Alcol e guida: forse destinato all'incassettamento il limite dello 0,2%
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Allora pare stiano ripensandoci e i crociati del neoproibizionismo sembrano destinati a finire in minoranza. Infatti dopo le grida di guerra santa in stile talebano ecco forse prevalere la ragione. Infatti, pare destinata a fibire in qualche oscuro cassetto delle scrivanie parlamentari la tanto sbandierata proposta di un abbassamento indiscriminato del tasso alcolico per poter guidare. L'idea, come si sa, fu spiattellata paro paro lo scorso dicembre dal presidente della commissione Trasporti della Camera, Mario Valducci. Poi sostenuta con incredibile zelo e fede da intolleranti esponenti parlamentari di destra e di sinistra senza distinzioni di sorta. L'idea si sarebbe dovuta trasformare in una proposta di legge da varare proprio in questi giorni, fondata sulla linea dura e sulla tolleranza zero: limite generalizzato di 0,2%, di alcol nel sangue, praticamente chi beve un bicchiere di vino, si vedrebbe ritirata la patente. Un giro di vite rispetto agli attuali già bassi limiti consentiti (0,5% espresso in grammi di alcol ogni 100 ml di sangue) che non ha mancato di suscitare immediatamente polemiche e prese di posizione da parte di molti settori della pubblica opinione. Prima con la costituzione immediata di un gruppo spontaneo sul social network più famoso d'Italia, Facebook, al quale anche molti (compreso chi scrive) hanno aderito. Se inizialmente, infatti, la proposta era condivisa da entrambi gli schieramenti politici e quella che sembrava una posizione granitica della politica bipartisan sulla presunta validità della "tolleranza zero", la "tempesta" di lettere e commenti rimbalzati sul web e su numerosi giornali e riviste ha spinto il Palazzo f are un passo indietro. La questione è ancora aperta e il dubbio che ha cominciato ad assillare i politici e gli addetti ai lavori è una sorta di via d'uscita dai proclami talebani irresponsabili e demenziali per applicare un limite assoluto pari a zero solo alla fascia più giovane d'età e a quella degli autisti di servizi pubblici.
Il primo a lanciare la proposta alternativa alla tolleranza zero per chi beve e si mette alla guida è stato il ministero del Welfare, Maurizio Sacconi, che ha ritenuto indispensabile «un'azione mirata solo sulle categorie e sulle situazioni veramente "a rischio", ovvero i neo patentati e i giovani under 21, proponendo un limite assoluto pari a zero».
Ciò nonostante con una lettera inviata a "Italia a Tavola" l'On. Valducci confermava le sue arcinote posizioni precisando che la proposta di legge aveva come obiettivo la «riduzione entro il 2010 degli incidenti stradali e che la tolleranza zero implicava un concetto preventivo, non solo repressivo. Per fortuna a spaccare responsabilmente la maggioranza ci pensava il deputato leghista veronese Alessandro Montagnoli che, sempre in una lettera a "Italia a Tavola" annunciava un no a una generalizzata tolleranza zero, proponendo il "decalogo" della Lega finalizzato a intervenire solo «sulle fasce più deboli, cioè i giovani guidatori fino ai 21 anni e i neo patentati, oltre alle le categorie professionali più a rischio come gli autisti».
Con la maggioranza parlamentare divisa al suo interno, anche l'approccio bipartisan è venuto meno. Prima con Mino Taricco, assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte, che ha scritto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministro per le Politiche agricole, Luca Zaia, per esprimere il suo dissenso sull'attuale orientamento ribadendo che «è necessario distinguere vino e superalcolici e che serve un'educazione al consumo». Poi è stato il turno di Andrea Sarubbi (Pd) che ha sollevato critiche «sui destinatari della norma» ufficializzando il no dell'opposizione parlamentare. Una eccezione a questa linea di saggezza consapevole l'ha espressa l'ex parlamentare valtellinese Paolo Uggè incredibilmente schieratosi col fronte demenzial-salutista (ce ne ricorderemo se si ricandidasse) del "chi beve non guida". Quel che conta è che siamo in presenza di una clamorosa retromarcia e a un coro di dissenso rispetto alla linea dura avanzata dall'onorevole Mario Valducci. Per fortuna che questa volta alcuni politici si sono accorti in tempo, del rischio che corre il settore agroalimentare se passassero certe crociate proibizionistiche. C'è comunque da auspicare che si colga l'occasione per il varo di seri provvedimenti di tipo educativo partendo dalle scuole. Bere bene per bere giusto questo deve essere lo slogan. E avviare finalmente iniziative culturali diffuse sul bere responsabile assieme a controlli efficaci e mirati nei confronti dei veri criminali della strada che non sono certo coloro che guidano con il tasso dello 0,3 - 0,5% di alcolemia bensì i veri ubriachi, impasticcati, drogati e i tanti autisti di Tir (specie di Paesi dell'Est) morti di sonno e di fatica che girano indisturbati per le nostre strade.