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Alcol e guida: dati e considerazioni

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Alcol e guida
Roberto Minelli


Una buona notizia che arriva dagli Stati Uniti riguarda il numero di ragazzi di età compresa tra 16 e 19 anni (da loro si può ottenere la patente di guida più precocemente che da noi) che si mettono al volante dopo una più o meno abbondante bevuta. Il numero rimane comunque elevato rappresentando circa il 10%. Rimane comunque non elevata l'attenzione dei medici al problema del consumo di alcol nei più giovani.


Benissimo! E da noi?


Dal sito "Epicentro" dell'Istituto Superiore di Sanità si apprende che anche da noi l'alcol influenza significativamente sia il rischio che la gravità degli incidenti stradali. Secondo dati a nostra disposizione circa il 9.8% degli intervistati dichiara di aver guidato sotto l'effetto di alcol e il 6,6% di essere stato passeggero in una macchina con conducente sotto l'effetto di alcolici.
L'abitudine a guidare poco dopo aver bevuto è più frequente negli uomini e nei giovani della fascia di età 25-34 anni. Ci sono differenze nel confronto tra le regioni con frequenze più elevate al nord.


Per quanto riguarda l'età 18-29 anni la percezione di un pericolo per la circolazione stradale riguarda la guida sotto l'effetto di alcol o droghe per circa il 61.6% degli intervistati, seguito dall'eccesso di velocità (57%).


Il 37,9% di soggetti di età inferiore a 30 anni, rispetto ad una media totale del 36,9%, sceglie responsabilmente di limitare il consumo di alcolici (il valore più basso si registra nella classe di età 45-69 anni).
Il 47,1% degli intervistati afferma di non preoccuparsi del problema della guida dopo il consumo di alcol "perché non è un bevitore abituale", ma la percentuale si abbassa notevolmente nella fascia d'età 18-29 (36,6%).
Preoccupante risulta la percentuale di giovani (3,4% rispetto allo 0,7% di chi ha più di 30 anni) che pur sapendo di doversi mettere alla guida sceglie di non limitare il consumo di alcol.


Ho praticato molti copia-incolla dai siti segnalati evidenziando i dati più significativi.
Le percentuali sono simili a quelle degli Stati Uniti e significano 2 cose: il problema esiste ed ha dimensioni rilevanti ma abbiamo ancora spazi per manovrare.


In fondo si tratta solo di cambiare la cultura dell'alcol come droga socializzante e di enfatizzare il ruolo del volontario che non beve per viaggiare con gli amici in piena sicurezza.
Ma è proprio possibile che esitano così pochi astemi che si sacrificano volentieri per guidare?


Non è poco ma ce la possiamo fare.


Fonti:

Morbidity and Mortality Weekly Report 05 ottobre 2012
Epicentro: aspetti epidemiologici degli incidenti stradali
Istituto Superiore di Sanità: rapporto nazionale Passi 2010 - alcol e guida
Rapporti ISTISAN 11/4 - Epidemiologia e monitoraggio alcol correlato in Italia
Epicentro: consumo di alcol in Italia 2010


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)