Alcol e tumore al seno
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Ancora sul tumore al seno
Emanuele Sorini - Responsabile Nucleo Operativo Alcologia Dipartimento per le Dipendenze ASL Cremona Servitore-insegnante di un club
alcologico territoriale (CAT) da 22 anni.
Per aggiungere ancora un commento se è necessario a queste cicliche bagarre sul nulla segnalo anche questo (scusate ma stranamente per me mi sono dilungato, spero possa essere utile):
Invece di fare pubblicità a lavoretti su così poche persone (insignificanti dal punto di vista epidemiologico qualunque sia il risultato)
quando si parla di queste importanti questioni che riguardano milioni di persone, in questo caso donne, sarebbe bene citare solo grandi
conclusioni e metaanalisi serie di centinaia di studi che oggi abbiamo a disposizione. Da quanto mi risulta All'OMS questo è il modo
tradizionale degli esperti per avere dati e risultati proponibile alla popolazione e scrivere documenti di livello europeo o mondiale. Cito
pertanto alcuni passaggi che sono o dovrebbero essere patrimonio di tutti coloro che lavorano nel settore sanitario e sociale in tema di
alcol. Le affermazioni non sono in questo caso molto opinabili, unica vera cosa da fare per tutti noi sarebbe di realizzare progetti sempre
migliori solo per realizzare alcune di queste indicazioni. Parlo ad es. del "WHO expert committee on problems related to alcohol consumption"
della Organizzazione mondiale della sanità che nel documento del 2007 cita testualmente: "l'alcol è una sostanza tossica correlata a più di
60 diversi disordini. Per alcune malattie croniche in cui l'alcol è implicato come il cancro della mammella tra le donne, c'è un rischio
crescente parallelamente al crescere del consumo di alcol, senza evidenze di un effetto soglia. Per alcune altre condizioni, come la cirrosi
epatica, il rischio è curvilineo e cresce geometricamente con l'incremento del consumo."
Sintesi della situazioni scientifica attuale. Punto e basta. Questo è oggi il messaggio internazionale per le nazioni e le loro leadership
che dovrebbero fare politiche sulla salute..
Giustamente spendiamo e facciamo spendere soldi alle donne per gli screening del cancro al seno e nessuno mai porta alla luce una azione
semplicissima di prevenzione che si potrebbe fare, e subito, in tutta Italia con spese ben inferiori e risultati forse molto superiori:
progetti seri per la riduzione dei consumi di alcolici tra le donne...e non solo naturalmente. Se ottenessimo una riduzione significativa dei
consumi tra le donne avremmo di certo meno cancri al seno senza fare interventi costosi e facendo guadagnare sorrisi e gioia di vivere a
quelle donne che per questa scelta non vivranno questa esperienza.
Non dimentichiamo infatti che pur essendo in zona Euro A cioè quella meno a rischio siamo nel continente che mantiene il primato del consumo di tutti gli alcolici del mondo (European Status Report on Alcohol and Health 2010 sempre dell'OMS).
Aggiungo: nel Global status report on alcohol del 2011 tra i disordini attribuibili all'alcol troviamo anche varie forma di cancro tra cui il
tumore del seno. Le morti a livello mondiale sono naturalmente "attribuibili" all'alcol ma il fatto che il cancro del seno sia di diritto
nell'elenco dei tumori "attribuibili" all'alcol in questo report, e non solo, è una chiara evidenzia che gli esperti su questo punto non
hanno troppi dubbi.
Per curiosità in questo documento i tumori del seno "attribuibili" all'alcol nel mondo sono ben 38.321 sul totale di 2.249.852 che
corrispondono a un uguale numero di famiglie che anche il prossimo anno dovranno combattere con questo evento.
Qualcuno di chi scrive a favore delle "bevute alcoliche anticancro" sa cosa significa avere un cancro al seno? qualcuno prima di prendere la
penna in mano e scrivere od appoggiare alla leggera determinate affermazioni ha mai pensato cosa significa sentirsi comunicare una diagnosi di cancro al seno all'età di 35-40 anni, qualcuno immagina veramente la tragedia di una famiglia che deve cambiare completamente i suoi progetti le sue relazioni interpersonali per colpa di un cancro al seno? Le lacrime e la sofferenza silenziosa di ogni giorno?
Penso che continuare a difendere istanze scientifiche poco corpose e di "periferia" se non addirittura tendenziose in termini di chi le paga,
diventerà sempre più un boomerang contro le stesse lobbies. Non è più come una volta, oggi le documentazioni scientifiche sugli effetti
tossici e cancerogeni dell'alcol sono spesso schiaccianti e sono sempre meno credibili le battaglie anti-proibizionistiche come vengono,
scusate, stupidamente chiamate. Grazie a dio oggi le famiglie sono molto più informate di tanti anni fa e sanno difendersi meglio dalle
invasioni mediatiche.
A proposito di bere "consapevole" spero che soprattutto i colleghi medici finiscano di inseguire le predicazioni dei produttori. I nostri
messaggi preventivi sono ben altri. Sia io sia gli amici italiani che hanno partecipato siamo sempre disponibile a offrire ulteriore
documentazione anche sul nostro progetto nazionale "alcol less is better" uno dei pochi lavori europei di evidence pubblicato su "Addiction"
che dimostra la possibilità di ottenere riduzioni significative di consumo la dove si lavora attraverso un approccio di popolazione.
Sul bere responsabile rilancio le forti critiche su Lancet (autorevolissima rivista scientifica per noi medici) proprio su questo deviante
messaggio furbescamente innescato dalle lobbies per mantenere immodificati i consumi-guadagni e condannare invece gli "Abusi" di quei pochi al mondo, secondo loro, che per sfortuna personale non hanno capito come "controllare" il proprio bere!!!???
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)