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Alcol e lavoro: le informazioni per i lavoratori e i datori di lavoro

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Alcol e lavoro: le informazioni per i lavoratori e i datori di lavoro

Sappiamo che l'uso di bevande alcoliche rappresenta - come raccontato nel documento che PuntoSicuro si accinge a presentare - un'abitudine largamente diffusa in Italia sostenuta da una cultura familiare e sociale di normalizzazione del cosiddetto "bere sociale".
E il consumo di alcol oggi non è più contestualizzato ai pasti ma attuato in situazioni e contesti in cui l'alcol rappresenta una "sostanza

disinibente, euforizzante, da abusare". Si stima in particolare che in Italia siano circa 5 milioni i consumatori a rischio in età lavorativa

e dunque problema alcol/lavoro deve diventare un argomento sensibile nelle politiche sanitarie, sociali, aziendali per la sicurezza nei posti

di lavoro.
Proprio per favorire la prevenzione nei luoghi di lavoro e affrontare il delicato tema dei rischi lavorativi dovuti al consumo di alcol è

stato pubblicato su " Salute e Sicurezza sul Lavoro", sito della Regione Lazio per lo sviluppo della cultura della prevenzione in ambito

lavorativo, un documento prodotto nel 2011 dalla Regione Lazio con il contributo dell' Asl Roma G dal titolo " Alcol e lavoro? Non sei

sicuro!".
Il documento - redatto da un gruppo di lavoro con il coordinamento scientifico di Pasquale Valente (ASL Roma G) e la revisione scientifica di

Emanuele Scafato (Direttore Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS, Presidente Società Italiana Alcologia) - mette a disposizione strumenti

operativi per l'attuazione nel Lazio del Piano Regionale della Prevenzione 2010-12, Progetto 2.9.3 "Promozione del rispetto del divieto di

assunzione di bevande alcoliche sul lavoro". Il progetto, in coerenza con la logica del decreto 81/08, "sottolinea l'utilità che, accanto

alla attività di sorveglianza sanitaria, siano sviluppati sia interventi di promozione della salute da parte del Medico competente, sia di

attivazione di politiche aziendali condivise".
E in particolare l'opuscolo intende dare risposte ad una "serie di domande che interessano l'insieme delle figure della prevenzione in ambito

aziendale, in materia di rispetto del divieto di somministrazione e assunzione di bevande alcoliche sul lavoro, previsto dalla L. 125/2001,

per quelle mansioni ad elevato rischio per la sicurezza dei lavoratori e l'incolumità di terzi, indicate nell'elenco allegato all'Intesa

della Conferenza Stato-Regioni del 16 marzo 2006".
Nell'introduzione si sottolinea poi come nei luoghi di lavoro "il consumo dannoso di alcol ed i consumi eccessivi episodici aumentano anche

il rischio di problemi quali l'assenteismo, ma anche il ‘presenteismo', la presenza con scarsa produttività, arrivare al lavoro in ritardo,

lasciare il lavoro prima del tempo, un aumentato turnover legato a morti premature, scarsa produttività, comportamenti inappropriati, furti

ed altri reati così come altri problemi che richiedono provvedimenti disciplinari, difficoltà nel lavoro di gruppo ed uno scarso spirito

aziendale". E fattori come stress eccessivo ed una bassa soddisfazione possono aumentare il rischio di disordini alcolcorrelati e l'

alcoldipendenza.
Gliinterventi per ridurre i danni alcol-correlati, secondo l'OMS, "includono la promozione di luoghi di lavoro in cui si applichi il divieto

del consumo di alcol, uno stile manageriale che riduca lo stress da lavoro ed incrementi gli incentivi lavorativi, ed interventi sui posti di

lavoro quali la formazione in competenze psicosociali, l'intervento breve e le campagne di informazione sull'alcol". L'opuscolo nasce proprio

per sollecitare iniziative nei luoghi di lavoro per ridurre come investimento in salute e sicurezza, come incremento della qualità delle

condizioni di salute ma anche di lavoro.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)