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Alcol e neoplasie

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Alcol e neoplasie
Studi epidemiologici condotti su vaste popolazioni hanno dimostrato un aumento della mobilità e mortalità per neoplasie in soggetti che

abusano di sostanze alcoliche. Secondo alcuni autori l'alcol costituisce la seconda causa, per importanza, subito dopo il tabacco, di cancro

specificatamente identificata.
L'aumentata incidenza delle neoplasie osservata potrebbe verificarsi per una delle seguenti cause in cui la collo viene ad essere considerato

come:
- carcinogeno primario o "iniziatore": in tale ipotesi l'alcol o agirebbe come un carcinogeno chimico e darebbe inizio direttamente alla

trasformazione tumorale
- co-carcinogeno o "promotore": l'alcol modificherebbe l'azione carcinogenetica iniziale e promuoverebbe la crescita tumorale
- spettatore innocente: nella bevanda alcolica sarebbero contenute delle sostanze ad azione carcinogenetica (è stato dimostrato che la birra e i superalcolici possono contenere idrocarburi policiclici e nitrosamine che possono agire come carcinogeni primari)
La maggior parte degli autori ritiene che l'alcol non sia di per sé un carcinogeno primario, ma agisca come co-carcinogeno con i seguenti

meccanismi:
- solubilizzazione di un carcinogeno primario (contenuto in cibi, fumo, bevande alcoliche, ecc...) consentendo un aumento della sua -

concentrazione degli organi bersaglio
- attivazione e modificazione del metabolismo di altri carcinogeni
alterazione dei processi di ossido-riduzione cellulare con produzione di radicali liberi
Neoplasie del tratto oro-faringeo
Laringe: un aumento del cancro della laringe è stato rilevato non solo in soggetti che presentavano un'anamnesi positiva per l'abuso alcolico

e tabagismo, ma anche in soggetti bevitori e non fumatori
Esofago: l'alcol e il tabacco sarebbero responsabili dell'80% delle neoplasie esofagee. Per consumi di elevate quantità di alcolici il

rischio di cancro esofageo e circa 20 volte superiore rispetto all'abuso di tabacco si ritiene pertanto che l'alcol o abbia una rilevanza

maggiore, rispetto al fumo, per l'insorgenza di questo tipo di carcinoma.
Stomaco: vari autori hanno ormai confermato l'esistenza di una correlazione tra alcol e neoplasie gastriche soprattutto per quella del

cardias
Colon-retto: l'ingestione cronica di grandi quantità di alcol comporta spesso diarrea, se a torre ha, aumentata perdita di sali biliari,

tutte condizioni capaci di favorire l'insorgenza di neoplasie del tratto colon-rettale.
Fegato: studi condotti sulle per gli autoptici di soggetti deceduti per cirrosi epatica alcolica hanno fatto rilevare un'incidenza variabile

(10-30%) di carcinomi epatici. Peraltro l'epidemiologia e dell'etiologia del cancro epato-cellulare sono variati in questi ultimi anni per la

stretta correlazione accertata con l'infezione da virus dell'epatite B (HBV). Gli alcolisti costituiscono ormai una delle categorie a rischio

per questo tipo di infezione e quindi l'insorgenza del cancro potrebbe essere legata, almeno in parte, all'azione dell'HBV cui si potrebbe

forse ovviare con la vaccinazione preventiva dei soggetti alcolisti HBV negativi
Vie biliari: gli alcolisti presentano con un'elevata frequenza una calcolosi della colecisti, situazione ritenuta predisponente alla comparsa

di neoplasie delle vie biliari
Pancreas: recentemente sono stati pubblicati degli studi che prospetto non ruolo patogenetiche o dell'alcol o nell'insorgenza di tumori

pancreatici
Mammella: anche se i dati necessitano di ulteriori conferme negli alcolisti cronici vi è un aumento del 30-60% del rischio di cancro della

mammella in donne con un consumo di alcol giornaliero superiori a i 5 g/giorno (assunto come vino, birra, superalcolici). È probabile che l'

alcol, una volta raggiunto il tessuto mammario, modifichi la permeabilità delle membrane a i carcinogeni o produca un danno del DNA

cromosomico mediato dai radicali liberi. Pertanto è utile raccomandare alle donne ad alto rischio per cancro della mammella, di astenersi dal

bere regolarmente anche piccole quantità di superalcolici.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)