Alcol e pubblicità: risultati di uno studio
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La pubblicità delle bevande alcoliche influenza la quantità consumata ed il modo di bere, soprattutto da parte dei giovani. E' quanto è risultato da un'analisi di numerosi studi longitudinali sul settore a cura del Comitato Scientifico del Forum Europeo su Alcol e Salute.
E' noto che l'industria delle bevande alcoliche, per evitare il rischio di nuove restrizioni alla pubblicità, sostiene da anni che la pubblicità non incrementa i consumi di bevande alcoliche, al massimo sposta un consumatore da una marca all'altra.
Per cercare di mettere un punto fermo a questa eterna discussione, il Forum Europeo su Alcol e Salute ha commissionato al proprio Comitato Scientifico un esame delle conoscenze attuali sulla questione, ed a questo scopo è stato creato un Gruppo di Lavoro, che era presieduto dal dr. Peter Anderson, ex collaboratore dell'OMS e già autore di altri rapporti sull'alcol per conto della Commissione Europea.
Ora questo studio è stato presentato alla plenaria del Forum Europeo lo scorso 11 marzo per l'approvazione.
In esso si legge che sono stati esaminati, in particolare, 13 studi longitudinali, in maggior parte americani, ma anche da Nuova Zelanda, Belgio e Germania. In questi studi erano state prese in considerazione particolari forme di pubblicità, quali quella in TV, alla radio, sulle riviste, nei negozi, sui gadgets, all'aperto, oppure forme indirette, come l'uso di bevande alcoliche nei film, sia in TV che al cinema.
E' stato quindi misurato l'impatto di queste forme di pubblicità sui giovani, sia in termini di spinta al bere dei giovani che ancora non bevevano, sia di aumento di consumi da parte di quelli che già bevevano.
Si è visto che questo impatto esiste come conseguenza della pubblicità in generale (3 studi su 3), della pubblicità in TV (2 su 3), dell'esposizione a film in TV (3 su 3), dell'uso di alcol nei film (3 su 3), di gadget con il marchio della bevanda (3 su 3), mentre non hanno rivelato impatto significativo la pubblicità alla radio, sulle riviste o dentro ai negozi.
Sebbene i risultati non siano del tutto univoci, l'analisi di Anderson sostiene che è stata trovata una concreta e costante evidenza che dimostra come la pubblicità delle bevande alcoliche provochi l'inizio del consumo fra i giovani che in precedenza non consumavano, e provochi anche l'aumento del consumo fra coloro che già consumavano.
Questi risultati sono corroborati dai risultati raggiunti da altri tipi di ricerche, ad es. ricerche qualitative, ricerche econometriche, e studi sperimentali.
Occorre però ricordare che gli studi esaminati provenivano tutti da paesi con una lunga tradizione sia nella pubblicità sia nel consumo di bevande alcoliche, consumo che è fra i più alti al mondo. Non è detto quindi che si abbiano gli stessi risultati in paesi in cui la tradizione della pubblicità e del consumo di bevande alcoliche è più modesta.