Alcol e pelle: tutti gli effetti negativi
Alcol e pelle: gli effetti negativi
Improvvisamente squilla il telefono: “dottoressa avrei bisogno di un appuntamento urgente”, una voce femminile risuona al telefono, è una voce un po’ impastata e lievemente sonnolenta.
Si presenta il giorno seguente una donna affascinante di circa 35 anni. Lo sguardo è spento, e i suoi abiti, seppure molto ricercati, sono sgualciti e macchiati.
E’ preoccupata per la sua pelle che, a suo dire, ultimamente si è arrossata e ha perso il colorito roseo. La osservo attentamente: trema leggermente e quella voce, roca ed impastata, mi colpisce soprattutto perché è ancora prima mattina, e lei è una giovane donna.
E’ molto preoccupata perché la cute del viso, da sempre bellissima si è improvvisamente arrossata e sono comparsi sia sul naso che sulle regioni zigomatiche, come anche su altre parti del corpo, delle piccole “venuzze“. Riferisce inoltre l’improvvisa comparsa di rossore e calore sul volto accompagnati spesso a bruciore della durata di circa un’ora che scompaiono poi spontaneamente.
La visita
Comincio con l’anamnesi che non mette in luce nessuna patologia particolare tranne alcune abitudini di vita come quella di uscire la sera. Non sembra dare però nessuna importanza ai numerosi aperitivi e cocktail che consuma in queste occasioni.
L’esame obiettivo del viso evidenzia, in particolare sul naso e sulla regione malare, una cute eritematosa secca e solcata da piccole rughe. Sono evidenti piccole teleangectasie che la paziente mostra anche su sulle mani e sulle gambe.
Il colorito del viso è spento ed è presente una lieve iperpigmentazione periorbitaria con un’accentuazione bruna delle piccole efelidi.
Sono presenti piccole macchie iperpigmentate anche sul dorso delle mani e un eritema palmare sfumato.
Alcol e pelle: cosa accade
Come già intuito inizialmente, mi sembra evidente che la compromissione cutanea possa derivare da un’eccessiva assunzione di alcol che, reiterata nel tempo, sta provocando i suoi effetti dannosi.
Mi attardo nel colloquio chiedendo informazioni circa le sue abitudini e, con molta franchezza, dice che negli ultimi tempi si sente sempre nervosa ed irritabile.
Spesso i problemi quotidiani che di solito risolve con facilità le sembrano molto gravosi. Racconta che la sera quel bicchiere di prosecco la rilassa e la fa sentire molto meglio, tanto che negli ultimi mesi spesso ha iniziato a berne anche due o tre.
Nonostante si sappia che le malattie dovute al consumo di alcool sono al quarto posto come causa di morte, che la cirrosi epatica rientra tra le prime dieci cause di mortalità e che quindi l’alcol può generare delle gravi patologie, non è facile comunicare ad una persona giovane che proprio l’alcol è la causa dei suoi problemi cutanei.
Soltanto il 10% dell’alcol consumato è eliminato attraverso la respirazione, il sudore o le urine, mentre il restante 90% raggiunge il fegato.
Considerando la facilità con cui è possibile reperire bevande alcoliche, che il vino e altri alcolici fanno parte della nostra cultura e che le bollicine e i cocktail sono molto in voga tra i giovani, non è raro raggiungere uno stato di dipendenza da alcol.
Nel momento in cui l’assunzione di alcol non è più occasionale ma diventa continuativa, si instaura un processo di dipendenza che ha come caratteristica il fenomeno della “tolleranza“.
Si assiste infatti ad un meccanismo di adattamento dell’organismo che riesce ad assumere quantità superiori di alcol senza mostrare o mostrando in maniera minore, gli effetti negativi dello stesso. Infatti l’organismo si adatta all’alcool soprattutto quando l’aumento della sua concentrazione nel sangue avviene lentamente nel tempo.
La dipendenza è una malattia grave che, se non trattata in modo adeguato, può apportare serie conseguenze a livello personale e fisico e professionale con ripercussioni alla lunga irreversibili.
Come agisce l’alcol
L’alcol contiene etanolo, una molecola piuttosto piccola costituita da due atomi di carbonio (CH3-CH2-OH), estremamente solubile sia nell’acqua che nei lipidi. Grazie alle sue dimensioni ridotte, è in grado di penetrare facilmente nei tessuti, entrare nel flusso sanguigno rapidamente e, attraverso esso, diffondersi in tutto l’organismo.
I suoi effetti si manifestano anche sul sistema nervoso in quanto è in grado di superare facilmente la barriera emato-encefalica, che protegge il cervello dalle sostanze tossiche.
Soltanto il 10% dell’alcol consumato è eliminato attraverso la respirazione, il sudore o le urine, mentre il restante 90% raggiunge il fegato, che è l’organo in grado di metabolizzarlo grazie alla presenza di un enzima: l’alcol deidrogenasi.
L’alcol nelle donne
Non tutte le persone hanno la stessa capacità di assorbire e metabolizzare l’alcol. In linea generale, l’alcol deidrogenasi delle donne lavora più lentamente rispetto a quella degli uomini. Alcune persone, geneticamente, hanno un metabolismo più veloce rispetto ad altre. Inoltre, fattori quali il peso o la quantità di acqua presente nell’organismo influenzano la velocità di trasformazione dell’alcol.
La quantità in eccesso che il fegato non riesce a smaltire rientra nel sangue ed è eliminata attraverso i polmoni ( a questa di deve l’odore di alcol di chi ha bevuto troppo) o con l’urina.
Poiché il fegato è particolarmente esposto agli effetti dei prodotti tossici che si sviluppano con la degradazione dell’alcol, è anche uno degli organi che manifesta in modo più incisivo e precoce le conseguenze dannose dell’eccesso della sua assunzione, con lo sviluppo dell’epatopatia alcolica e in seguito della cirrosi epatica.
L’assunzione di bevande alcoliche determina un effetto inizialmente disinibente e successivamente depressivo.
Gli effetti sull’organismo
Subito dopo aver bevuto alcolici, compare uno stato di ebbrezza caratterizzato da eccitamento psicomotorio con euforia, senso di benessere, iperattività. Poi gradualmente si trasforma in uno stato depressivo con ottundimento della coscienza e rallentamento ideomotorio fino al sonno profondo o, in alcuni casi, al coma.
A volte le manifestazioni cliniche sono particolarmente intense o abnormi e compaiono anche per dosi modeste di alcol. Si verificano soprattutto in caso di psicopatie, lesioni cerebrali, insufficienze mentali ed epilessie.
Anche l’apprendimento, l’attenzione e la concentrazione sono ridotti e rallentati: anche l’abilità di pensare, ragionare, di esprimere un giudizio con chiarezza sono indeboliti.
Altera la capacità di giudizio e di condurre autoveicoli, e incide infatti significativamente sulla morbidità e sulla mortalità nelle statistiche degli incidenti automobilistici.
Alcol e pelle: l’abuso
Un abuso prolungato di alcol, comporta alterazioni della personalità e alterazioni psicotiche gravi legate al danno cerebrale organico.
I quadri clinici correlati più frequentemente all’alcolismo cronico che riguardano il sistema nervoso centrale sono atassia, epilessia, sindrome di Korsakoff, atrofia cerebrale e demenza.
Possono comparire dolori e alterazioni della sensibilità degli arti a causa della polineuropatia che può essere dovuta all’azione tossica oppure alle carenze nutrizionali determinate dall’etanolo.
Altri quadri clinici evidenti in questa patologia sono:
- la miocardiopatia alcolica, aritmie ed ipertensione arteriosa per quanto riguarda l’apparato cardiovascolare;
- esofagiti, gastriti, ulcere, pancreatiti, steatosi, epatiti, cirrosi e neoplasie a carico dell’apparato gastroenterico;
- si possono osservare inoltre alterazioni endocrine, riduzione della fertilità, ipogonadismo, osteoporosi, alterazioni del sistema emopoietico e del sistema immunologico in quanto tutti gli organi e apparati sono coinvolti con un interessamento più o meno grave ed evidente.
Alcol e pelle: i segni clinici
Anche la cute risente dell’effetto dell’alcol. Conoscere le manifestazioni cliniche provocate da un abuso dello stesso ci permette di intervenire precocemente in modo che i quadri clinici sfumati non progrediscano fino a raggiungere conseguenze devastanti.
La cute manifesta prevalentemente lesioni correlate ad un danneggiamento vasale: le teleangectasie e le ecchimosi sono le alterazioni cutanee più frequenti, dovute ad un meccanismo di vasodilatazione la cui eziopatogenesi non è ancora completamente chiarita.
Questa sarebbe da attribuire a due meccanismi differenti: da una parte l’azione vasodilatrice indotta dall’etanolo sui vasi dermici, e dall’altra l’alterazione dei meccanismi vasomotori centrali di controllo. Possono comparire anche sindromi vascolari proliferative.
Molte delle seguenti modificazioni vascolari sono tipiche della cirrosi epatica alcolica, ma possono manifestarsi anche in malattie epatiche di differente origine.
Alcol e pelle: l’angioma
L’angioma stellare, detto anche spider nevus o nevus araneus, è la più conosciuta delle manifestazioni vascolari. Si evidenzia soprattutto su viso, décolleté, sulla parte superiore del torace, sulle braccia, sulle spalle e sul dorso delle mani.
Si presenta come una piccola macchia puntiforme eritematosa, circondata da piccole ramificazioni radiali. Ponendo un vetrino su di esso (diascopia) si nota che l’arteriola centrale è pulsante. Si ritiene che i responsabili della loro comparsa siano gli estrogeni infatti spesso si riscontrano anche nelle donne in gravidanza.
Sono presenti anche nella popolazione normale ma il loro numero è sensibilmente inferiore rispetto agli alcolisti. Si può osservare la comparsa di nuovi elementi in caso di peggioramento della funzionalità epatica ed una regressione in caso di miglioramento della stessa.
La presenza degli angiomi stellari è strettamente correlata alla presenza di varici esofagee e quindi sono un parametro clinico importante nel monitoraggio di questa patologia.
Si possono rilevare teleangectasie diffuse irregolarmente su tutta la parte superiore del tronco e delle spalle determinando un quadro cutaneo noto come paper money skin.
Sulla parete anteriore dell’addome, nei pazienti cirrotici, è possibile osservare il cosiddetto caput medusae: delle vene superficiali dilatate ed evidenti che si irradiano dall’ombelico.
La punta delle dita e le superfici delle mani e dei piedi diventano calde e arrossate e realizzano il cosiddetto eritema palmare che può accompagnarsi a sensazione di pizzicore e di pulsazione.
L’eritema del viso che si sviluppa a causa della cronica vasodilatazione e della perdita del controllo dei meccanismi vasoregolatori determina la facies pletorica.
Alcol e pelle: il flushing
Il flushing è un eritema congestizio improvviso, transitorio della cute del viso e del collo che si sviluppa entro alcuni minuti dall’ingestione di piccole quantità di alcool, accompagnato da sensazione di calore e/o bruciore. I sintomi raggiungono il massimo dopo 30-40 minuti e di solito scompaiono dopo 1-2 ore.
L’intensità della reazione dipende dalla quantità di alcol consumata. Il suo carattere episodico lo fa differire dall’eritema persistente del viso che si ha in alcune malattie autoimmuni come il lupus eritematoso e la dermatomiosite.
Si manifesta in alcuni consumatori di alcol, che sono geneticamente carenti di enzimi che metabolizzano l’alcool.
L’alcol viene eliminato nel fegato attraverso un processo di ossidazione per mezzo dell’alcool deidrogenasi, enzima che trasforma l’etanolo in acetaldeide. L’accumulo di tale metabolita causa un’azione di depressione sulla muscolatura dei vasi tale da indurre vasodilatazione. L’acetaldeide infatti viene normalmente trasformata in acetato dall’aldeide deidrogenasi.
Nei Caucasici tuttavia una percentuale variabile tra il 3% e il 29% dei soggetti è carente di tale enzima e la percentuale sale al 50% negli orientali: così anche piccoli consumi di alcol causano in questi soggetti un accumulo di acetaldeide che scatena il flushing.
Inoltre alla periferia della sclera dell’occhio si possono osservare piccole arterie tortuose che si ritiene siano la conseguenza di un aumento locale della perfusione arteriosa e alla vasodilatazione (vasi della sclera a cavatappi detti anche corkscrew scleral vessel).
Una sindrome proliferativa vascolare che si associa di solito all’epatopatia alcolica cronica nei soggetti di sesso maschile è la teleangectasia nevoide unilaterale. Si presenta come un’area localizzata con fini teleangectasie soprattutto nella parte superiore del corpo. Tale quadro clinico, che si osserva anche in gravidanza, è correlato infatti ad uno stato di iperestrogenismo.
Dott. Anna de Filippis
Specialista in Dermatologia e Venereologia
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.medimia.it/dermatologia/gli-effetti-negativi-alcol-sulla-pelle/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)