Alcol: ecco la nuova "gateway drug"
Alcol: ecco la nuova "gateway drug"
Un'istruzione superiore, soldi da spendere e una preferenza per il consumo di alcol in grandi quantità da bere in una volta
sola, in genere in gruppo il sabato sera.
I nuovi bevitori a rischio in Italia hanno queste caratteristiche e si differenziano dal resto della popolazione italiana che
consuma alcol (56,7% del totale) perché sono giovani, uno su tre ha meno di 24 anni, sono soprattutto maschi e vivono nelle
regioni del nord.
A disegnare questo identikit è il rapporto 2009 Passi (Progressi delle Aziende sanitarie per la salute in Italia), dell'
Istituto superiore di sanità. «Abbiamo cominciato a parlare di binge drinking, il fenomeno per cui si assumono sei o più
unità alcoliche in un'unica occasione (un'unità è pari a una lattina di birra o a un bicchiere di vino, ndr), circa dieci
anni fa», dice Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto superiore di sanità e presidente
della Società italiana di alcologia, «ma non si è còlto, nel corso degli anni, il reale pericolo dell'impatto culturale di un
modello del bere che ha portato alla diffusione di questa pratica tra i giovani: una moda sostenuta in tutta Europa da
verificate strategie di marketing e dalla seduzione delle pubblicità. Come dimostrato dal rapporto Rand alla Commissione
europea, l'acquisto di alcol è stato reso più economico e più conveniente anche attraverso le cosidette happy hours, i pub's
crawl, i locali "drink as much as you can", fenomeni che con il bere, quello comune, moderato, non hanno nulla a che vedere».