Alcol e Guida: quale percorso in caso di sospensione della patente?
Alcol e Guida: quale percorso in caso di sospensione della patente?
Report sulle visite alcologiche nel Servizio Dipendenze Patologiche di Faenza effettuate dal 2005 al 2009
di Samanta Cricca (1) Cecilia Pintori (2) e Monica Bosi (3)
L'assunzione di bevande alcoliche altera funzioni indispensabili per la guida come l'attenzione, la vista, i tempi di
reazione, inoltre compromette la capacità di giudizio e facilita l'adozione di comportamenti rischiosi quali non utilizzare
le cinture di sicurezza o procedere ad alta velocità. Ciò porta ad un aumento sia del rischio d'incidenti stradali che della
severità degli stessi, che risultano correlati direttamente alla quantità di alcol assunta (GRSP 2007). Gli incidenti
stradali costituiscono la terza causa di morte violenta in assoluto e la prima in età giovanile (453 decessi in Italia nel
2008 nella fascia di età 25-29 anni), infatti tra un quarto ed un terzo degli incidenti stradali viene attribuito all'alcol e
alle altre sostanze d' abuso. Nel tentativo di ridurre la mortalità da incidenti il Codice della Strada (C.d.S.) è stato
modificato più volte (L.125 del 30/03/2001, D.L. n.151 del 30/06/2003, art. 6 D.L. 3 agosto 2007, L. 92 del 23/05/2008, L.
n.94 del 15/07/2009) ed è stato stabilito che il limite legale del tasso alcolemico per la guida è 0,5 gr/lt. Il reato di
guida sotto l'effetto di alcol o altre sostanze psicoattive è trattato rispettivamente negli articoli 186 e 187 del C.d.S.
(Dlgs 30/04/1992 n.285 e successive modifiche). Nel Libro Bianco del 13 settembre 2001 l'Unione Europea ha fissato
l'obiettivo di ridurre la mortalità del 50% entro il 2010: l'Italia ha raggiunto quota -33%, mentre la diminuzione media
della mortalità nel 2008 nei Paesi dell'UE, rispetto al 2000, è pari al 31,2%. Dall'analisi dei dati rilevati dal 2000 al
2008 dalla Community Road Accident Data Base (CARE), Commissione Europea, Direzione Generale Energia e Trasporti emerge che
il Portogallo, il Lussemburgo e la Lettonia hanno già raggiunto l'obiettivo; la Francia, la Germania e la Spagna sono tra i
più vicini al raggiungimento dello stesso; l'Italia insieme ad Austria, Belgio, Estonia, Irlanda, Paesi Bassi, Slovenia e
Svezia è tra i paesi che presentano una riduzione della mortalità dal 30 al 40%. La Regione Emilia - Romagna ha emesso "Linee
di indirizzo alle Aziende Sanitarie della RER per la valutazione dell'idoneità alla guida dei soggetti segnalati per guida in
stato di ebbrezza alcolica" (delibera di Giunta Regionale n. 1423 del 2004), che consistono in un protocollo operativo,
avente lo scopo di valutare l'idoneità alla guida in modo uniforme. In seguito alla contestazione dell'infrazione, che
determina sempre una revisione dell'idoneità alla guida, il soggetto deve contattare la Commissione Medica Locale (CML,
comunemente conosciuta come Commissione patenti) per poter avviare il percorso di revisione della patente. La legge Quadro
125 del 2001 prevede la presenza del medico alcologo all'interno della CML, e indica un percorso valutativo che prevede la
revisione dell'idoneità alla guida. Il percorso comprende l'esecuzione di esami ematici e il ritiro di una nota informativa
sul percorso diagnostico e sulle modalità dell'accertamento. Dopo aver effettuato gli esami ematochimici (ALT, AST, MCV,
Gamma GT, TRIGLICERIDI, CDT) la persona che ha effettuato la violazione si sottopone a visita collegiale presso la CML.
L'esito può essere l'immediata idoneità alla guida oppure può essere richiesto un approfondimento specialistico presso il
Servizio Alcologico dell'AUSL di riferimento. L'approfondimento (visita alcologica) viene richiesto nei casi di:
• alterazione di esami ematici indicativi di abuso alcolico,
• quando il conducente ha la patente da meno di tre anni,
• quando è titolare di patente superiore (C, D, E),
• quando il tasso alcolemico è superiore a 1,5 g/l,
• quando c'è una recidiva (la violazione dell'art. 186 nell'arco temporale di due anni). Qualora siano presenti uno o più di
tali requisiti l'interessato entra in un ulteriore percorso diagnostico-informativo che è composto da :
• raccolta dell'anamnesi
• esame obiettivo
• compilazione scheda clinica
• somministrazione A.U.D.I.T.(alcohol use disorders identification test-OMS) parte clinica
• valutazione degli accertamenti ematochimici e di quant'altro richiesto dalla CML o autonomamente prodotto dall'utente
• colloquio informativo sui rischi alcol correlati
• valutazione alcologica finale
• certificazione ad uso della CML.
La CML recepisce la consulenza dal Servizio Alcologico ed esprime il giudizio finale, attraverso la definizione della classe
di rischio. Sono previste tre classi di rischio: classe di rischio 1 (scarsa entità), che in genere determina il
riconoscimento dell'idoneità alla guida da sei mesi a un anno; classe di rischio 2 (media entità), che determina un giudizio
variabile da non idoneità per tre mesi a idoneità per tre mesi; la classe di rischio 3 (elevata entità), che determina un
giudizio di non idoneità per un periodo non inferiore a sei mesi.
Metodo E' stata effettuata una raccolta ed elaborazione dati di tutte le visite alcologiche effettuate dagli alcologi del
Servizio Dipendenze Patologiche di Faenza (Ra), da gennaio 2005 a dicembre 2009. La disamina delle schede cliniche utilizzate
durante le visite alcologiche ha riguardato i seguenti dati: età, sesso, residenza, cittadinanza, professione, tipo di
patente, veicolo guidato al momento della violazione, tipo di controllo, alcolemia, precedenti violazioni dell'art. 186,
circostanze in cui si è verificato l'abuso di alcol, punteggio AUDIT (questionario per la rilevazione di un consumo
problematico dell'alcol), tipo di diagnosi. I dati sono stati inseriti all'interno di un programma denominato SPSS e
successivamente sono stati elaborati, utilizzando le tabelle di contingenza e le frequenze.
Campione Il campione risulta composto da 406 utenti, dei quali 373 sono maschi e 33 femmine. Il range di età va da 18 a 77
anni; la residenza varia dal territorio della AUSL di Ravenna (75,12%) a quello regionale (20,94%), a quello extraregionale
(2,71%). Dei 406 soggetti 67 sono cittadini stranieri e 339 italiani. La professione maggiormente rappresentata è quella
degli operai (49,75%), seguita dai lavoratori autonomi (15,76%), impiegati (7,88%), autisti/camionisti (6,65%), pensionati
(5,91%), dirigenti e studenti (5,42%), disoccupati (4,93%); il 3,69% è costituito da dati non disponibili. La prevalenza
assoluta del tipo di patente è la B (76,85%), seguono la C (9,61%), la D (2,96%), la E (5,17%) e un 4,19% di dati non
disponibili. Il veicolo guidato al momento della contestazione è l'auto nel 86,95% dei casi, la moto nel 4,19%, il camion nel
3,2%, altro nello 0,74%; infine il 4,93% dei casi è formato da dati non disponibili. Al momento della violazione nel 70,2%
dei casi è stato effettuato l'etilometro, nel 17,98% è stata rilevata l'alcolemia, nello 0,74% è stato svolto un rilevamento
a vista; infine l'1,97% dei casi ha rifiutato di sottoporsi al controllo e il 9,11% dei casi è formato da dati non
disponibili. Il 28,08% dei soggetti presentava una precedente violazione dell'art. 186. Ai fini della ricerca il tasso
alcolemico è stato suddiviso in tre fasce:
• 0,50- 0,80: 5,42%
• 0,81- 1,50: 21,43%
• > 1,50: 58,62%
• Dato non disponibile: 14,53% Le bevande abusate al momento della violazione sono:
• Solo vino: 24,38%
• Solo birra: 19,21%
• Solo superalcolici: 15,27%
• Associazione di più bevande: 37,44%
• Dato non disponibile: 3,69%
Il luogo di consumo delle bevande è per il 48,77% associato al pasto (casa, ristorante), mentre per il 45,81% è consumato in
bar, pub e quindi non direttamente associato al pasto. Il 76,11% aveva consumato bevande alcoliche in compagnia, mentre il
17,49% è una percentuale importante di consumo solitario. La frequenza di assunzione dichiarata è per l'80,3% occasionale e
solo per 6,16% quotidiana. Il 2,22% al momento della visita si è dichiarato astinente. Il punteggio dell'AUDIT non è
patologico (punteggio da 0 a 5) nell'85,47% dei casi, mentre solo nel 13,8% dei casi è risultato patologico. Nel 17,24% del
campione è stato possibile rilevare l'esistenza di problemi alcol correlati (PAC), mentre per il 74,88% si tratta di un uso
non percepito come pericoloso per la guida; viene riferito infatti consumo occasionale o di quantità limitate ai pasti.
Risultati
Nello studio un'alta percentuale del consumo (74,88%) viene definito "occasionale/ continuativo" non eccedenti le tre unità
alcoliche*. Questo dato evidenzia una scarsa consapevolezza dei rischi legati ad alcol e guida, gravemente sottovalutati se
si considera che la guida è un'attività complessa, che richiede l'attivazione di diverse abilità contemporaneamente. Per
quanto riguarda la variabile "età": il dato è disponibile nel 85,2% dei casi, per un totale di 346 soggetti. La fascia di età
in cui maggiormente si è osservata la violazione è quella compresa fra i 25 e i 44 anni, con un totale di 217 infrazioni
(62,7%); seguono la fascia compresa fra i 45 e i 54 anni (16,76%), quella compresa tra i 18 e i 24 anni (10,98%), quella tra
i 55 e i 64 anni (6,9%), infine quella con età maggiore di 65 anni (2,02%). E' stata rilevata anche una correlazione
significativa tra "età e alcolemia". Nella fascia di alcolemia compresa tra 0,50 e 0,80 troviamo il 6,35% (N=22) di
infrazioni equamente distribuite tra le varie fasce d'età. Nella fascia tra 0,81 e 1,50 vi è il 25,14% (N=87) di infrazioni,
di questi il 64% (N=56) appartiene alla classe d'età tra i 25 e i 44 anni. I casi con alcolemia superiore a 1,51 sono il
68,49% (N=237): tra questi il 65,82% (N=156) ha un'età compresa tra 25 e 44anni. * Una unità alcolica equivale a 12 gr di
alcol puro, che è la quantità contenuta in un bicchiere di vino a 12 gradi (125 ml) o un boccale di birra a 5 gradi (330ml) o
un aperitivo a 18/20 gradi (80 ml) o un superalcolico a 40/60 gradi (40 ml) Anche tra le variabili "alcolemia e incidenti
stradali" vi è una correlazione significativa: considerando che il dato è disponibile nell'80,8% del campione (N=328) è stato
rilevato che tra questi 328 il 39,3% (N=129) è stato coinvolto in un incidente e, tra questi, l'83,72% aveva un'alcolemia
superiore a 1,50, il 13,93% un'alcolemia compresa fra 0,81 e 1,50, infine il 2,32% aveva un'alcolemia compresa fra 0,50 e
0,80. Per quanto riguarda la variabile"tipo di patente" il dato è disponibile nell'81,8% dei casi (N = 332). Di questi il
79,21% (N=263) ha la patente B; l'11,14% (N=37) hanno la patente C; il 3,6% (N=12) hanno la patente D; il 5,42% (N=18) ha la
patente E. Effettuando una correlazione tra il tasso alcolemico e il tipo di patente risulta preponderante l'incidenza della
patente B, che è prevalente in tutte e tre le fasce di alcolemia. Da segnalare è la presenza di 33 casi (su 37) di titolari
di patente C con alcolemia superiore a 0,80, la presenza di 11 titolari di patente E con alcolemia superiore a 1,51 (61,11%)
e la presenza di 5 titolari di patente E con alcolemia tra 0,81 e 1,50 (27,77%). Per quanto riguarda la relazione tra
"professione" e "alcolemia" si rileva che su 335 soggetti per cui è disponibile il dato (82,5%) il 52,23% è rappresentato da
operai (N = 175), il 16,1% è costituito dai liberi professionisti/lavoratori autonomi (N = 54), il 6,86% è formato da
camionisti/autisti (N = 23), infine l'8,95% è rappresentato dagli impiegati (N = 30). Il 21,73% dei camionisti/autisti
presentava un'alcolemia tra 0,81 e 1,50, mentre il 65,21% (N=15) presentava un'alcolemia superiore a 1,51. Si segnala che, a
fronte di 67 titolari di patenti superiori (C,D,E), coloro che dichiarano di utilizzare la patente per lavoro sono 23, quindi
il 34,32%: questo si spiega con il fatto che non tutti coloro che sono in possesso di patente superiore in realtà la
utilizzano. Tra gli operai 118 persone (67,42%) presentava un'alcolemia superiore a 1,51, mentre il 27,42% presentava
un'alcolemia tra 0,80 e 1,50. Per quanto riguarda i liberi professionisti il 61,11% (N = 33) presentava un'alcolemia
superiore a 1,51 e il 31,48% (N = 17) aveva un'alcolemia tra 0,81 e 1,50. Nella categoria dirigenti si evidenzia che 7
soggetti su 10 presentavano un'alcolemia superiore a 1,51. Infine il 93,33% dei disoccupati (14 su 15) presentava
un'alcolemia superiore a 1,51.
Conclusioni
Dalla ricerca è emerso che la maggioranza degli individui che ha violato l'art.186 del C.d.S. è costituita da uomini, i quali
sembrano essere meno consapevoli rispetto alle donne dei rischi ai quali sottopongono se stessi e gli altri mettendosi alla
guida di un veicolo sotto l'effetto di alcol. Il dato relativo all'età dimostra che la categoria più a rischio è la fascia
compresa tra i 25 e i 44 anni, nella quale si posizionano i cosiddetti "bevitori sociali" che rappresentano un' alta
percentuale di bevitori in Italia. Da ciò ne consegue che il target per le campagne di prevenzione non può essere limitato ai
giovanissimi, ma deve essere esteso a tutte le fasce d'età, con particolare attenzione a quella giovane-adulta (25-44 anni).
Considerando che gli adulti possiedono una struttura di personalità cristallizzata e quindi meno propensa al cambiamento, si
può ipotizzare che tali campagne di prevenzione, per risultare efficaci, richiederanno molto tempo ed energie. La categoria
professionale più rappresentata nel campione della ricerca è quella degli operai, tra cui il 67,42% aveva un tasso alcolemico
elevato. Si potrebbe ipotizzare che un lavoro manuale e ripetitivo sia un fattore di rischio rispetto alle modalità di
assunzione di bevande alcoliche e alla presa di consapevolezza su come queste possano influenzare la guida. Osserviamo tassi
alcolemici elevati anche tra i dirigenti: ciò fa ipotizzare che un elevato titolo di studio e un buon livello culturale non
siano da considerare un fattore protettivo nei confronti di un comportamento corretto alla guida, verosimilmente per la
mancanza di informazioni rispetto agli effetti dell'alcol e per la conseguente sottovalutazione dei rischi. Il fatto che il
28,8% dei casi siano recidivi, cioè soggetti che avevano già violato l'art.186 del C.d.S., risulta in contrasto con la
frequenza di assunzione di alcolici dichiarata che è, nell'80,3% dei casi, "occasionale". Questo può essere dovuto ad una
difficoltà, probabilmente molto diffusa nel nostro contesto socio-culturale, a riconoscere i rischi connessi all'assunzione
di alcol prima di mettersi alla guida, oltre che ad una tendenza, altrettanto diffusa, a trasgredire le leggi. Dalla ricerca
è emerso inoltre che il 37,44% dei soggetti ha assunto vari tipi di bevande alcoliche e il 17,49% degli individui ha
consumato le bevande da solo: questi sono dati interessanti dal punto di vista sociologico, in quanto fanno pensare alla
presenza di un'alta percentuale di persone che presumibilmente ha un problema legato all'alcol ma non ne è consapevole (lo
nega o lo sminuisce), attuando quindi dei comportamenti rischiosi. Il fatto che l'abuso di alcol ed un tasso alcolemico
superiore a 1,5 gr/l sia correlato ad un rischio maggiore risulta confermato dall'elevato numero di soggetti che è stato
coinvolto in incidenti stradali (39,3% dei casi). Un altro risultato su cui è importante riflettere è quello riguardante i
titolari di patenti superiori (C,D,E) i quali, pur utilizzando la patente come strumento di lavoro, evidenziano una scarsa
percezione del rischio. Concludendo sarebbe importante effettuare delle campagne di prevenzione, rivolte a tutti coloro che
possiedono un veicolo, con l'obiettivo di fornire informazioni non solo sul codice della strada ma anche sul funzionamento
del cervello, sul modo in cui le sostanze d'abuso influenzano le performances e sugli accorgimenti necessari per preservarne
l'efficienza in caso di guida.
(1)Psicologa Psicoterapeuta
(2)Dirigente Medico di I° livello U. O.
Dipendenze Patologiche di Faenza (Ra) (3)Psicologa Psicoterapeuta
U. O. Dipendenze Patologiche di Faenza (Ra)
BIBLIOGRAFIA
Carta europea della Sicurezza Stradale Delibera di Giunta Regionale della Regione Emilia- Romagna n. 1423 del 2004,
pubblicata sul BUR. Global Road Safety Partnership (GRSP 2007) Rapporto ISTAT ACI Incidenti stradali anno 2008
da Il Centauro n. 139