in Italia il problema è in aumento?
«In primo luogo perché si sta passando da una cultura "asciutta"o "mediterranea" a una cultura bagnata tipica del nord Europa: cioè la tendenza è quella di bere birra e superalcolici fuori pasto e in pub, winebar e discoteche invece di bere prevalentemente vino durante i pasti. Un altro fattore importante è costituito dagli "alcol pops" ovvero bevande a basso contenuto alcolico che hanno lo scopo di invogliare i giovani a bere; infine gli Energy drink, molto diffusi oggi, consentono ai giovani di eliminare la fase deabilitante, dal punto di vista fisico, dell'alcol consentendo di bere in maggior quantità».
Qual è l'aspetto più pericoloso di tutto ciò?
«Ciò che mi preoccupa maggiormente sono i danni cerebrali a cui vanno incontro i giovanissimi sottoponendosi a quantità così elevate di alcol: un'altra moda diffusa tra gli adolescenti è il "binge drinking" che consiste nel consumare 5-6 drink, dove per drink intendiamo 12 ml di alcol nella sostanza, nell'arco di poche ore. Tale pratica è assai nociva tra i più giovani il cui cervello è in fase di crescita».
L'OMS afferma che circa il 26% della mortalità maschile e l' 11% di quella femminile è correlata a incidenti causati dall'alcol, in Italia questo problema è in aumento?
«La percentuale torinese di incidenti causati dall'ebbrezza è equivalente a quella italiana cioè 2.06%, tuttavia negli ultimi anni sono stati compiuti passi avanti e da parte delle forze dell'ordine e dai giovani alla guida. Con l'entrata in vigore della patente a punti e con l'aumento dei controlli i ragazzi hanno paura di perdere propria libertà, quindi evitano di commettere errori prima di sedersi al volante. Gli adolescenti d'altra parte hanno incrementato la propria percezione del controllo, in altre parole la capacità di dire "no" ad un altro bicchiere prima di guidare, e si sono organizzati utilizzando la tecnica del guidatore designato, il cosiddetto BOB, che riporta a casa gli amici senza aver bevuto un goccio d'alcol; alcune discoteche offrono, oppure deprezzano bevande analcoliche destinate a loro e questo, ragionando per obiettivi, è un aspetto molto positivo».