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News di Alcologia

Alcol e Guida? No: semplicemente e solamente Alcol

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Di Franco Taggi
Lo scorso lunedì 23 marzo si poteva leggere su ‘Metro' (giornale gratuito): "Brescia. Un 14enne di Alfianello è stato ucciso da un guidatore ubriaco (recidivo: denunciato 3 volte per guida in stato di ebbrezza) che lo ha travolto sotto gli occhi dei genitori, mentre usciva con lo scooter da casa. Il giovane era salito in sella quando un 26enne, su una Fiat, lo ha investito e catapultato a 30 mt. (Metro)".
La sera prima il fatto era stato anche oggetto di diversi telegiornali. Una delle solite ed amare notizie sull'incidentalità stradale. Orbene, ancora una volta vale la pena riflettere sul tutto, anche perché la gente si chiede sempre più spesso come mai queste cose possano accadere. A questo scopo, facciamoci solo un paio di domande. Abbiamo avuto Governi incapaci di legiferare adeguatamente? Le forze dell'ordine non controllano a sufficienza le strade? Non è certo insensato porsi domande di questa natura, anche se ad alcuni possono non piacere. Tuttavia, in merito ai Governi che si sono succeduti, non si può non riconoscere come i numerosi decreti approvati in questi ultimi anni siano stati ben congegnati ed adeguati alla presente situazione. Sull'alcol, in particolare, si è fatto molto, inasprendo le pene, prevedendo financo il sequestro e la confisca del veicolo. In questo, crediamo si possa dire che i diversi Governi hanno ben operato. Le forze di polizia, d'altra parte, meritano stima per il crescente impegno manifestato, in particolare per l'accresciuto numero di controlli svolti per la guida sotto l'influenza dell'alcol, che sono passati in un paio d'anni da poche centinaia di migliaia ad un milione e mezzo. E dietro il mutamento di queste cifre non può che esserci organizzazione, volontà, sacrificio.
Retorica? Tutt'altro. A chi piacciono le percentuali, siamo di fronte ad un incremento del numero di controlli del 650%, cifra che non si improvvisa di certo. Ma allora, se così stanno le cose, proviamo a riflettere ulteriormente: perché certi fatti avvengono? A questo proposito, sarà bene considerare che eventi come quello di Brescia accadranno sempre. Quali che siano la severità delle punizioni o la frequenza dei controlli su strada, ci sarà sempre qualcuno che guiderà un veicolo a motore in condizioni particolarmente non idonee e causerà morte o lesioni gravi a qualcun altro. Il fenomeno, purtroppo, non è eradicabile. Sarebbe come sperare che tramite leggi e controlli si possa far sì che non avvengano più omicidi: ma un qualche Caino sarà sempre in agguato. Come è dato a vedere in paesi che ancora la prevedono, neanche la pena di morte scoraggia certe persone dal compiere azioni gravi e deprecabili.
Un obiettivo concreto che ci si può dare, quindi, sembrerebbe quello di rendere il più possibile improbabili questi eventi indesiderati. Ma cosa altro si può fare, visto che si è già fatto tanto? In questo può di certo aiutarci la Scienza, che innumerevoli volte ha mostrato come nuove idee nascano sovente dal cambiamento del ‘punto di vista'.A nostro parere, anche nel caso presente una modifica del punto di vista può rivelarsi decisiva.
Esporremo ora brevemente cosa intendiamo dire con questo. Considerando freddamente le cose, non è difficile rendersi conto che il problema ‘Alcol e Guida' non ha carattere primario: quello che ha carattere primario è il problema ‘Alcol'. Una persona che ha un tal problema è in una situazione che lo porta a bere costantemente, e in quantità rilevante: che poi si metta alla guida di un veicolo è fatto occasionale, anche se avviene di frequente.
Alte alcolemie (diciamo, tanto per avere un valido riferimento, superiori a 1.5 g/l) possono, se vogliamo, essere raggiunte da tutti: basta ubriacarsi. Chi non è abituato a bere si addormenterà o si sentirà molto male; anche chi è abituato a bere avrà effetti più o meno vistosi.
Ma solo chi beve costantemente, e molto, potrà guidare (pericolosamente, certo) un veicolo in tali condizioni. La guida è un processo assai complicato: molto semplicemente, con troppo alcol in corpo, chi non ha stretta familiarità con questa sostanza non è in grado di guidare un veicolo.
Non a caso, negli studi epidemiologici dove si è studiato il rischio di incidente stradale in funzione dell'alcolemia del conducente e della sua frequenza di consumo di bevande alcoliche, le alcolemie rilevate in coloro che di tali bevande facevano un uso limitato non superavano mai la soglia di 0.6-0.8 g/l. D'altra parte, basta dare un'occhiata alla tabella descrittiva dei principali sintomi correlati ai diversi livelli di concentrazione alcolemica (v. fig.1), esposta ora nei locali pubblici insieme a quella per la valutazione della proprio alcolemia in base a quanto consumato (Art. 6 del decreto-legge 3 agosto 2007 n. 117 convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, della legge 2 ottobre 2007, n. 160), per rendersi conto di come sia concreto il ragionamento che abbiamo sin qui svolto.
In conclusione, chi presenta su strada, o in ospedale dopo un incidente, un'alcolemia elevata ha con grandissima probabilità (certezza, in pratica) un grosso problema con l'alcol. E questo suo stato, permanente, e non occasionale, lo rende evidentemente inidoneo ad essere il titolare di una patente di guida. Sicché, in tutti i casi in cui l'alcolemia del conducente, rilevata su strada o dopo un incidente, sia superiore ad un certo livello (1.5 g/l sembra in questo senso un limite congruo), la patente di guida andrebbe sospesa a tempo indeterminato, rimandando un suo possibile riesame alla soluzione del problema che il soggetto ha con l'alcol (il che vuol dire entrare in cura da un alcologo, che potrà eventualmente attestare la raggiunta soluzione del problema, fornendo così alla Commissione Medica Locale un prezioso elemento per decidere o meno se restituire al soggetto la patente di guida). Una regola di questo tipo, peraltro, almeno nei casi di ‘guarigione' dell'individuo, potrebbe avere anche importanti ricadute in termini di ‘Sicurezza Sociale' in quanto un eccessivo consumo di alcol è alla base di molte altre cose indesiderabili, quali malattie, violenza famigliare, incidenti sul lavoro, ordine pubblico. (1) Dobbiamo rivedere profondamente il concetto di ‘Idoneità': si tratta di un concetto dinamico, non statico. Chi è oggi idoneo può non esserlo domani; lo stesso, chi non è al presente idoneo può ridiventarlo in futuro se si impegna. Naturalmente il discorso non vale solo per l'alcol, ma anche per le droghe, per le velocità elevate e per tutti gli altri comportamenti ad alto rischio di alcuni conducenti che fanno della strada un luogo di mattanza insensata e crudele.
In conclusione, a nostro avviso quello che si può tentare di fare, in aggiunta al non poco che si è già fatto, è cercare di blindare il ‘Sistema Circolazione': si dovrebbero eliminare da questo Sistema i conducenti ‘altamente pericolosi', reintegrandoli solo nel caso in cui si abbiano concrete garanzie di un loro profondo cambiamento. In questo, un potente strumento appare essere l'archivio della Patente a Punti, grazie al quale la lettura della ‘storia' del conducente potrebbe forse evitare molti casi in cui la patente di guida viene revocata e restituita più volte, come è stato nel presente caso del giovane che ha falciato quel povero ragazzo a Brescia.
Nota
(1) Sulla rivista Annali di Igiene è in corso di stampa l'articolo "I controlli alcolemici su strada quale strumento per l'identificazione precoce di soggetti con problemi alcol-correlati" di F.Taggi e T.Macchia, dell'Istituto Superiore di Sanità, che esamina a fondo la questione anche dal punto di vista della ‘Sicurezza Sociale'.