338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Alcol e incidenti stradali: dati ministeriali

cufrad news alcologia alcol alcolismo alcol e incidenti stradali: dati ministeriali


Gli incidenti stradali


La mortalità per incidente stradale è uno dei più importanti indicatori di danno indirettamente causato dall'alcol. Secondo le stime dell'ISS-O.N.A. relative all'anno 2008 il 37,1% della mortalità maschile e il 18,1% di quella femminile causate da incidente stradale è attribuibile a un uso dannoso di alcol.
Secondo il Rapporto ACI-ISTAT 2012 nell'anno 2011 sono stati rilevati in Italia 205.638 incidenti stradali (- 2,7 % rispetto al 2010), che hanno provocato 3.860 morti (-5,6% rispetto al 2010) e 292.019 feriti (-3,5% rispetto al 2010). Il dato del 2011 conferma la tendenza alla riduzio ne nel tempo di tutti i valori in questione.
Prendendo in considerazione il decennio 2001-2011 gli incidenti stradali con lesioni a persone sono diminuiti del 21,8%, i morti del 45,6%, i feriti del 21,8% ed il relativo indice di mortalità è passato da 2,70 morti ogni 100 incidenti nel 2001 a 1,88 nel 2011.
Tra il 2010 e il 2011 in particolare tra i conducenti si registra un calo del numero dei morti pari al 5,2% e del numero dei feriti pari al 3,2%.
Prendendo in considerazione le sole donne conducenti si registra però nello stesso periodo un aumento dei decessi pari al 4%.


Nonostante la riduzione del numero dei morti verificatasi a partire dal 2001, pari al 45,6%, tuttavia l'Italia nel 2011 non ha ancora raggiunto l'obiettivo di riduzione della mortalità del 50% auspicato dall'Unione Europea per il periodo 2001-2010, obiettivo centrato da altri Paesi vicini quali Spagna, Portogallo e Francia. In Italia comunque la diminuzione della mortalità per incidente stradale resta superiore al valore medio europeo (-44,5%).


Nel 2011 sia tra i maschi che tra le femmine il più alto numero di morti si è registrato nella fascia di età 20-24 anni (296 maschi e 82 femmine); per i maschi elevati valori di mortalità si riscontrano in tutte le classi di età fino a 39 anni, mentre per le femmine i
valori immediatamente inferiori a quello più elevato si riscontrano nelle classi di età fra i 75 e gli 84 anni, dove un'alta percentuale di donne è coinvolta in incidenti come pedone.


Nella fascia di età 20-24 anni si registra anche il più alto numero di feriti (35.249), sia tra i maschi (21.919) che tra le femmine (13.330), ma molto alto appare il numero dei feriti in tutte le fasce di età comprese fra i 15 e i 39 anni di entrambi i sessi.
Tra i conducenti il maggior numero di morti si riscontra nella fascia di età 35-39 anni, immediatamente seguita, con valori molto alti, da quella di 20-24 anni e 25-29 anni; il maggior numero di feriti si riscontra nella fascia di età 20-24 anni, immediatamente seguita, con valori molto alti, da quelle di 35-39 anni e 25-29 anni.


Tra i giorni della settimana la maggiore concentrazione di incidenti con lesioni a persone si rileva il venerdì (15, 6 % del totale) e quella minore la domenica (10,5 %).
Il venerdì presenta anche la maggiore concentrazione di feriti (15,1 % del totale).
La maggiore concentrazione di decessi si rileva nelle giornate del sabato (16,6%) e della domenica (15,7%). Anche l'indice di mortalità (n. morti ogni 100 incidenti) presenta i valori massimi la domenica e il sabato (rispettivamente, 2,8 e 2,2 morti ogni cento incidenti).
Nell'arco della giornata la distribuzione degli incidenti presenta il suo valore massimo attorno alle ore 18, ma alti valori si riscontrano, secondo l'usuale andamento, anche nelle fasce orarie 8-9 e 12-13.
Fra le ore 22 e le 6 del mattino si registrano i valori più elevati dell'indice di mortalità, compresi fra 2,2 e 6,0 decessi ogni 100 incidenti.
Il picco più alto dell'indice di mortalità (6,0 ogni 100 incidenti) si registra attorno alle 5 del mattino.


Nel 2011 gli incidenti del venerdì e sabato notte hanno rappresentato il 40, 7% del totale di tutti gli incidenti notturni, provocando un numero di morti e feriti pari, rispettivamente, al 42,8% e 43,3% del totale di morti e feriti rilevato negli incidenti notturni, con percentuali analoghe nelle strade urbane ed extraurbane. Nelle strade extraurbane si rilevano peraltro indici più elevati di mortalità notturna, soprattutto la domenica e il giovedì notte, ma anche il sabato notte


Questi dati suscitano particolare allarme data l'elevata correlazione stimata tra gli incidenti notturni del fine settimana e l'abuso di alcol o altre sostanze d'abuso, soprattutto da parte dei giovani.
Va peraltro rilevato che nel 2011 la percentuale degli incidenti del venerdì e sabato notte in rapporto al totale degli incidenti notturni conferma il suo andamento discendente, con valori inferiori rispetto a quelli rilevati nel 2010 (42,6%), nel 2009 (43,2%), nel 2008 (44%), nel 2007 (44,6%) e nel 2006 (44,6%).


Nel 2011 il maggior numero di incidenti e di morti si è registrato nel mese di Maggio, mentre il più elevato indice di mortalità (2,3 morti ogni 100 incidenti) si è registrato nel mese di Agosto.
Dal 2009 il Rapporto ACI-ISTAT non pubblica dati sulle cause di incidente stradale legate allo stato psico-fisico alterato del conducente, fra le quali è presente l'ebbrezza da alcol, in quanto varie criticità presenti nel processo di rilevazione di tali cause rendono il dato sottostimato.


Gli ultimi dati diffusi da ACI-ISTAT sugli incidenti causati da ebbrezza da alcol si riferiscono pertanto al 2008, anno in cui tale causa ha rappresentato il 2,12% del totale di tutte le cause accertate o presunte di incidente stradale (percentuale in aumento rispetto al 2,09% registrato nel 2007), con 5.920 casi rilevati (6.124 nel 2007).


L'Istituto Superiore di Sanità stima comunque gli incidenti stradali alcolcorrelati pari al 30-35% del totale di tutti gli incidenti.
Da un'analisi condotta sulla percezione del problema della sicurezza stradale nell'ambito del XIX Rapporto ACI-CENSIS emerge che nel 2011 la guida sotto l'influenza di alcol o droghe costituisce la principale preoccupazione degli automobilisti per la sicurezza stradale (71,4% degli intervistati), superiore a quella relativa all' eccesso di velocità (52,5% degli intervistati) e alla distrazione (21,5%).


La diffusione di tale preoccupazione presenta un andamento in crescita, con un dato superiore a quello rilevato nel 2009 (59,1%) e nel 2010 (64,9%), e si riscontra più frequentemente nelle Regioni del Sud ed Isole (77,6%) rispetto a quelle del Nord Est (69,5%), del Nord Ovest (68,8%) e del Centro (65,6).
Il fenomeno sembra indicare una buona consapevolezza della pericolosità dell'alcol alla guida, confermata dai dati relativi ai comportamenti assunti, che indicano un netto miglioramento nel tempo della percezione del rischio.


Cresce infatti in maniera significativa in tutte le fasce di età dal 2009 la quota di coloro che affermano di aver scelto responsabilmente di limitare il consumo di alcolici in funzione della guida, pari nel 2011 al 42,1% degli intervistati.
Fra le persone con meno di 30 anni ha scelto questo comportamento prudente il 49,6% degli intervistati, percentuale più alta di quella rilevata nella fascia di età 30-44 anni (45%) e molto più alta di quella rilevata nella fascia di età 45-69 anni (37,3%).
Solo l'1,1% degli intervistati ammette di non limitare il consumo di alcol in funzione della guida.
Le percentuali più alte di tale comportamento a rischio si riscontrano tra i giovani al di sotto dei 30 anni (1,8%); quelle più basse si riscontrano tra le persone di 45-69 anni (0,9%).


Il Sistema di sorveglianza Passi, coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità e relativo all'utenza delle ASL delle 21 Regioni e P. A. italiane, rileva i dati relativi alla frequenza della guida sotto l'effetto dell'alcol riferita da intervistati non astemi di 18-69 anni che hanno viaggiato in auto sia come conducenti sia come persone trasportate.
Secondo i dati del Sistema PASSI nel 2011 il 9 % degli intervistati ha dichiarato di aver guidato negli ultimi 30 giorni l'auto o la moto dopo aver bevuto nell'ora precedente almeno due unità alcoliche.


Questa percentuale conferma il trend in diminuzione rilevabile nel corso dell'ultimo quadriennio, dove le percentuali erano, rispettivamente, 9,9 % nel 2010, 10,5% nel 2009 e 11,8% nel 2008 . Il trend in diminuzione è rilevabile in ciascuna delle 3 macro aree geografiche.
Guidare sotto l'effetto dell'alcol sembra essere un comportamento sensibilmente più diffuso tra i maschi (13%) che tra le femmine (3%) e nelle classi di età più giovani (25-34 anni) rispetto a quelle più anziane.


In tale comportamento non sembrano incidere in maniera rilevante il livello di istruzione ed il reddito.
Considerando l'intero quadriennio 2008-2012, la media delle persone che dichiarano di aver guidato sotto l'effetto dell'alcol è del 10%.
Fra i giovani di 18-25 anni intervistati nell'ambito del Sistema PASSI nel corso del quadriennio 2008-2011 (oltre 10.000), mediamente il 12% dichiara di aver guidato sotto l'effetto dell'alcol, media che, pur non superando di molto quella relativa a tutte le età, assume una gravità particolare, dato il maggior rischio di incidenti cui sono esposti i giovani.


Tra i soggetti di 18-21 anni, per i quali la normativa attualmente in vigore prevede il divieto assoluto di assumere alcol prima di guidare, la media di coloro che contravvengono a tale divieto è risultata di circa il 10%, con implicazioni ancora più gravi che riguardano, oltre alla esposizione ad un grave rischio, anche la violazione della legalità.


Il confronto interregionale presenta differenze significative, ed è individuabile un gradiente Nord-Sud, benché con qualche significativa eccezione, con valori che vanno da un minimo del 4% (Regione Basilicata) a un massimo del 11% (Regione Sardegna).
Prendendo in considerazione i dati rilevati nel quadriennio 2008-2011, le percentuali più elevate di persone che guidano sotto l'effetto dell'alcol si riscontrano nella popolazione delle ASL di Friuli V. Giulia (13,50%), Lombardia (12,52%), Valle D'Aosta (12,08%), Sardegna ( 11,87%), Veneto ( 11,84 ).


Le percentuali più basse si riscontrano al Sud, in Campania (6,15%), Sicilia (7,25%), Puglia (8,51%) e Basilicata (8,56%); ma anche nella Provincia A. di Bolzano si presentano percentuali basse, molto vicine a quelle della Sicilia (7,66%).
Nel 2011 il 34% delle persone intervistate riferisce di aver avuto negli ultimi 12 mesi almeno un controllo da parte delle Forze dell'Ordine e il numero di controlli è stato in media superiore a 2, con differenze statisticamente significative tra le diverse Regioni.
La percentuale più bassa di controlli si registra in Basilicata (20%) e quella più alta in Molise (54%).
Solo il 12% di coloro che hanno avuto tali controlli riferisce che il guidatore è stato sottoposto anche all'etilotest. Tale percentuale è peraltro superiore a quella rilevata nel 2010 (11%).


Le percentuali dei soggetti sottoposti al controllo con l'etilotest aumentano con il diminuire dell'età, dal 6% dei soggetti di 50-69 anni al 23% di quelli di 18-24 anni, e sono maggiori tra gli uomini rispetto alle donne.
Il confronto tra le Regioni fa emergere differenze significative nella somministrazione di etilotest da parte delle Forze del'Ordine, con un range che va dal 4% di soggetti controllati in Valle d'Aosta al 17% nella Regione Molise.


Tratto da: "RELAZIONE DEL MINISTRO DELLA SALUTE AL PARLAMENTO SUGLI INTERVENTI REALIZZATI AI SENSI DELLA LEGGE 30.3.2001 N. 125 "LEGGE QUADRO IN MATERIA DI ALCOL E PROBLEMI ALCOLCORRELATI"


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)