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Alcol e marijuana in adolescenza: nuovo studio conferma danni al cervello

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Alcol e marijuana in adolescenza: nuovo studio conferma danni al cervello

Fonte: Alcoholism: Clinical & Experimental Research


Titolo originale e autori: Bava, S., Jacobus, J., Thayer, R. E. and Tapert, S. F. (2012), Longitudinal Changes in White Matter Integrity Among Adolescent Substance Users.-Alcoholism: Clinical and Experimental Research. doi: 10.1111/j.1530-0277.2012.01920.x


L'uso cronico di alcol e marijuana in adolescenza è associato ad una struttura neurale impoverita, con l'alterazione del funzionamento e del metabolismo cerebrale nonché la compromissione delle capacità neurocognitive nella tarda adolescenza e nell'età adulta. È quanto ribadito da un recente studio longitudinale, in pubblicazione sulla rivista Alcoholism: Clinical & Experimental Research, che conferma i rischi a cui vanno incontro gli adolescenti che utilizzano queste sostanze. Il nostro cervello è composto da due tipi di tessuto, la sostanza grigia e la sostanza bianca. La sostanza grigia può essere considerata il centro di elaborazione delle informazioni del cervello, mentre la sostanza bianca rappresenta la via di comunicazione tra le varie zone di elaborazione. I ricercatori americani dell'Università della California, hanno seguito, per un periodo di 18 mesi, 92 adolescenti di cui 41 facevano uso abituale di alcol e marijuana, mentre i restanti 51 non utilizzavano alcuna sostanza. Tutti i soggetti sono stati sottoposti, all'inizio ed al termine dello studio, ad imaging con tensore di diffusione (DTI), una tecnica di risonanza magnetica utile per mappare la diffusione delle molecole d'acqua nel cervello e per stimare anche le più piccole alterazioni dell'integrità strutturale della sostanza bianca cerebrale. Ad entrambi i gruppi è stata inoltre effettuata una valutazione tossicologica dettagliata durante tutto il tempo dello studio. Nonostante non sia attestabile la completa salute cerebrale dei soggetti partecipanti allo studio nel periodo precedente alla sperimentazione, nel corso dei 18 mesi gli autori hanno trovato, negli adolescenti che facevano uso di sostanze, una progressiva compromissione della sostanza bianca, particolarmente evidente in un'area di grande importanza per il passaggio di informazioni chiamata fascicolo longitudinale superiore.
La compromissione dei fasci di sostanza bianca, necessari per una veloce ed efficiente comunicazione tra le varie regioni cerebrali, può significare un peggioramento nella trasmissione delle informazioni, un'elaborazione cognitiva più lenta ed un impoverimento delle prestazioni di memoria, di attenzione e di decision making, con conseguenti difficoltà lavorative, affettive e sociali.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)