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Alcol e modelli di consumo

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ALCOL E MODELLI DI CONSUMO


L’emergenza non è solo la dipendenza da alcol ma anche i modelli di consumo. Il consumo di bevande alcoliche rappresenta un problema che è sempre esistito, anche se ha cambiato negli anni dimensione, immagine e forma. L’allarme attuale, ribadito anche nell’ultima relazione del Ministro della Salute al Parlamento, in ottemperanza alla Legge quadro in materia di alcol e problemi alcol correlati 125/2001, non sembra essere più quello della dipendenza dalle bevande alcoliche, ma piuttosto quello di uno stile di vita “alcolico” tipico dei giovani e giovanissimi, determinando così necessità di intervento più ampie che non solo prendano in considerazione il punto di vista clinico, ma anche quello sociale e politico. Anche l’utenza in carico ai servizi specialistici è cambiata negli ultimi 10 anni.
Nel 2009 i giovani al di sotto dei 30 anni rappresentavano l’11,1% del totale con un incremento dell’0,9% avvicinandosi così al massimo (11,7%) registrato nel 2005.


Il consumo di bevande alcoliche è la prima causa di morte nell’Unione Europea tra i giovani fino ai 24 anni, morte legata prevalentemente all’uso di alcol alla guida. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il 25,4% degli uomini ed il 7,3% delle donne di età superiore a 11 anni, circa 8.600.000 persone, consumano alcolici senza rispettare le indicazioni di consumo delle agenzie di sanità pubblica, esponendosi a rischi alcolcorrelati. In Europa 120.000 cittadini tra i 15 e i 64 anni muoiono a causa dell’alcol, di morte evitabile.


L’alcol etilico, contenuto in ogni tipo di bevanda alcolica, è una sostanza potenzialmente cancerogena, in grado di indurre dipendenza come le altre sostanze illegali. E’ socialmente connesso al divertimento e al piacere, ma raramente vengono sottolineati i rischi, anzi, si tende ad esaltarne le proprietà benefiche a scapito delle evidenze scientifiche, che mettono in luce le patologie acute e croniche ad esso associate. E’ causa di 60 patologie dirette e 14 tipi di cancro. Diminuisce sempre l’età in cui insorgono certi disturbi connessi al danno d’organo.

 

In questo panorama anche il concetto di prevenzione, troppe volte confusa con il proibizionismo, acquista un significato più ampio: è necessario informare tutta la popolazione e la comunità sociale, affinché ciascuno di noi si senta responsabile del benessere di tutti. In questo è fondamentale il contributo e il sostegno che il terzo settore offre in termini di accoglienza alle parsone e alle famiglie nel problema, prevenzione, sensibilizzazione e progettazione di interventi mirati a contrastare lo stigma e il danno.


Valentino Patussi - coordinatore del Centro Alcologico Regionale Toscano - Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.retecedro.net/alcol-e-modelli-di-consumo/#more-4258


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)