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Alcol e pastiglie, il cocktail dei ventenni

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Alcol e pastiglie, il cocktail dei ventenni
Feste e happy hour, birra e cocktail scorrono a fiumi: per i ventenni impennata dei consumi e l'alcol diventa «il» problema. Così emerge

dall'ultimo report pubblico stilato dal Dipartimento Dipendenze dell'Asl Milano 2, struttura sentinella da cui prendono imput progetti di

prevenzione e terapia che, sempre più, guardano ai giovani. Quale è l'obiettivo di questa ricerca?
«La nostra mission - spiega lo psichiatra Alfio Lucchini, direttore storico del dipartimento - è una sola: intervenire e con radicalità là

dove c'è opportunità di recupero». Veniamo ai numeri, allora...
«I pazienti complessivamente in carico nelle nostre strutture per problemi di alcolismo sono passati da 300 nel 2009 a oltre 500 nel 2010.
Cresce sempre più il fenomeno tra i giovani: calano i cinquantenni, aumentano i 20-30 enni».
Quale è la situazione fra i giovanissimi che rientrano nella zona di competenza dell'Asl Milano 2?
«Il 91% degli studenti fra i 15 e i 19 anni ha assunto almeno una volta nella vita bevande alcoliche, dato in linea con le media nazionale e

regionale. In questa fascia d'età, si arriva all'assunzione sino a 39-40 volte in un anno con punte verso l'alto». Dal report emerge una

nuova modalità di consumo: il bidge drinking, ovvero il ritrovo con bevuta, nel corso del quale cocktail e birra si mescolano e si ripetono,

sino a cinque, sei, sette assunzioni a botta...
«Qui occorre subito fare un distinguo: quello che è cambiato, e molto, è il modello dell'alcolista o della persona a rischio alcolismo. È al

tramonto la figura del 40, 60enne che ha iniziato a bere per cultura, per lo più vino, a tavola come al bar, e sconta in età avanzata

problemi di salute. La casistica ci porta invece a guardare da vicino la fascia fra i 20 e i 40, quella giovane. Il problema non è il vino a

tavola, ma l'alcol assunto con gran miscugli e spesso e volentieri associato a altre sostanze. Parliamo dunque di policonsumo». Cioè?
«Alcol e pastiglie assunti insieme. E alcol di vario tipo: calato vertiginosamente, lo dicono i dati, il consumo di vino, i re del bancone

sono birra, aperitivi particolarmente insidiosi e superalcolici. Non è un segreto per nessuno che happy hour e feste in discoteca siano un

luogo privilegiato da questo punto di vista».
Purtroppo il binge drinking diventa abitudine mensile o settimanale sempre più con l'andare dell'età: vi si dedicano il 48% dei maschi

diciottenni e oltre il 31% delle ragazze della stessa età. L'età di passaggio critica, quella in cui il dato cambia con maggiore evidenza, è

quella fra i 15 e i 16 anni per i ragazzi, fra i 16 e i 17 per le ragazze.
«Occorre attenzione al di là dei numeri - conclude Lucchini - perchè l'alcol, non lo diciamo noi ma l'Oms, è la droga perfetta: eccita e poi

deprime e calma, modula gli effetti dell'hascisc o di altre sostanze, e in compenso anticipa in maniera violenta gli effetti del consumo.
Basti pensare agli incidenti al volante, indiscutibilmente alcolcorrelati».
Fonte: ilgiorno.it 26 ottobre 2011


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)