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Alcol e violenza: massacrata in strada per gelosia

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E' successo in via Bastioni Settentrionali. I testimoni hanno negli occhi una scena agghiacciante: la donna che urla dopo una raffica di calci e pugni. Lei è a terra, ma lui infierisce con un ramo. E colpisce sul colpito

Il Resto del Carlino 15 settembre 2009

La notte più buia è a due passi dal centro: in via Bastioni Settentrionali, su per giù all'altezza del numero 37. A terra, in una pozza di sangue, una donna, 46 anni, brasiliana. Ha gli occhi sbarrati. E' stata massacrata. Di botte e bastonate. Per gelosia. Il randello con cui è stata ridotta in fin di vita, un tozzo di otto centimetri, s'è spezzato in tre parti, come un fuscello.
In manette, c'è il suo compagno, un omone alto uno e novanta: un palestinese di 39 anni, parcheggiatore abusivo all'ospedale quando ne ha voglia, da cinque mesi convivente della povera brasiliana in un appartamento nella zona della Sacramora. L'hanno acciuffato, l'altra notte, venti minuti prima dell'una, gli uomini delle volanti della questura. Era lì, poco lontano dalla sua vittima. Ubriaco. A salvare la vittima, alcune persone, tra cui un amico della coppia, un marocchino. Che è il testimone chiave.
E' finito al fresco con l'accusa di tentato omicidio, ma il pm Ercolani gli ha contestato pure l'aggravante della clandestinità. E' un clandestino, senza fissa dimora, lavoricchia come parcheggiatore, ma non è immacolato: ha precedenti di furto. I testimoni hanno negli occhi una scena agghiacciante: la donna che urla, il sangue che sgorga, dopo una raffica incontrollata di calci e pugni. Lei è al tappeto, ma lui infierisce con un ramo. E colpisce sul colpito. "La bastonava con una violenza inaudita", ha raccontato un testimone.
Con lui c'era un altro, che per paura se l'è svignata. Erano amici della coppia. L'accusa dell'uomo alla donna, secondo chi ascoltava, era di "avergli fatto perdere l'autobus". Motivo futile. Che s'è dissolto quando l'uomo avrebbe raccontato di essere geloso della sua compagna. Una gelosia esplosa l'altra notte, peraltro iniziata bene, con le birre a lume di parco oltre il ponte di Tiberio.
A gozzovigliare con del pesce portato da altri, c'erano il palestinese, la compagna e altri due amici. Poi, imbottito d'alcol, lui ha brindato alla serata finendola nel sangue. Oggi l'uomo difeso dall'avvocato Maria Rivieccio, sarà davanti al gip per l'udienza di convalida. "Ero ubriaco, non ricordo nulla", si sarebbe disperato in cella. Dove piange e chiede della compagna. Massacrata di botte. Fino a spezzare un bastone in tre parti.